Prima neve in montagna, il Soccorso Alpino: “Prudenza e massima attenzione”

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Soccorso alpino Triangolo Lariano esercitazione Grignetta

I consigli di Giambattista “Tita” Gianola: soccorritore, Istruttore Nazionale e Guida Alpina

“Mai avventurarsi su sentieri sconosciuti. Nello zaino ramponi e non ramponcini, telefono sempre carico con una power bank aggiuntiva”

LECCO – Il fascino della prima neve in montagna ha già animato la voglia di molti escursionisti ad avventurarsi sulle cime lecchesi, ma come sempre dietro la bellezza del candido manto bianco che rende tutto ancor più bello ci sono molte insidie e diversi pericoli. “E’ necessario affrontare le escursioni con prudenza e molta attenzione”.

A lanciare l’appello è proprio il Soccorso Alpino per voce di Giambattista “Tita” Gianola, Istruttore Nazionale e Guida Alpina.

Un appello che arriva l’indomani di un primo intervento effettuato nel tardo pomeriggio di ieri, giovedì, e risolto dall’elisoccorso di Como, che ha portato in salvo cinque escursionisti stranieri in difficoltà lungo il sentiero Direttissima in Grignetta, dopo aver perso la traccia proprio a causa della neve.

“La prima regola è quella di non avventurarsi lungo sentieri o zone che non si conoscono, com’è capitato ieri, ai cinque escursionisti stranieri. La neve caduta nei giorni scorsi è sì affascinante, ma copre i sentieri e le indicazioni redendo più difficile l’orientamento soprattutto se non c’è ancora una traccia”.

Neve che in quota, tra i 2000 e 2500 metri ha raggiunto i 30 – 40 centimetri, “Si tratta già di uno spessore importante che può comportare pericoli – prosegue Gianola – Il terreno è ancora caldo e la neve si scolla molto facilmente su pendii esposti soprattutto a sud. Là dove ce n’è poca il sole, ancora caldo, la scioglie ma in altri punti potrebbero verificarsi dei distacchi importanti. Diventa quindi fondamentale scegliere bene il proprio itinerario e affrontarlo con prudenza e molta attenzione”.

Attenzione anche all’abbigliamento e all’altrezzatura in dotazione: “Servono scarponi rigidi con una suola ben marcata e non usurata, nello zaino bisogna avere i ramponi, che non siano i ramponcini non adatti ad escursioni in alta montagna. Servono i ramponi che, in caso di terreno o prati innevati, vanno a fare presa anche sul terreno sottostante il manto nevoso. Per chi va in quota è consigliabile avere anche una piccozza”.

Rigorosamente sempre nello zaino guanti, berretta, occhiali da sole per scongiurare congiuntiviti dovute al riverbero del sole sulla neve, crema solare e ovviamente frontalino.

“A tutto questo va aggiunto e non va mai dimenticato il telefono carico – puntualizza Gianola – E per chi lo utilizza per ascoltare musica o altro, è fondamentale avere una power bank (batteria di ricarica aggiuntiva, ndr) nello zaino”.

Attenzione anche al calar della sera: “Siamo nella stagione in cui diventa buio presto, quindi è doverso valutare sempre il proprio itinerario in base alle proprie capacità, calcolando i tempi di percorrenza, andata e ritorno, per evitare di essere sorpresi dal buio”.

Per chi parte di buon mattino, in alta quota e in determinate zone, è possibile che si formi già l’insidioso verglass, lo strato di ghiaccio trasparente e invisibile che ricopre le rocce: “In questo periodo non è il pericolo principale, ma è possibile che di primo mattino in alcune zone d’alta quota si possa formare”.

Testa sulle spalle quindi ancor prima dello zaino: “L’appello che abbiamo lanciato per voce del collega Tita Gianola non vuole essere di certo un invito a stare a casa, anzi – puntualizza  Alessandro Spada capo stazione della stazione Valsassina e Valvarrone della XIX Delegazione Lariana – L’invito è quello di affrontare la montagna con prudenza, attenzione e consapevolezza, soprattuto adesso che le condizioni, in particolar modo in alta quota, sono completamente cambiate. Ribadisco l’importanza di avere con sé un telefono carico e possibilmente anche una power bank perchè in caso di necessità, attraverso le nuove tecnologie che abbiamo in dotazione come l’Imsi Catcher, siamo in grado di individuare una persona anche in zone dove non c’è campo e anche se il telefono è spento, purchè, ovviamente, sia carico. Questa non è una banalità, ma un’accortezza che in caso di emergenza può salvare la vita”.