Montagna. 14 marzo, il ricordo vola a Marco “Butch” Anghileri

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Dal Gruppo Gamma un pensiero per il forte alpinista

“Persona meravigliosa e buona, hai lasciato un grande vuoto”

LECCO – Sei anni fa, in un incidente sul Monte Bianco, moriva uno degli alpinisti simbolo di Lecco e non solo. Marco “Butch” Anghileri era conosciuto da tutti gli appassionati di montagna per il suo carattere aperto e solare.

Socio fondatore e presidente dell’editoriale Salca Srl, a sei anni dalla sua scomparsa resta ancora vivo nel nostro giornale il ricordo di quello che è stato, prima di tutto, un caro amico.

Di seguito pubblichiamo il ricordo del Gruppo Alpinistico Lecchese Gamma, del quale era membro:

“Una ricorrenza che non può passare inosservata, perché rimane ancora forte il dolore che ci ha colpito con la scomparsa di Marco Anghileri, che risale al 14 marzo 2014, mentre tentava di portare a termine un sogno, forse il più bello del suo curriculum di alpinista, che aveva a lungo cullato nella sua mente. Anche Marco, soggiogato come i più grandi alpinisti di ogni tempo, dal fascino dei Piloni sulla parete del Freney, che si ergono suggestivi e strapiombanti tra le frastagliate e spettacolari creste di Peuterèy e dell’Innominata, aveva intravisto l’obiettivo della vita, quello che avrebbe avuto il diritto per una pagina indelebile nella storia dell’alpinismo mondiale. L’aveva individuato nella prima solitaria invernale della via Jori-Bardill, difficoltà A2, V+, ED, sul Pilone Centrale del Freney, al versante Sud del Monte Bianco. Tutto accadde quando ormai sembrava fatta, e ha lasciato noi tutti col cuore gonfio a versare lacrime.

Ci troviamo certamente ancora in tanti a rimpiangere il nostro Marco, ricordandolo negli innumerevoli momenti gioiosi che ci ha donato. Per chi poi, come me, ha avuto la fortuna di vederlo crescere giorno per giorno, come uomo e come alpinista, il rimpianto si fa ancora più struggente, accentuato dal ricordo della sua rara generosità, di una incomparabile gentilezza, di una sincerità che si accompagnava alla spontaneità senza riserve, sempre con una carica di energia e di entusiasmo. Ci rimane negli occhi anche il suo aspetto giovanile, aperto e solare, che suscitava immediatamente simpatia, tanto che era facile capire perché intorno a lui si faceva a gara per diventarne amici e compagni di cordata.

Persona meravigliosa e buona, come poche altre se ne possono incontrare, Marco ci ha
lasciato nel cuore un grande vuoto, che non sappiamo se potrà essere nel tempo riempito:
ma questo neppure lo vogliamo, perché riempito significherebbe in fondo esserci
dimenticati di lui”.
Renato Frigerio, a nome del gruppo alpinistico lecchese Gamma