Montagna. Ripetizione invernale dello spigolo nord del Badile per il gruppo AsenPark

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Massimo Ratti, Pietro Bonaiti e Claudio Clozza in vetta al Pizzo Badile dopo aver salito lo spigolo nord in invernale

Massimo Ratti, Claudio Clozza e Pietro Bonaiti hanno salito la storica via ripetuta per la prima volta in inverno da Aldo Anghileri, Casimiro Ferrari e Pino Negri

“Freddo e vento forte ma era un sogno nel cassetto da anni”

LECCO – Ripetizione invernale dello spigolo nord del Pizzo Badile per Massimo Ratti, Claudio Clozza e Pietro Bonaiti Pedroni del team AsenPark. Lo scorso fine settimana i tre alpinisti lecchesi si sono cimentati in una bell’avventura, condita da freddo e vento, lungo la via – aperta nel 1923 dagli svizzeri Alfred Zürcher e Walter Risch – la cui prima ripetizione invernale, nel 1965, porta la firma dei grandi Casimiro Ferrari, Aldo ‘Aldino’ Anghileri e Pino Negri. L’elegante spigolo nord del Badile era poi stato teatro, nell’inverno del 1993, di un’altra impresa lecchese: la prima salita in solitaria invernale del fuoriclasse Giorgio Anghileri, figlio di Aldino.

Un sogno nel cassetto

Lo scorso weekend i tre giovani lecchesi hanno realizzato un piccolo grande sogno tenuto nel cassetto per diverso tempo: “L’idea di scalare lo spigolo nord del Badile in inverno c’è sempre stata tra noi – ha spiegato Massimo Ratti – è una via storica e segnata dal passaggio di grandi alpinisti lecchesi”. Ad alimentare il sogno anche un articolo scritto dal Ragno Matteo Bernasconi, scomparso nel maggio 2020 in un incidente in montagna: “Aveva raccontato la sua prima scalata invernale qui – ricorda Pietro Bonaiti – facendo aumentare la voglia di provarci”.

Per Ratti non è stata la prima volta sullo spigolo: “Lo avevo salito d’estate, ma in inverno è un’altra cosa, esperienza diversissima. Il paradosso, poi – racconta – è stato poi quello del meteo: dopo mesi senza precipitazioni e alta pressione proprio nel weekend fissato per andare al Badile è cambiato tutto, le previsioni davano ‘vento tempestoso da nord’ e addirittura una bufera di neve lunedì mattina. Oramai però eravamo determinati, quindi abbiamo rivisto il programma, che originariamente prevedeva tre giorni di tempo per scalare più un quarto d’emergenza, decidendo di partire sabato mattina per tracciare l’avvicinamento fino all’attacco della parete e provare ad uscirne in due giorni, evitando il brutto”.

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L’avvicinamento

I due giorni di scalata

“Sabato mattina alle 3.30 siamo partiti da Lecco direzione Bondo. 5.15 abbiamo iniziato a camminare verso la capanna Sasc Furà, con noi c’erano due amici, Andrea Dell’Oro e Davide Guerra, che ci hanno accompagnati aiutandoci a tracciare e caricando le corde per dividere un po’ il peso: che cuore!”.

pizzo badile-asenparkI tre arrivano alla base dello Spigolo intorno alle 11, l’avventura è pronta a cominciare: “Il vento soffiava già forte ma ci siamo messi comunque l’imbrago e abbiamo appeso il materiale. In sincerità, se in quel momento uno di noi tre avesse detto una frase tipo ‘C’è troppo vento, torniamo indietro’ nessuno avrebbe avuto da ridire. Sta di fatto che nessuno ha parlato!“. La scalata non è delle più semplici a causa del forte vento: “Ululava così forte che facevamo fatica a sentirci” ricordano i tre ragazzi “alla fine siamo arrivati alle 20 a metà spigolo circa, sotto la vecchia frana: dovevamo cercare un posto dove bivaccare. E’ stata dura ma alla fine abbiamo trovato uno spazietto dove passare la notte, siamo belli schiacciati ma riusciamo comunque a mangiare qualcosa. Sopra di noi una stellata magnifica”.

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Il bivacco in parete

Vetta

Al risveglio si riparte. Sono le 16 quando la cordata raggiunge la vetta del Badile, l’entusiasmo è grande e non manca la foto di rito davanti alla piramide: “Il tempo di mangiare qualcosa e abbiamo iniziato la discesa in doppia lungo la parete sud, per fortuna risparmiata dal vento, ci è sembrato di rinascere – ha detto Massimo -. Una volta arrivati sul nevaio abbiamo realizzato tutto, ci è anche passato per la mente di fermarci a dormire al bivacco del rifugio Gianetti ma la stanchezza e la voglia di mettere sotto ai denti qualcosa di buono ci ha dato la carica per tornare a valle. Alle 21.30 siamo arrivati ai bagni di Masino dove ci sono venuti incontro gli amici Davide Bernasconi e Andrea Dell’Oro . E’ stata davvero una bellissima avventura, grazie a tutti quelli che ci hanno supportato – concludono Massimo, Pietro e Claudio – questo è il senso di essere un gruppo di montagna!”.

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Lo spigolo dall’alto

Le congratulazioni del Gruppo Gamma

Anche il Gruppo Gamma ha voluto congratularsi con i tre giovani per la scalata: “Il Pizzo Badile è la più imponente montagna del Gruppo della Bondasca. Vera e propria cattedrale di granito, il Pizzo Badile è il sogno pietrificato di ogni alpinista – hanno scritto su facebook – Nei giorni scorsi, tre giovani ragazzi Claudio Clozza, Pietro Bonaiti, Massimo Ratti si sono confrontati in una stagione invernale particolarmente anomala nella salita di questa rinomata montagna, lungo lo spigolo nord. Freddo e tanto vento hanno condito le giornate dei tre alpinisti nell’ascensione. L’elegante spigolo nord del Pizzo Badile riserva una tra le più belle e storiche arrampicate su granito del gruppo Masino-Bregaglia e non solo. La salita, richiede un buon grado di allenamento ed esperienza su terreno misto, presenta circa 750 metri di dislivello su più di 1000 metri di sviluppo di sola arrampicata, suddivisi in poco meno di una quarantina di tiri di corda. Le salite invernali, come le aperture di nuovi itinerari dei Lecchesi su questa montagna sono da sempre capitoli importanti, ancora vivi nelle memorie e pieni di tanta passione e sacrificio”.