Il mondo dell’alpinismo piange Cesare Maestri morto a 91 anni

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Una carriera indissolubilmente legata al Cerro Torre

“Questa volta hai firmato il libro di vetta della scalata sulla sua vita”

MADONNA DI CAMPIGLIO – “Questa volta Cesare ha firmato il libro di vetta della scalata sulla sua vita. Un abbraccio forte a chi gli ha voluto bene”. E’ stato il figlio Gian ad annunciare la morte di Cesare Maestri, soprannominato il ragno delle Dolomiti. Nato il 2 ottobre 1929 a Trento, guida alpina dal 1952, per oltre 40 anni ha vissuto a Madonna di Campiglio con la moglie Fernanda dove aveva aperto il negozio La bottega di Cesare Maestri.

La carriera alpinistica di Cesare Maestri è indissolubilmente intrecciata al Cerro Torre e alle note vicende legate alla spedizione del 1959 con Cesarino Fava e Toni Egger. Spedizione che si concluse proprio con la morte Toni Egger e da cui nacque una polemica mai chiusa sull’effettivo raggiungimento della cima e la conseguente prima salita della montagna simbolo della Patagonia.

Nel 1970 Cesare Maestri tornò sul Cerro Torre, questa volta risalendo lo spigolo sud-est con l’uso di un compressore (ancora presente in parete) per piantare i chiodi nella roccia. Salita che si concluse al limite del noto fungo di ghiaccio sommitale, senza raggiungere la vetta. Anche in questo caso la scalata fu molto criticata sia per l’uso del compressore che per il mancato raggiungimento della cima.

Con la morte di Cesare Maestri se ne va un pezzo importante della storia dell’alpinismo mondiale. Nel corso della sua carriera ha effettuato circa 3500 salite, delle quali circa un terzo sono state effettuate in solitaria. Inoltre, ha collaborato come giornalista con numerose testate, e ha esercitato con successo l’attività di scrittore, pubblicando numerosi libri autobiografici.