Un trionfo per Luigino Airoldi l’alpinista col sorriso

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“Il suo nome non è riportato sull’Enciclopedia della montagna, di lui se n’è sentito parlare poco. Chi non racconta, non dice, non si mostra, rischia poi di non esistere”, così, venerdì 30 settembre, la scrittrice e amica Mirella Tenderini ha presentato lo straordinario Luigino Airoldi, alpinista esploratore, ma anche membro del Gruppo Ragni di Lecco, Istruttore Nazionale di Alpinismo del Cai, Accademico del Cai, Membro del “Groupe Haute Montaigne” ( il più alto riconoscimento alpinistico a livello Europeo), “Azzurro d’Italia”, su nomina del Coni e Grande Ufficiale” della Repubblica Italiana autore di 42 spedizioni extraeuropee.

Un’intera serata  (che fa parte della kermesse Immagimondo) a lui dedicata, dal titolo “Zingarando” , titolo ‘rubato’ all’omonimo libro scritto da Franco Giovannini, presente in sala, nel quale viene narrata un’avventura particolare, tra le tante che hanno visto Luigino quale protagonista. Un’avventura durata otto mesi, che lo ha portato dal circolo polare Artico al circolo polare Antartico. “La sua storia è paradigmatica – ha spiegato Giovannini – potrebbe essere quella di qualunque persona che mettendoci anima e corpo in una cosa in cui crede, dal nulla riesce primeggiare. Per Luigino ha voluto dire entrare nel gota dell’alpinismo mondiale”.

A presentare la serara Daniele Redaelli, caporedattore della Gazzetta dello Sport, mentre al Foto Club Lecco il compito di raccontare la grande avventura di Luigino cominciata in Alaska. Dopo essere stato abbandonato dai compagni per cause di forza maggiore, Luigino si perde in terra canadese su uno dei ghiacciai più grandi al mondo, dove girovaga per 14 giorni e viene dato per morto. Ma la sua determinazione e la sua forza aiutate da un pizzico di fortuna, gli permettono di salvarsi. Da lì, finisce a New York, a casa del console italiano, ma anzichè tornare in Italia dalla moglie, fa tappa prima in Perù e poi nella Terra del Fuoco per salpare con la San Giuseppe II e compiere la grande impresa di attraversare lo stretto di Drake e approdare in Antardide, dove non pago, lascia il segno conquistando tre cime, una delle quali la battezzò Città di Lecco.

Gabriele Bianchi, Past President Generale del Cai Nazionale, ha definito Luigino: “Un portatore di tensione atavica, di uno straordinario modo di porsi verso il prossimo mai visto prima, persona umile che non si è mai messa su un piedistallo a pontificare; un portatore di una sensibilità particolare e capace di regalare grandi sorrisi. In tutti noi hai instillato una piccola parte di te, che noi passeremo ai nostri giovani”.

Davvero tantissima la gente in sala: vecchi  amici, semplici conoscenti, appassionati di montagna. Presente il  sindaco di Lecco Virginio Brivio, l’amico e compagno di cordata sulla prima del Mount Mc Kinley Romano Perego, l’ex presidente dei Ragni Alberto Pirovano, il presidente del Cai Lecco Emilio Aldeghi, il fotoreporter e compagno di avventure Daniele Bianchi, il coro Vous de la Valgranda che ha aperto e chiuso la serata e tantissimi altri.
Tutti contagiati da Luigino e dal suo sorriso. In molti hanno ricordato che “non si è mai incazzato una volta”. Effettivamente chi lo conosce sa benissimo che Luigino è sinonimo di sorriso, di positività, forse è questo il suo piccolo grande segreto che lo ha reso così speciale agli occhi di tutti e al cospetto delle grandi montagne che lo hanno sempre rispettato.