Successo per la serata organizzata dal Cai Lecco, Cai Ballabio e Cnsas
Un film potente e asciutto, coinvolgente senza mai trascendere in un banale pietismo
LECCO – “In quei drammatici giorni i soccorritori hanno fatto davvero qualcosa di straordinario: erano tutti lì, uniti, le divise di colore diverso ma con lo stesso obiettivo. Nel raccontare quegli avvenimenti abbiamo percepito la loro unione e abbiamo provato a trasmetterla”. Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon sono i registi di Marmolada 3.07.22, il docufilm sulla tragedia della Marmolada avvenuta proprio il 3 luglio del 2022 quando un immane crollo sul ghiacciaio travolse diverse persone che stavano effettuando la salita, uccidendone 11.
La pellicola, uscita nel 2023, è stata proiettata mercoledì sera al Palladium su iniziativa del Cai di Lecco, della sottosezione di Ballabio e del Cnsas, con l’obiettivo di far capire quanta professionalità, umanità e passione muove gli uomini e le donne del Soccorso Alpino e degli altri corpi.

In sala erano presenti, oltre che i registi, anche Christian Zanon, poliziotto, conduttore cinofilo e responsabile della Squadra cinofili del Centro addestramento alpino della Polizia di Stato di Moena, con la collega Maya, tra i primi a salire sul ghiacciaio dopo il crollo, e il geologo Fabio Baio. Dopo la proiezione registi e ospiti sono intervenuti, moderati dalla giornalista di LeccoNotizie.com Caterina Franci, per un dibattito con il numeroso pubblico presente (oltre 160 persone).
Il lavoro di Giorgia e Manuel mette insieme interviste, materiale inedito e riprese attuali, in un unico linguaggio narrativo che sa restituire l’impotenza dell’uomo di fronte alla forza di una natura ferita, stravolta e offesa. Un film potente e asciutto, coinvolgente senza mai trascendere in un banale pietismo, come specificato dai registi: “Abbiamo voluto trattare con il massimo rispetto le tematiche del dolore, evitando ogni riferimento macabro, considerando che inaspettatamente siamo stati investiti di grande responsabilità fiducia – ha spiegato Manuel Zarpellon – la Procura infatti ci ha messo a disposizione tutto il materiale, che abbiamo selezionato con estrema attenzione, e che avete visto nel film. Nel raccogliere le diverse testimonianze abbiamo rispettato il lavoro degli uomini e delle donne che hanno operato senza sosta per cercare i dispersi e recuperare i morti, mettendo a repentaglio la loro stessa vita: l’area del distacco era gigantesca, 2 km di lunghezza per 500 metri di larghezza, tutti i soccorritori impegnati avrebbero avuto solo pochi secondi per evacuare l’area nel caso in cui quel seracco residuo si fosse staccato”.
Il lavoro dei due giovani registi gode della collaborazione del CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico), del Club Alpino Italiano, del Collegio Nazionale Guide Alpine Italiane, della Protezione Civile, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia di Stato, dei Vigili del Fuoco Volontari e Permanenti.
Non solo testimonianza di un’operazione di soccorso in montagna senza precedenti, come spiegato dai registi, ma un appello ai sempre più numerosi (e spesso sprovveduti) escursionisti a rispettare le montagna e i suoi delicati equilibri.