Parla Nicola Bontempi gestore dello storico rifugio lecchese di proprietà del Cai Lecco
“Già dobbiamo affrontare i problemi legati al Covid-19, se poi le ferrate non vengono riaperte e i sentieri lasciati andare è dura lavorare”
LECCO – Un’estate difficile e complicata per Nicola Bontempi da anni gestore dello storico rifugio Stoppani di proprietà del Cai Lecco.
L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ha reso la vita difficile a tutti i rifugisti, ma per Bontempi la situazione sta diventando ancora più complicata.
“Già dobbiamo affrontare i problemi legati al Covid-19, se poi le ferrate non vengono riaperte e i sentieri lasciati andare è dura lavorare“. Nessuna polemica nelle sue parole ma solo un “meme” a tutti gli attori chiamati in causa per la riapertura delle due celebri ferrate lecchesi che si snodato sul massiccio del Resegone, la Gamma 1 e la Gamma 2. La prima che conduce in cima al Pizzo d’Erna e la seconda, più tecnica, che inizia poco prima del canale Comera (lasciando il sentiero numero 1) e termina in cresta poco distante dalla croce del Resegone.
“Sono sempre di più le persone che non arrivano in rifugio e altrettante quelle che chiamano e una volta informate che la ferrata è chiusa decidono di non prenotare. Lavorare in queste condizioni è davvero difficile. In più occasioni ho sentito buoni propositi per la riapertura delle ferrate ma non si è mosso ancora nulla. E’ abbastanza paradossale sentir parlare di potenziamento del turismo di montagna e poi nei fatti avere due ferrate come queste chiuse per oltre un anno, senza dimenticare la ferrata del Medale chiusa anche quella. Anche molti sentieri sono malconci e la segnaletica lascia a desiderare tant’è che non sono poche le persone che chiedono aiuto e persino l’intervento dei soccorsi proprio per una segnaletica approssimativa se non addirittura assente. Speriamo che il nuovo sindaco, chiunque sarà, riesca ad essere più incisivo e concreto”.