Lecco Mountain Festival: il Premio Stile Alpino ai gardenesi Walpoth, Prinoth e Dejori

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Alex Walpoth, Titus Prinoth e Martin Dejori vincitori del Premio Stile Alpino

Serata finale per la terza edizione della rassegna dedicata alla montagna

Presentato in anteprima anche il documentario dei Ragni (prodotto da Unica) dedicato al Buco del Piombo

LECCO – Il Premio Stile Alpino va agli alpinisti gardenesi Alex Walpoth, Titus Prinoth e Martin Dejori che, dall’1 al 4 novembre 2020, hanno aperto Guardiano dei Sogni, una via nuova sulla Terza Pala di San Lucano, in Dolomiti. Una grande via di 1400 metri (1150 metri di dislivello) aperta con tre bivacchi in parete, superando difficoltà in apertura stimate attorno a VIII+ A0.

La consegna del premio è avvenuta mercoledì sera, nell’appuntamento finale del Lecco Mountain Festival, che si è svolto presso l’auditorium della Casa dell’Economia. In finale con la nuova via dei tre giovani alpinisti gardenesi altre due salite scelte dalla giuria tra una rosa di dieci: Elements of Life, Cimon della Pala (nuova via), cordata: Emanuele Andreozzi e Matteo Faletti; W Mexico Cabrones, Civetta (prima invernale), cordata: Alessandro Baù, Thomas Gianola e Giovanni Zaccaria.

La giuria, composta da Maurizio GiordaniEnnio Spiranelli, Giuseppe Miotti, Riccardo Milani e Fabio Palma, ha apprezzato in primis la freschezza di questi tre giovani alpinisti e il luogo, le Pale di San Lucano, scelto per disegnare una nuova via. Lo spirito di questi tre alpinisti, sempre secondo la giuria, dimostra che il grande alpinismo non è affatto morto ma c’è ancora tantissimo da fare e da scoprire.

Alex Walpoth, Martin Dejori e Titus Prinoth

Alla scoperta del Buco del Piombo

La serata, che ha visto anche la presenza di moltissimi amministratori locali, è stata anche l’occasione per presentare in anteprima il documentario dei Ragni di Lecco, prodotto da Unica, che ripercorre la storia del Buco del Piombo a Erba. I protagonisti di ieri (gli alpinisti classe 1937 Elio Scarabelli e Graziano Bianchi) e quelli di oggi (Simone Pedeferri e Luca Schiera) hanno raccontato la storia e l’importanza di questo luogo magico per generazioni di alpinisti provenienti da tutta la Brianza e dal Milanese che si sono formati su quelle pareti che guardano la città di Erba.

Graziano Bianchi ed Elio Scarabelli

Gli aneddoti si sono sprecati, insieme ai ricordi: “Pur di scalare ricordo che rubai un pezzo di corda di canapa da un cantiere e siccome di chiodi non ce n’erano ho riciclato di tutto – ha raccontato Scarabelli -. Ho addirittura provato a picchiare nella roccia una vecchia pedivella di una bicicletta…”. Tempi epici, allora il Buco del Piombo era una meta turistica di richiamo: “C’era un bar per accogliere i turisti e noi eravamo amici del custode – ha ricordato Bianchi -. Grazie al suo aiuto, ci mandava su polli arrosto da mangiare, siamo rimasti in parete tre giorni dormendo su amache sospese nel vuoto”.

I saluti istituzionali

“Finalmente quest’anno, nonostante le mascherine, ci ritroviamo in presenza – ha detto il direttore del Festival Andrea Gaddi -. Valorizzare la montagna e il territorio, è anche questo uno degli scopi di questo appuntamento perciò, quest’anno, abbiamo pensato di realizzare un documentario dedicato alla storia dell’arrampicata al Buco del Piombo con la presenza dei protagonisti. Sono felice anche di presentare il Premio Stile Alpino che, al di là dei vincitori, mette in luce la passione di tutti questi fortissimi alpinisti che sanno sempre stupirci”.

Andrea Gaddi

“Valorizzare la montagna e chi la abita con tutta la sua meraviglia e le difficoltà che presenta, questo uno dei fronti sui quali siamo impegnati in Regione – ha detto l’assessore regionale Massimo Sartori -. Il lockdown ha permesso a moltissime persone di riscoprire la montagna e la qualità della vita in montagna e, azioni come quella di questa sera, permettono di far capire a tutti che la montagna è una risorsa che può creare anche posti di lavoro”.

Massimo Sertori

“La montagna va amata e va raccontata perciò vi ringrazio per il lavoro che c’è dietro a una serata come questa – ha detto l’assessore del comune di Lecco Giovanni Cattaneo -. Questo non è solo un modo per trasferire la memoria da una generazione all’altra, ma è anche la strada per incuriosire chi non ha la fortuna di aprire la finestra e ritrovarsi davanti il nostro spettacolo naturale”.

Giovanni Cattaneo