Monti Sorgenti, che sorpresa! Subito emozioni con la mostra “Spedizioni”

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Aperta ufficialmente la nona edizione della rassegna Monti Sorgenti

Presentata la mostra “Spedizioni – Cartoline tra uomini e montagne”, un’esposizione unica

Giovanna Colombo, Alessandro Dubini, Alberto Pirovano, Simona Piazza, Emilio Aldeghi, Annibale Rota

LECCO – Chi avrebbe immaginato che una mostra di “vecchie” cartoline potesse suscitare tante emozioni? E invece…

Si è aperta con una bella sorpresa l’edizione numero nove di “Monti Sorgenti”, la rassegna dedicata alla montagna organizzata da Cai Lecco, Fondazione Riccardo Cassin e Gruppo Ragni della Grignetta.

Emilio Aldeghi e Annibale Rota

“Apriamo questa rassegna con un vero e proprio tesoro che siamo andati a scovare nel cassetto di Annibale Rota” ha detto Emilio Aldeghi, ex presidente del Cai Lecco e coordinatore della rassegna.

“Parlare di cartoline sembra di parlare di qualcosa di lontanissimo – ha detto il presidente del Cai Alberto Pirovano -. Quando mi hanno parlato di questa mostra qualche dubbio l’ho avuto, ma mi sono dovuto ricredere: Alessandro Dubini e Giovanna Colombo sono riusciti a rendere moderno un linguaggio che moderno non è”.

120 cartoline, cinquant’anni di storia dell’alpinismo, dal 1956 al 2000, un vero e proprio viaggio attraverso quei semplici ricordi che gli alpinisti, dall’altra parte del mondo, spedivano a casa di parenti e amici.

Una mostra da gustare con calma. Il bello è ricordare volti e aneddoti attraverso quelle poche righe corredate dalle firme. Dietro a ogni cartolina c’è una storia che, anno dopo anno, si intreccia con le altre. Sarmiento, Cerro Torre, Buckland, le prime spedizioni sugli Ottomila…

Un “groviglio” di nomi tutto da scoprire, a cui la mostra riesce a dare un senso collocando al posto giusto tutti i tasselli di un grande puzzle.

“Tutto è cominciato nel 1973: ogni tanto, nella bacheca della sede Cai, vedevo appese queste cartoline che dopo un po’ sparivano per lasciare spazio ad altre. – racconta Annibale Rota, ex presidente del Cai Lecco che ha raccolto, catalogato con cura e messo a disposizione questo prezioso materiale -. Pensavo che quelle cartoline venissero archiviate, invece ho scoperto che venivano buttate e allora ho deciso di iniziare questa collezione”.

Un grande lavoro di ricerca che ha valicato i confini di Lecco: “Alcune cartoline le ho trovate a Milano, su una bancarella di libri usati. Tutta la parte iniziale, con le cartoline più importanti e difficili da trovare, mi è stata donata dal Ragno Giovanni Ratti. Poi ci sono cartoline di Riccardo Cassin, Gianacarlo Riva, Tino Albani… E’ una mostra che racconta un momento di vita dell’alpinismo lecchese”.

Fondamentale l’allestimento, opera di Alessandro Dubini e Giovanna Colombo: “La mostra racconta 120 storie che hanno in comune uomini, la distanza e la città di Lecco. Il percorso inizia con una cartolina e segue una linea rossa: la linea del tempo che vuole rappresentare una cordata che unisce tutti questi alpinisti alle montagne. Un grazie ad Annibale Rota per averci trasmesso l’importanza di tutto questo materiale”.

La mostra è aperta a Palazzo delle Paure fino al 2 giugno (da martedì a venerdì 9.30-19; sabato e domenica 10-19) ed è assolutamente da non perdere! Monti Sorgenti è appena cominciato e, come si dice, se il buongiorno si vede dal mattino…

Monti Sorgenti continua…

Secondo appuntamento della rassegna con il film “Mountain” in programma lunedì 13 maggio allo Spazio Teatro Invito (via Foscolo, 42). Il documentario australiano del 2017 propone una visione originale e unica dell’alta quota per in cinema di montagna: puro spettacolo, con un valzer di riprese impossibili e spettacolari realizzate da elicotteri o telecamere indossate da alpinisti e atleti. Il film è frutto di una selezione su un girato di 2000 ore in 15 paesi diversi e di una sapiente composizione che arriva allo spettatore accompagnata da un testo dello scrittore inglese Robert Macfarlane letto dall’attore Willem Dafoe. La colonna sonora è targata Australian Chamber Orchestra ed eseguita nella Sydney Opera House. Le parti didascaliche sono completamente abbandonate, si punta alla pura emozione, andando oltre l’alpinismo.