Montagna, escursioni e arrampicata: ecco le prime (poche) risposte per la fase 2

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Comuni al lavoro per una riapertura rapida e sicura

Il punto nell’incontro organizzato dal consigliere Filippo Boscagli

LECCO – “Cerchiamo di fare chiarezza su quello che sta avvenendo anche se di chiaro c’è ancora poco. E’ l’inizio di un lungo lavoro”. Il consigliere comunale di minoranza lecchese Filippo Boscagli ha cominciato così l’incontro on-line organizzato nella serata di oggi, mercoledì, per provare a capire cosa cambierà concretamente dal 4 maggio per chi vuole andare in montagna. All’incontro hanno preso parte anche Alberto Pirovano, consigliere comunale e presidente del Cai Lecco, e Luca Luigi Ceriani, istruttore nazionale Fasi (Federazione Arrampicata Sportiva Itaiana), psicoterapeuta ed esperto di montagna-terapia.

Cosa si potrà fare dal 4 maggio?

“Purtroppo non ho tutte le risposte alle domande che mi sono state rivolte perché non tutte dipendono dalle decisioni dei comuni, però proviamo a fare un po’ di chiarezza partendo dal presupposto che nel nuovo decreto la montagna non è citata” ha detto Boscagli.

Di sicuro, in questi ultimi tre giorni, c’è stato un gran lavoro dei sindaci per capire dove posizionare la montagna rispetto a ciò che si può fare o non fare: la montagna è senza dubbio all’interno dell’attività sportiva e motoria che sarà consentita da lunedì 4 maggio.

Posso prendere l’auto e spostarmi per andare in montagna?

“I limiti tassativi agli spostamenti restano anche nel nuovo decreto, l’unica variante è che ci si può muovere anche per andare dai propri congiunti – ha specificato Boscagli -. Gli spostamenti per fare attività sportiva o motoria, quindi, non rientrano nei casi previsti: se abito a Milano non posso prendere la macchina e spostarmi per andare in montagna. Questa sembra l’unica cosa chiara che pare emergere dal decreto in vigore dal 4 al 18 maggio. Quindi, tendenzialmente, l’attività sportiva e motoria si fa nel proprio comune”.

Posso sconfinare in altri comuni durante l’attività motoria?

“Banalmente, se parto a piedi da Lecco, vado ai Resinelli e faccio la traversata bassa, pur senza usare l’auto, attraverso vari comuni: posso farlo? E’ una domanda che i sindaci si stanno ponendo, ma non è stata ancora data una risposta da parte di Governo e Prefetture – ha detto Boscagli -. Al momento non c’è ancora una risposta. E lo stesso discorso vale per l’utilizzo della bicicletta”.

I sentieri saranno tutti aperti?

“L’apertura o la chiusura dei sentieri spetta ai comuni e si stanno facendo diverse ipotesi: da chi non pone limiti, a chi sta pensando di mettere dei limiti di quota – ha detto Boscagli -. Su Lecco città il tema è come controllare che si vada in montagna seguendo le regole e che non si creino assembramenti. Sono tante le ipotesi e i ragionamenti fatti nelle ultime 48 ore. Ogni comune nelle prossime ore farà la sua ordinanza, ma in questi due giorni tutti hanno cercato di coordinarsi per decidere come affrontare queste problematiche”. Ad esempio, ma bisognerà comunque attendere l’ufficialità delle ordinanze, Mandello e Pasturo sembrano intenzionati a consentire escursioni fino a livello Pialeral (quota 1.400 metri), mentre la Valvarrone, anche per la sua conformazione, potrebbe non porre nessun limite.

Ferrate e arrampicata?

“Nel decreto non è citata la montagna, tanto meno ferrate e arrampicata. Stando al decreto si tratterebbe di attività intensive con le relative distanze da rispettare. Ovviamente, anche in questo caso, sono tanti i dubbi su come si possa svolgere questa attività in sicurezza. Non potendo spostarsi in macchina bisogna anche capire di che numeri stiamo parlando con tutte le conseguenze del caso – ha detto Boscagli -. Sono temi su cui stanno lavorando tutti i comuni perché, anche per la montagna, è importante che la riapertura avvenga il prima possibile e in sicurezza”.

Filippo Boscagli, durante l’incontro organizzato on-line

Il presidente del Cai Alberto Pirovano

“E’ un gran casino, anche la cosa più banale non lo è – ha esordito Alberto Pirovano, presidente del Cai e consigliere comunale di maggioranza -. Le persone hanno bisogno di risposte chiare su ciò che si può e che non si può fare. Personalmente sto lavorando sulla riapertura dei rifugi e posso dire che, per via delle loro peculiarità, è complicatissimo. Capisco che da qui al 18 maggio è difficile accettare ulteriori restrizioni ma bisogna cambiare punto di vista. E’ vero che tutti andiamo da soli, ma la somma di tanti uno può essere troppo”.

“Anche io spero che si possa riaprire il prima possibile – ha continuato – ma preferisco un’apertura ragionata con sindaci, associazioni della montagna e runners piuttosto che un’apertura stile cancello di scuola all’ultimo giorno prima delle vacanze. Proprio per questo lo spirito con cui si sta lavorando è quello di organizzare una riapertura il più possibile chiara, ordinata e precisa”.

“Qui non si tratta di studiare un itinerario che ci permetta di aggirare la normativa. L’unica certezza è che il virus ci accompagnerà per molto tempo: cambierà il nostro modo di vivere e anche di andare in montagna. Servirà il buon senso anche se questo può voler dire la disinfezione delle mani alla base di una parete di arrampicata o in palestra per ridurre il rischio di contagio. Speriamo che nelle FAQ del Governo vengano date indicazioni precise sulle attività”.

Soccorsi in montagna

Altra domanda messa sul tavolo dal presidente del Cai Pirovano è: cosa succede in caso di incidente? “Le strutture ospedaliere sono ancora sotto stress e un incidente in montagna coinvolge una equipe medica – ha continuato Pirovano -. Da un lato si distraggono queste persone da altri interventi, dall’altro bisogna pensare a come devono proteggersi i soccorritori. Il Soccorso Alpino si sta preparando con procedure che, ovviamente, non possono essere testate sul campo, ma proprio da parte del Soccorso Alpino ho percepito parecchie preoccupazioni. Molto dipenderà dal comportamento che sapremo tenere nei primi giorni, sarà importante dimostrare tutta la nostra intelligenza collettiva a partire dalla programmazione e dalla scelta degli itinerari”.

Luca Luigi Ceriani esperto di montagna-terapia

Luca Luigi Ceriani è arrampicatore, istruttore Fasi e psicoterapeuta esperto di montagna-terapia: “Due sono le questioni: sottostimiamo l’intelligenza e il buon senso degli italiani e, alla luce dei decreti, si sottovaluta la salute psicologica delle persone che invece è un bene primario – ha detto -. Credo che l’accento debba essere posto più che sul divieto, sulla possibilità di trovare un modo per fruire dello spazio. Credo che dobbiamo concederci dei margini di sperimentazione che nelle ordinanze purtroppo non vengono mai indicati”.

Quindi un richiamo al ruolo della politica: “E’ diritto di tutti fruire degli spazi, in ballo c’è la salute psicologica delle persone. Quando si fanno ordinanze non devono andare esclusivamente verso la limitazione ma bisogna immaginare modalità di fruizione. La politica deve avere una visione e deve assumersi rischi e responsabilità. La paura non si combatte con la paura”.

Al lavoro per riaprire il prima possibile e in sicurezza

L’obiettivo comune resta quello di cercare di riaprire il prima possibile e in sicurezza: “Da qui al 4 maggio – ha concluso Boscagli – c’è ancora margine per capire come utilizzare i piccoli spazi di libertà che ci vengono dati. E’ solo l’inizio di un lavoro che stiamo portando avanti tutti insieme”.