Inaugurato il “nuovo” Rifugio Elisa, capanna dalle mille rinascite

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Con una celebrazione nella splendida cornice delle Grigne, prende il via un altro capitolo del rifugio

“Costruire un rifugio una delle prime idee dei soci fondatori. Portarlo avanti è un impegno che unisce tutti i componenti della sezione, passati, presenti e futuri”

MANDELLO – Da ieri, domenica, è cominciato ufficialmente un nuovo capitolo di storia per il Rifugio Elisa: a sancirlo la festa di inaugurazione organizzata dal Cai Grigne di Mandello, realizzata per riunire appassionati della montagna e amanti del rifugio nel celebrare il rinnovamento della struttura.

Gli imprevisti, uno su tutti l’assenza dell’elicottero, non hanno in alcun modo scalfito la partecipazione e la voglia di stare insieme, anzi hanno reso ancora più autentici i festeggiamenti, dove non sempre tutto va come programmato.

Un andamento delle celebrazioni che, in un certo senso, ricalca le vicende turbolente che hanno segnato la vita del rifugio, capace però sempre di superare le difficoltà e rinascere dalle sue ceneri, proprio come hanno saputo fare i soci Cai della sezione mandellese, sopperendo ai vari inconvenienti in fase di progettazione della festa.

Non ha tradito invece il tempo, sereno per tutta la giornata e capace di rendere ancora più perfetto, se possibile, lo scenario in cui la struttura è collocata, tra il Sasso Cavallo e il Sasso dei Carbonari, con vista sulla cittadina di Mandello.

Ad aprire la cerimonia d’inaugurazione la Santa Messa, celebrata da Don Alessandro Comini, giunto direttamente da Pavia, che durante la sua predica ha sottolineato come le buone azioni dell’uomo possano contribuire a esaltare la bellezza del creato: “Questo rifugio non va dato per scontato: come tutte le cose belle è frutto dell’energia, del tempo e della fatica di uomini volenterosi che hanno donato se stessi per gli altri, mettendo da parte i loro desideri e interessi per creare una struttura capace di offrire accoglienza ai frequentatori della montagna. Quando sulla natura c’è un’attività ragionevole dell’uomo, votata a renderla accessibile e a valorizzarla, questa diventa ancora più pregevole“.

Ha preso poi la parola il vicepresidente del Cai Luca Gaddi, facendo le veci del presidente Giancarlo Pomi, assente alla cerimonia. Attraverso il suo intervento i presenti hanno potuto ripercorrere i momenti più significativi dell’esistenza del Rifugio Elisa, dalla sua nascita nel 1927 fino ai giorni nostri: “Costruire un rifugio come casa dei soci della sezione, aperta a tutti gli appassionati della montagna e dei nostri monti, è stata una delle prime idee dei soci fondatori“, esordisce Luca Gaddi.

Tante per la struttura le difficoltà incontrate lungo il cammino: il primo grande colpo nel 1944, quando il rifugio venne incendiato dai nazifascisti per impedirne l’utilizzo ai partigiani dell’89° Brigata Poletti, barbarie a cui sopravvissero solo i muri perimetrali. Grazie all’impegno e all’ostinazione dei soci Cai e non solo, a fine ottobre 1947 la capanna iniziò a vedere una nuova luce con l’apposizione dell’ultima trave sul tetto, a cui seguirono dei lavori interni per restituire alla struttura la sua originale fisionomia, inaugurata nuovamente nel 1949.

Dopo innumerevoli anni il rifugio però cominciò a scontrarsi con lo scorrere del tempo e con la necessità di doversi adeguare alle nuove norme in materia, come spiega il vicepresidente Gaddi: “Le crescenti esigenze dei visitatori e le stringenti norme igienico-sanitarie hanno reso necessari nuovi interventi di sistemazione e adeguamento: l’adozione di una cisterna, la pompa per l’acqua, la sistemazione della sorgente, l’ammodernamento della cucina, l’installazione di un nuovo impianto elettrico alimentato da pannelli solari. Un impegno che idealmente unisce chi fondò la sezione, chi la riattivò dopo la guerra e chi la guida oggi, e che sicuramente anche i futuri consiglieri continueranno“.

Con gli ultimi lavori di ristrutturazione aggiunta la nuova cucina, la nuova cantina con cisterna, l’impianto di fognatura che rispetta i requisiti di legge attuali e la linea vita sul tetto. “Mancano alcune migliorie – sottolinea il vicepresidente della sezione mandellese – come la stufa nella sala da pranzo, un’altra cisterna per l’accumulo della sorgente e la sistemazione del sentiero retrostante la cucina, oltre che gli scarichi pluviali del tetto. Al momento pensiamo tuttavia di aver soddisfatto i desideri dei nostri predecessori“.

Un ultimo appello viene rivolto a Elena Cosmo, gestore del rifugio: “Mantieni il nostro rifugio sempre in buon ordine, accogliente, simpatico e felice. Ricevi tutti sempre con un gran sorriso“. E infine ai volontari: “Senza di loro tutto quello che vedete non sarebbe mai esistito, dire grazie è poca cosa ma per loro è più che sufficiente”.

Con un messaggio ha fatto sentire la sua presenza alla cerimonia anche il presidente dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) Roberto Citterio: “Quello di oggi è l’ultimo capitolo di una lunga storia di attenzione e di cura che il Cai di Mandello ha sempre riservato al suo rifugio. L'”Elisa”, come altri luoghi della Grigna, funsero da base per tutti coloro che, a rischio della propria vita, scelsero di opporsi al fascismo. In questo giorno di festa per il rifugio è giusto ricordare quegli anni difficili e cruciali, e il sacrificio di persone che, nonostante i punti di vista differenti, seppero unirsi nella lotta per la libertà e l’indipendenza dell’Italia”.

Tante altre le figure istituzionali intervenute, tra cui l’assessore Sergio Gatti, che ci ha tenuto a spiegare perché il Rifugio Elisa viene denominato dai mandellesi “capanna”: “Per la sua storia centenaria e per le traversie che ha avuto: nonostante tutto però è sempre risorta e ora è qui rinnovata, ancora più accogliente e pronta a fornire ristoro e tranquillità agli escursionisti che verranno in Grigna”.

Chiamati al microfono anche Fabrizio Carella, presidente della Commissione rifugi e opere alpine del Cai Lombardia, e Alberto Pirovano, consigliere del Cai centrale, che ha portato spunti e riflessioni per il futuro della struttura.

A chiudere la cerimonia di inaugurazione il tradizionale taglio del nastro sulla porta della nuova cucina, e il pranzo. Ha accompagnato la Santa Messa e i momenti di convivialità il Coro Grigna dell’Ana di Lecco.

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