Mandello. E’ morto Corrado Zucchi Ragno e Guida Alpina, aveva 84 anni

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Corrado Zucchi, alpinista mandellese dei Ragni di Lecco
Corrado Zucchi (foto Ragni di Lecco)

Cresciuto in una famiglia di alpinisti era fratello di Annibale (Ragno) e Giovanni (Guida Alpina)

Con la morte di Corrado Zucchi se ne va un vero alpinista e un vero Ragno

MANDELLO – “Ancora un grande amico e grande alpinista che se ne va…” Un nuovo lutto ha scosso la grande famiglia dei Ragni della Grignetta e tutto il mondo dell’alpinismo.

Questa mattina, mercoledì 28 aprile, è morto Corrado Zucchi, Ragno, Guida Alpina e membro dei “Lupi della Monte Bianco”, ovvero gli Alpini che hanno svolto il servizio di leva presso la Caserma Monte Bianco di La Thuille (AO), sede distaccata della Scuola Militare Alpina con specializzazione di roccia e sci alpinismo.
Classe 1937, nel 2019 aveva ricevuto dal Collegio regionale guide alpine Lombardia il diploma con l’onorificenza di Guida Alpina Emerita, Corrado Zucchi, infatti, era Guida Alpina dal gennaio 1961. In quell’occasione era stato premiato con il fratello Giovanni, classe 1932 e guida alpina a sua volta dal 1957.

Nato e cresciuto a Mandello del Lario, ha lavorato presso la ditta Carcano poi, diventato Guida Alpina, ha affiancato il lavoro in azienda a quello in montagna accompagnando su tutto l’arco alpino moltissimi appassionati.

“Membro di una famiglia che, evidentemente, ha nel Dna la vocazione per l’alpinismo – ricordano i Ragni – Anche il fratello Annibale ha vestito infatti il Maglione Rosso e il figlio, Corrado junior (il padre all’anagrafe è Luigi Corrado, ndr), è anch’egli membro del nostro sodalizio. Alla sua famiglia e agli amici vanno le nostre più sentite condoglianze e il nostro forte e fraterno abbraccio”.

Corrado Zucchi ha cominciato giovane ad andare per roccia. Ancor prima di indossare la divisa militare, tra le altre scalate era già salito sul Bernina, tre volte sul Sasso Cavallo sempre per vie diverse, sul Torrione Ratti, sul Civetta, sul Disgrazia, già faceva parte del Consorzio Nazionale Guide e Portatori e già era membro del Soccorso Alpino in anni eroici, prima dell’avvento dell’elicottero che oggi facilita molto la vita ai soccorritori: si era distinto per tre interventi consecutivi nella stessa giornata sulle pareti della Grigna.

Alla Scuola Militare Alpina di Aosta (Caserma Monte Bianco) non potevano non riconoscere tanta abilità: gli fu affidato un incarico riservato a ufficiali e sottufficiali in servizio permanente effettivo e fu mandato, in qualità di Istruttore, al corso per Istruttori Militari di Alpinismo a istruire quelli che sarebbero diventati istruttori; da militare fece numerose scalate nel gruppo del Sella/Sassolungo, dell’Ortles/Cevadale, salì sul Dente del Gigante, sul Sasso Cavallo; fece la traversata dal Livrio al Gran Zebrù salendolo dalla Suldengrat, proseguendo per il Cevedale e la traversata integrale delle “13 cime”; sempre da militare, fu messo a disposizione del Ministro inglese dei Trasporti Ernest Marples e lo guidò in numerose arrampicate sul gruppo del Sella e del Sassolungo; quando lasciò la Monte Bianco ricevette gli encomi dal Comandante della Scuola Militare di Aosta, di cui fu guida alpina personale.

Non si contano le sue scalate in tutto l’arco alpino, dalle Cime di Lavaredo al Monte Rosa, dalla Marmolada al Gran Paradiso, dall’Ortles alle Alpi Marittime, sul Gran Sasso negli Appennini e naturalmente sulla Grigna, la montagna dei Ragni di Lecco, di cui è membro fin dal 1961; qualche mese prima che Bonatti la rendesse celebre con la sua memorabile prima invernale del 1963, scalò la parete Nord delle Grandes Jorasses (che con quella del Cervino e dell’Eiger sono note come “le tre nord delle Alpi”). Era il 1962 quando il mandellese effettuò una delle prime ripetizioni italiane della via Cassin alle Grandes Jorasses (Monte Bianco), parete Nord, Sperone Walker, con Nando Nusdeo, Vasco Taldo e Roberto Osio. Tra le salite ricordiamo anche, nel giugno del 1960, la prima ascensione con Giorgio Redaelli e Pierlorenzo Acquistapace (Canèla) dello spigolo sud-est e parete sud della Torre Venezia (Civetta, Dolomiti). Corrado, poi, partecipò in veste di istruttore al 1° Corso Nazionale per aspiranti Guida svolto a Courmayeur.

Non solo le Alpi conobbero le sue imprese, partecipò a spedizioni alpinistiche sul monte Kenya, sul Kilimangiaro, sul Ruwenzori, fallito per il brutto tempo, sul vulcano Nyiragongo nello Zaire, sulle Ande Peruviane e persino nel deserto Algerino dove scalò tre cime nel gruppo del monte Hoggar.

Con Corrado se ne va un vero alpinista e un vero Ragno. Corrado Zucchi lascia la moglie Serafina, i figli Francesca e Corrado e l’amato nipote Giacomo.