Si dimette l’opposizione a Pescate: “Ci è preclusa la libertà di opinione”

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Enrico Valsecchi
Enrico Valsecchi, capogruppo della minoranza a Pescate

PESCATE – “A malincuore ci vediamo costretti ad abbandonare l’incarico della minoranza rivestito in Consiglio Comunale in quanto il clima che ultimamente si è instaurato in questa amministrazione non ci permette di esprimere liberamente, democraticamente e pacatamente le nostre opinioni sulla gestione del nostro Comune”.

La minoranza a Pescate si dimette, in blocco: lasciano Enrico Valsecchi, Massimo Conti e Claudio Oddo, i tre consiglieri di Insieme per Pescate, “ci è di fatto preclusa la libertà di opinione politica da parte della maggioranza – spiegano in un comunicato – se esprimere un parere ed una valutazione su scelte fatte dalla maggioranza comporta ricevere lettere di legali inerenti un presunto reato di diffamazione nei confronti di un componente di maggioranza senza avere un dibattito politico nel merito”

“Inoltre, come accaduto al nostro giovane consigliere, il quale ha chiesto per iscritto chiarimenti in merito ad un verbale della Commissione consiliare “Pubblica Istruzione, Cultura, Sport e tempo libero, Servizi Socio – Assistenziali”, della quale fa parte, ricevere una mail intimidatoria e minacciosa, da parte del capogruppo di maggioranza in qualità di presidente della commissione stessa. Questi ultimi due, a nostro avviso, gravissimi episodi si sommano ad un lungo periodo di mancanza di rispetto, di arroganza e di prepotenza nei nostri confronti da parte di tutta la maggioranza, peggiorato in particolar modo in questo secondo mandato” denuncia l’opposizione.

Accuse rivolte al gruppo Pescate per le Libertà e al sindaco Dante De Capitani che non avrebbe saputo gestire “le cose in modo più civile e democratico”.

“Ci spiace per gli elettori che ci hanno dato fiducia con il loro voto, ma siamo certi che capiranno le ragioni che ci spingono a questo doloroso passo ma siamo certi che capiranno anche che in questo contesto non si può fare una minoranza costruttiva e propositiva, ma soprattutto serena. Chiudiamo nel dire che il nostro atto non è un atto di codardia ma bensì un atto di coraggio e un segnale forte che speriamo porti i nostri concittadini a riflettere sul futuro della democrazia nel nostro Comune”.