“Una costituzione competitiva o una costituzione sociale?”

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Germano Bosisio - Rsu
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Germano Bosisio

LECCO- “Sicuramente da apprezzare, a mio avviso, l’occasione concretizzatasi al Circolo “Libero Pensiero” di Rancio che, all’interno della Festa del PD provinciale, ha previsto un interessante incontro/confronto sui temi delle riforma Costituzionale, inevitabilmente legata a quella elettorale, il cosiddetto Italicum.

A parte qualche estemporanea e circoscritta espressione d’insofferenza di alcuni piddini il confronto si è svolto proficuamente nel merito delle modifiche costituzionali con interventi, in maggior parte ben documentati, volti a far comprender meglio ai presenti le ragioni del no e del sì.

Fatta questa doverosa premessa, come componente del “fronte del no” che fa riferimento ad insigni costituzionalisti, non posso non registrare un episodio, a mio avviso qualificante, a mo’ di “cartina tornasole” dell’approccio anomalo che si rischia, più o meno consapevolmente, di correre nei confronti anche di questa riforma.

L’episodio : alla chiusura dell’incontro il segretario cittadino Fornoni, in una specie di sintesi finale, ha auspicato che queste riforme siano l’occasione per rendere l’Italia più competitiva !
Con questa precisa affermazione ho avuto la conferma locale di quanto da qualche tempo in modo documentato registro a vari livelli : è l’economia il paradigma attuale attorno cui ruota qualsiasi cosa, comprese le cosiddette riforme.
Ma come, la nostra preziosa Costituzione, così equilibrata nel suo valore etico/sociale oltre che economico, rischia di essere preda di una visione dettata in modo assolutamente prevalente da ragioni economiche ?

Il tanto decantato miglioramento dell’efficienza ordinamentale, specie in termini decisionali, come le presunte riduzione dei costi ( effetti entrambi tutt’altro che scontati in queste riforme, anzi ….) sono o non sono da parte dei propugnatori strumenti volti a migliore la campetitività – parametro meramente mercatista – , del sistema, appunto?

Ma è mai possibile che il principio ispiratore dell’opera riformatrice adotti visione e criteri soprattutto a valenza economica e non a quella integralmente umana che era ed è alla base della Costituzione, non a caso definita sociale e che va ben oltre le pure logiche mercatiste ?

Non vorrei rifarmi a quello che molti definiscono “pensiero unico”, alle sue strategie d’accompagnamento ed alle ingerenze nella sfera più ampia dei diritti e dei doveri (2 esempi tra i tanti : la lettera “segreta” di Draghi/Trichet del 2011 con la “ricetta risanatrice” per l’Italia ed il documento del 2013 di J.P. Morgan, la ben nota società finanziaria internazionale, sull’impronta “socialista” della nostra Costituzione) ma ancor prima dell’interrogarsi doverosamente sugli stravolgimenti normativi volti ad una sempre maggior concentrazione del potere, anche degli Stati, in poche mani ( a favore di chi ? ), non occorre domandarsi se non siamo di fronte ad uno snaturamento strutturale della visione e delle relative regole di una convivenza civile degna di tal nome ?
Lo so , nel tourbillon delle questioni toccate, quest’angolazione può sembrare non centrale o qualcuno, strumentalmente e come al solito la definirà ideologica, ma invito tutti, ed in particolare i sostenitori del si, specialmente la base, a tenere gli occhi bene aperti !
La democrazia non è un intralcio!”

Germano Bosisio