‘La via del Fratello’. 50 anni dopo Valmadrera ricorda l’impresa dei fratelli Rusconi

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I fratelli Gianni e Antonio Rusconi

Nel 1970 Gianni e Antonio Rusconi aprivano ‘La via del Fratello’ sul Pizzo Badile in ricordo di Carlo, morto in Grigna

In tanti alla serata organizzata da Cai, Osa, Sev e Alpini di Valmadrera. Il sindaco: “Evento storico per la nostra comunità”

VALMADRERA – Una serata-evento per la comunità valmadrerese, un omaggio ad una storia di alpinismo che, 50 anni fa come oggi, non smette di emozionare. E’ quella andata in scena ieri sera, venerdì, all’Auditorium del Centro Culturale Fatebenefratelli per ricordare il 50esimo anniversario dall’apertura della Via del Fratello dei fratelli Gianni e Antonio Rusconi sul Pizzo Badile. L’evento, voluto e organizzato dalle associazioni alpinistiche Cai, Osa, Sev e dal Gruppo Alpini di Valmadrera, patrocinato dall’amministrazione comunale, avrebbe dovuto svolgersi lo scorso marzo ma era stato rinviato a causa dell’emergenza sanitaria.
Inizialmente previsto all’esterno del Centro Culturale, l’incontro si è svolto nell’Auditorium, circostanza che ha costretto (con dispiacere, come più volte sottolineato) gli organizzatori a ridurre il numero dei partecipanti, nel rispetto delle normative anti Covid. Nonostante il cambio location, tanti sono stati gli spettatori della serata, condotta dal giornalista Giorgio Spreafico.

“Cinquant’anni fa i fratelli Rusconi hanno scritto una pagina di alpinismo che ha fatto conoscere Valmadrera a tutta Italia – ha detto Spreafico – una storia che ha emozionato anche la gente comune. E’ la storia di un’impresa eccezionale su una delle montagne simbolo delle Alpi, il Pizzo Badile, che unisce l’amore per l’alpinismo a quello di un fratello tragicamente scomparso proprio mentre arrampicava. E’ bello essere qui, cinquant’anni dopo, a ricordare quell’impresa che rese grande l’alpinismo valmadrerese e a ripercorrerne la storia con un suo protagonista, Gianni Rusconi”.

Carlo Rusconi

La via del Fratello (V+/A2) viene aperta tra il 14 e il 19 marzo 1970 sullo spigolo est nord-est del Pizzo Badile in ricordo di Carlo Rusconi, fratello degli apritori e alpinista fuoriclasse, morto nel 1955, a soli 26 anni, in Grignetta sulla via Ruchin al 2° torrione Magnaghi. Quella dei fratelli Rusconi è un’impresa a tutti gli effetti, considerando la stagione invernale, eccezionalmente nevosa e fredda, che costrinse Gianni e Antonio a ben nove tentativi prima di raggiungere la vetta.

Gianni Rusconi

“Ogni volta che le condizioni meteo ci ostacolavano e dovevamo ritirarci pensavamo già a quando saremmo tornati in via – ha raccontato Gianni Rusconi mentre sullo sfondo scorrevano le immagini e i filmati da lui stesso realizzati durante l’ascesa – poi, quando eravamo lì, ci consolava il pensiero che ogni metro fatto era un metro in più verso il traguardo. Il decimo e ultimo tentativo è stato devastante. Un giorno intero lo abbiamo trascorso sotto le valanghe di neve che continuavano a cadere e rendevano impossibile progredire. L’ultima notte è stata terribile – ha ricordato Rusconi – ma ricordo ancora l’emozione di quando siamo giunti in vetta. Ad un certo punto, mentre scalavo, ho sentito il vuoto davanti a me e ho capito di essere arrivato. Quando Antonio mi ha raggiunto l’ho guardato, il viso un pezzo di ghiaccio. Ci siamo abbracciati, le parole non venivano. La via del fratello era compiuta“.

Le immagini e il racconto dell’impresa dei fratelli Rusconi arriva ben presto alle orecchie dell’allora direttore del TG1, Elio Sparano, che, poche ore dopo, contatta Gianni e Antonio nel frattempo giunti al rifugio Gianetti. “Ricordo che ci chiese di andare l’indomani sera in studio a Milano, per un’intervista – ha detto Gianni – voleva rimanessimo coi vestiti della scalata. Li indossavamo da più dieci giorni, vi lascio immaginare: finché faceva freddo andavano bene ma giunti a Milano in Corso Sempione la gente ci evitava”.

Alla serata era presente anche il sindaco di Valmadrera Antonio Rusconi che ha consegnato ai familiari di Antonio (scomparso nel 2008) una medaglia commemorativa: “Cinquant’anni fa la Rai è entrata nelle case degli italiani raccontando una storia che veniva da qui – ha detto – l’impresa dei fratelli Rusconi fu l’evento che rese Valmadrera riferimento per l’alpinismo italiano ma allo stesso tempo emozionò e appassionò anche le persone comuni, che di montagna non sapevano nulla. Questa serata, fortemente voluta e realizzata nonostante il Covid, è un evento storico per la nostra comunità: siamo qui per fare memoria, per non dimenticare e per omaggiare due concittadini che hanno contribuito a rendere grande Valmadrera”.

Il presidente del Cai di Valmadrera Gianfranco Rusconi con Gianni Rusconi

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