Achille Occhetto a Lecco: “Nel PD una scissione a freddo”

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Achille Occhetto

 

LECCO -“Devo dire che quando ho ricevuto l’invito ho detto a tutti: “Ecco i democratici di Lecco sono coraggiosi, mi invitano pur sapendo quanto sono cattivo!” Lui è Achille Occhetto, ultimo segretario del Partito Comunista Italiano e il primo del Partito Democratico della Sinistra, nato dopo la svolta della Bolognina del 1989. Il politico è stato ospite a Lecco nella serata di ieri, invitato dai Giovani Democratici per un incontro di approfondimento sugli ultimi anni del Pci.

Al Circolo Libero Pensiero Occhetto ha consegnato diverse riflessioni alla platea giunta per ascoltarlo, di carattere filosofico, sociale e politico, partendo da Partito Comunista e arrivando a toccare la convulsa situazione politica odierna, dove la scissione del Partito Democratico sembra più che mai imminente. E per l ‘occasione ha rivolto un appello ai Giovani Democratici.

Achille Occhetto e Michele Castelnuovo

 

La chiaccherata, guidata dalle domande di Michele Castelnuovo, responsabile della formazione dei GD di Lecco, è cominciata dall’ultimo libro di Occhetto, “L’utopia del possibile”, uscito nel 2016. C’è un rapporto tra cultura e politica? Qual è, come si palesa? Occhetto ha sinteticamente parlato di due modi di pensare e di fare politica: “C’è chi crede nel libero arbitrio, che ha portato un diffuso darwinismo sociale, quindi la teoria che il più forte debba vincere sul più debole. Sul piano politico parliamo di conservatorismo. C’è chi invece da peso ai condizionamenti, inevitabili, della vita e allora capisce una cosa importantissima: che gli uomini non sono nati tutti uguali anzi, sono nati molto diversi tra loro e che il compito della politica è quello di aiutarli a partire tutti dalla stessa linea, superando le disuguaglianze”.

Una “condanna” alla cultura dei winner, portatrice di danni nella politica: “Io insisto sempre perchè ai giovani soprattutto venga insegnata questa regola: è meglio perdere con le proprie idee che vincere con le idee degli altri” ha detto Occhetto, che ha poi parlato dell’importanza di essere “cittadini dell’universo”: “Mi fa tristezza pensare che siamo arrivati fino a questo secolo e c’è chi scopre che la probabile esistenza di altri pianeti con vita e, al contempo, qualcuno che grida ‘America first’, ‘Italia first’, persino ‘Veneto first’. Nessuna delle tre grandi sfide globali che ci troviamo ad affrontare – ecologica, sociale, demografica – può essere sconfitta da un solo paese, tutta l’umanità ci si deve impegnare. A noi serve un nuovo riformismo cosmopolita planetario“.

Inevitabile poi un accenno alla situazione politica odierna del Partito Democratico: una scissione che può in qualche modo assomigliare alla svolta dell’89? Per Occhetto assolutamente no: “La svolta del Pci fu preparata, ragionata, discussa da tutte le famiglie italiane, anche quelle non iscritte al Partito. Non è stato un fulmine a ciel sereno. Quando ho proposto di creare un nuovo partito non tutti i comunisti furono contenti: questo ha creato la scissione, e io con altri non potevamo che accettare questo dato di fatto e presa di volontà di non entrare a fare parte del nuovo partito”.

“Quanto sta accadendo nel Pd mi fa pensare che come altrettanto è nato a seguito di una fusione a freddo di apparati così si sta dividendo a freddo, prima ancora della discussione. Non c’è stata contaminazione politica, non c’è stata una costituente programmatica. In una famiglia politica le grandi  idee non dovrebbero mai essere messe in discussione. Si può essere in disaccordo su alcune cose, ma non sui valori che hanno portato alla nascita della famiglia politica”.

Occhetto ha dunque rivolto un invito ai Giovani Democratici lecchesi, “così coraggiosi da avermi invitato”: “Non avete diritto di disperdere il vostro patrimonio, ciò che sta dentro e intorno al Partito, baluardo contro il pericolo di destra. Trovate una via di discussione alta“.