Resinelli. Marta Rivetti lascia il rifugio Porta: “Si chiude una bellissima esperienza”

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Marta Rivetti, da tre anni gestrice del rifugio Porta ai Resinelli
Marta Rivetti, da tre anni gestisce il rifugio Porta ai Resinelli

Da tre anni, con passione e competenza, è alla guida dello storico rifugio ai Piani Resinelli

“Purtroppo il Cai Milano ha deciso di non rinnovare il mio contratto”

PIANI RESINELLI – “Inaspettatamente si chiude una bellissima esperienza durata tre anni”. C’è un pizzico di rammarico nelle parole di Marta Rivetti, 38 anni, che da 3 anni gestisce lo storico Rifugio Carlo Porta ai Piani Resinelli. Lei il mestiere di rifugista se l’è scelto tanti anni fa, quando ancora 14enne face una stagione come lavapiatti sulle Alpi Piemontesi, al confine con Francia e Valle D’Aosta.

Una passione prima che un mestiere. Ci ha dedicato anni, non smettendo mai di studiare: parla quattro lingue oltre ad aver seguito corsi di receptionist, pizzaiolo, sommelier… Un bagaglio d’esperienza che si è consolidato con svariate esperienze dal Monte Bianco fino ai Pirenei, competenze e qualità umane che ha portato anche ai Piani di Resinelli in un rifugio che arrivava da una serie di cambi di gestione.

Tutti si aspettavano che la storia col Porta potesse proseguire, ma così non è stato: “Il Cai Milano (proprietario della storica struttura alla cui realizzazione ha lavorato l’architetto Mezzanotte, lo stesso che ha progettato il Palazzo della Borsa di Milano, ndr) ha deciso diversamente e mi ha comunicato che il mio contratto non sarebbe stato rinnovato. Inutile dire che mi dispiace: sono partita offrendo zuppe e tè per farmi conoscere, ho cercato di rendere la struttura sempre più accogliente e, non senza fatica e sacrifici, sono riuscita a creare un bel giro sviluppando prima degli affari i rapporti umani, come credo dovrebbe essere soprattutto in un rifugio”.

Marta Rivetti

In questi tre anni anche il Covid ci ha messo il suo zampino ma Marta si è sempre rimboccata le maniche. Molteplici le attività organizzate, ha interpretato il suo mestiere adattandolo ai tempi attuali: “Attraverso progetti e proposte varie ho intrecciato legami con scuole, Cai, associazioni del territorio e della vicina Brianza. Ho puntato tanto sulla cultura organizzando teatri, yoga, concorsi di fotografia, notti al chiar di luna, abbiamo anche ospitato seminari e collaborato a un bellissimo progetto del Family Cai di Macherio-Vedano rivolto ai più piccoli e improntato sull’ecologia. Ho anche incentivato i pernottamenti rivolgendomi alle famiglie per far viver loro un’esperienza diversa. Dopo la prima ondata del Covid ho acquistato delle tende per far provare l’emozione di una notte all’aperto, esperienza molto apprezzata da bambini e famiglie”.

Quel che Marta si porterà via con sé è la stima di tantissimi clienti: “Al Porta lascio il cuore, ma tant’è. Ho ricevuto apprezzamenti da molte persone e credo che questa sia la miglior conferma della bontà del mio lavoro e dell’impegno che ho messo ogni giorno”.

E proprio perché ha sempre lavorato con passione coltivando rapporti umani, Marta vuole regalarsi e regalare un momento di saluto ai suoi amici e agli amici del “suo” rifugio: “Ho pensato di organizzare un momento conviviale di saluto domenica 20 febbraio. Un ritrovo per far rivivere un’ultima volta quel clima di festa e di accoglienza che ho sempre cercato di far respirare in questi anni. Sarà una festa molto semplice, un pranzo in compagnia e nel pomeriggio (dalle 14 alle 18) ci sarà musica dal vivo con due band del territorio molto conosciute. Non c’è bisogno di prenotare, chi passa trova le porte aperte, ancora una volta accoglierò tutti con un sorriso e un abbraccio”.

E adesso cosa farai? “Lo spirito di adattamento e la passione non mancano. Non ho rimpianti e nulla da rimproverarmi, rifarei tutto quello che ho fatto. Sebbene non sarà semplice adesso si volta pagina. Come si dice… Si chiude il ‘Porta’ ma si apre un portone”.