Monti Sorgenti arriva “Fino alla fine dell’Everest” con Davide Chiesa

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Emilio Aldeghi, coordinatore della rassegna, e Davide Chiesa

Incontro con l’alpinista, fotografo e videomaker piacentino

Mercoledì al Circolo Figini di Maggianico la mostra su Ginetto Esposito

LECCO – Si susseguono gli appuntamenti del ricco programma dell’11^ edizione di Monti Sorgenti, la rassegna dedicata alla montagna organizzata dal Cai Lecco con la collaborazione di Fondazione Cassin e Ragni di Lecco. Nella serata di ieri, lunedì, è stata la volta dell’alpinista, fotografo e videomaker Davide Chiesa che ha presentato “Fino alla fine dell’Everest”. Cinquantenne, uomo di pianura (della provincia di Piacenza, vicino ai monti dell’Oltrepò), è stato articolista, documentarista e veterano conferenziere, collaboratore della Rivista del Club Alpino Italiano, e anche di Alp, Pareti e Meridiani Montagne.

Un alpinista “quasi come noi”, ovvero non professionista, che decide di sfidare l’Everest (8848 metri). Il 20 maggio 2017 raggiunge la vetta della montagna più alta del mondo dal Nepal per la storica cresta sud, via dei primi salitori, riuscendo a realizzare un film-documentario nonostante le rigidissime temperature, soprattutto il giorno di vetta, dimostrando una passione “estrema” per questo tipo di creatività documentativa. Il film-documentario, molto apprezzato dal pubblico, racconta la lunga ascensione da parte di un alpinista di pianura e “non professionista”. Un racconto sincero ed emozionante tra ripensamenti, determinazione, gioia e paure.

Dopo questo ennesimo bell’incontro, Monti Sorgenti si prende giusto una giornata di pausa per ritornare mercoledì con un nuovo appuntamento da non perdere. Mercoledì 11 maggio al Circolo Figini di Maggianico (via dell’Armonia, 5 a Lecco ore 18.30) lo storico di montagna Alberto Benini presenterà una mostra fotografica sull’alpinista Ginetto Esposito.

Nella vita di tutti giorni era un elettricista, è stato una delle colonne portanti del gruppo del Dopolavoro Nuova Italia. Vero navigatore delle cordate di Cassin, dove le pareti risultavano meno leggibili e più complesse, Ginetto Esposito ha rappresentato una sicurezza assoluta per i suoi compagni. Una piccola mostra che si muove da qualcuno dei suoi cimeli per ricostruire una figura di grande rilevanza umana e alpinistica.

Ringraziamo Giancarlo Airoldi per le fotografie in pagina

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