Ampliamento della riserva Malascarpa, gli ambientalisti: “Tutto fermo dal 2017”

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Da ormai cinque anni è fermo l’iter sulla richiesta di ampliamento della riserva del Sasso Malascarpa

Legambiente, CROS,  Coordinamento Cornizzolo e Gruppo Naturalistico della Brianza scrivono alla Regione

CIVATE – È dal 2017 che è in corso l’iter per l’ampliamento della ZPS IT2020301 “Triangolo lariano” in gestione a ERSAF su richiesta a Regione Lombardia da parte dei Comuni di Civate, Suello e Valmadrera.

“Dal 2020 i Comuni coinvolti hanno tutti confermato con una Delibera di Giunta la loro adesione trasmettendola alla Regione, mentre ERSAF ha concluso a ottobre 2021 con una relazione tecnica e la compilazione del formulario standard il percorso di valutazione scientifica dell’ampliamento proposto. Ma da allora tutto tace”.

Lo rimarcano Legambiente Lombardia, il CROS di Varenna, il Coordinamento Cornizzolo e il Gruppo Naturalistico della Brianza che insieme hanno sottoscritto una lettera congiunta indirizzata a Regione Lombardia per chiedere chiarimenti in merito.

“Abbiamo chiesto a Regione Lombardia di completare celermente l’iter burocratico di approvazione per la delibera di ampliamento della ZPS che ha già avuto il consenso del territorio e le formali approvazioni istituzionali – spiega Barbara Meggetto, presidente Legambiente Lombardia – Siamo convinti che tale decisione risponda in modo significativo agli obiettivi di tutela e di sviluppo della Rete ecologica previsti dalla Regione, anche alla luce delle significative azioni di sviluppo della rete Natura2000 individuate dall’Unione Europea. Per questi motivi non è il caso di indugiare ulteriormente”.

La proposta di tutela avanzata agli enti territoriali di competenza era sostenuta da diversi studi condotti dal Centro Ricerche Ornitologiche Scanagatta – CROS Varenna e ulteriori studi botanici.

“Siamo grati alle amministrazioni del Comune di Civate, Suello e Valmadrera che dal 2017 hanno creduto e sostenuto la nostra proposta di allargamento della ZPS “Triangolo Lariano”, perché le morbide e panoramiche cime del Monte Pesora, Cornizzolo, Monte Rai e Corno Birone possano trovare una degna forma di tutela, entrando a far parte di “Rete Natura 2000”, l’insieme delle aree protette a livello europeo – dichiara Giuliana Pirotta, Centro di Ricerche Ornitologiche Scanagratta di Varenna – Le rare specie di uccelli delle praterie di quota e i rapaci che qui nidificano, oltre agli habitat di pregio che gli studi scientifici hanno evidenziato, saranno così conservati e favoriti attraverso la buona gestione del territorio che contempla l’agricoltura e l’allevamento sostenibili e la corretta gestione delle foreste. Anche gli escursionisti che da tempo frequentano questi monti trarranno vantaggio dalla messa in sicurezza della rete dei sentieri, da nuove aree attrezzate e dalla cartellonistica a temi che permetterà a tutti di conoscere e apprezzare il valore storico e naturalistico di questi territori”.