Calolzio. “Ecco perché vogliamo una Lombardia autonoma”

Tempo di lettura: 4 minuti
Da sinistra: Anna Scola, Mauro Piazza, Raffaele Cattaneo e Pietro Galli

 

Da sinistra: Anna Scola, Mauro Piazza, Raffaele Cattaneo e Pietro Galli

 

CALOLZIO – “Un referendum per cambiare, per una Lombardia migliore, per scardinare un sistema gestionale delle regioni che è ormai vecchio e non più attuabile”: ha esordito con queste parole Raffaele Cattaneo, presidente del consiglio regionale – Regione Lombardia, mercoledì sera  al monastero del Lavello, durante l’incontro pubblico “Un referendum per cambiare” organizzato dal comitato “Uni si per la Lombardia autonoma”.

Il 22 ottobre gli aventi diritto al voto, residenti in regione Lombardia, saranno chiamati a votare per esprimersi in merito al seguente quesito: “Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?”.Una domanda lunga e a prima lettura di difficile comprensione anche per gli addetti ai lavori, per questo motivo, il comitato “Un sì per la Lombardia autonoma” ha deciso di organizzare un ciclo di incontri con i cittadini per “spiegare le ragioni per cui votare si”.

 

Si tratta di un referendum consultivo – ha esordito Raffaele Cattaneo –  se dovesse vincere il sì, la regione Lombardia potrà chiedere al governo maggiore autonomia in alcuni campi, come l’istruzione e la tutela dell’ambiente”.

Un referendum necessario, non solo per garantire una Lombardia migliore, ma per svecchiare un sistema di gestione delle regioni che è lo stesso da 70 anni: “ Da quando sono state create le regioni non c’è stata nessuna modifica alle leggi che le regolano – ha continuato Cattaneo – ci sono cinque regioni a statuto speciale e quindi regioni ‘normali’ che sono trattate tutte allo stesso modo: ricevono tutti li stessi soldi per le stessa materie, anche se è è palese che ci siano delle regioni che hanno maggior competenza in alcune materie e meno in altre… in questo modo non abbiamo fatto altro che aumentare le disuguaglianze!”.

 

“A distanza di anni  quindi è palese che questo modello non ha funzionato!– ha sottolineato il presidente del consiglio regionale – con il referendum potremo togliere la cappa di uniformità a cui siamo sottomessi e potremo, ad esempio, riformare la scuola per aumentarne la qualità, prendendo spunto dalla recente riforma sanitaria che abbiamo attuato nella nostra regione e che sta dando ottimi risultati”.

L’autonomia garantirebbe novità anche per i piccoli comuni: “Con la vittoria del sì al referendum i piccoli comuni potranno avere risposte più tempestive senza aspettare i tempi biblici del governo centrale perché per molte materie dovranno rendere conto direttamente alla regioneha spiegato il consigliere regionale  Mauro Piazza ai numerosi sindaci e amministratori del lecchese presenti in sala.

 

“Ma se dovesse vincere il sì, cosa succederebbe il 23 ottobre?”  ha incalzato Pietro Galli, portavoce del comitato “Un si per la Lombardia autonoma”, “Il consiglio regionale dovrà approvare un atto formale sulle competenze specifiche con cui chiediamo maggiore autonomia e iniziare una trattativa con il governo centrale – ha risposto Raffaele Cattaneo – noi chiederemo l’autonomia in tutte le materie materie per poter negoziare con un margine di autonomia differenziata. Non sarà un processo breve, ma la vicinanza tra le elezioni e il referendum, giocherà di certo a nostro favore”.

Al termine degli interventi il folto pubblico presente ha posto numerose domande dimostrandosi interessato all’argomento e favorevole a una maggiore autonomia della nostra regione; tra gli intervenuti c’è stato anche Massimo Tavola, vicesindaco di Calolziocorte, che se pur a favore dell’autonomia, si è dimostrato timoroso davanti a “quello che sembra una frantumazione sempre maggiore della nostra nazione, che mi porta a chiedermi e chiedervi se questa eccessiva divisione non potrebbe rivelarsi dannosa al fine delle disuguaglianze e della nostra economia”.


Subito pronta ed esaustiva la risposta del presidente Cattaneo  che ha sottolineato come il “Decentramento fiscale rende tutti più ricchi:  aumenta il Pil e riduce la dispersione del pil pro capite, contribuendo anche alla riduzione delle disuguaglianze”.
“Il 22 ottobre sarà una data significativa per tutti – ha concluso Pietro Galli  portavoce del comitato-  potremo finalmente garantire un maggiore sviluppo alla nostra regione, diventando il gancio di traino dell’intera nazione”.