Calolzio. Bocciato il piano scuole, Monteleone si dimette

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I genitori durante la seduta di consiglio comunale, in primo piano gli striscioni di protesta

 

 

CALOLZIO – Piano di riorganizzazione delle scuole bocciato e dimissioni dal ruolo di capogruppo di maggioranza di Roberto Monteleone: questi i due durissimi colpi che hanno investito la giunta Valsecchi, durante la seduta di consiglio comunale, più caotica che mai, nella serata di mercoledì.

Roberto Monteleone, contrario al piano di riorganizzazione scolastica e dimessosi da capogruppo durante la seduta

 

“Ho cercato fino a qualche ora fa di congelare il piano, non ci sono riuscito, mi scuso con genitori, il personale Ata e le minoranze per questo, l’ultima cosa che mi rimane da fare è formalizzare, nelle prossime ore, le dimissioni da capogruppo di maggioranza, dato che è venuto meno il patto di partecipazione con i cittadini che ritengo un pilastro fondamentale” questo l’esordio di Roberto Monteleone, applaudito dai moltissimi genitori presenti, ancora una volta, in aula, muniti di striscioni per far valere le proprie ragioni. Si è andati avanti lo stesso, infatti nemmeno l’allontanamento netto di Monteleone e l’ormai certezza di non avere numeri a sufficienza per l’approvazione del piano, ha fatto desistere dal procedere la maggioranza, rea, da un lato di non aver cercato il confronto da subito con “chi nella scuola ci vive”, dall’altro, politicamente, di non aver curato a sufficienza le ferite interne, tornate a sanguinare. Il risultato: un massacro.

L’ormai ex capogruppo Monteleone mentre discute con alcuni genitori in una pausa per consultazione richiesta dalla maggioranza

 

8 voti contro 8 hanno affondato la pregiudiziale del gruppo d’opposizione Lega Nord di “sospendere approvazione del piano e procrastinare di un anno- secondo le parole di Marco Ghezzi – chiedo che non si passi alla discussione del punto anche perché ormai le iscrizioni sono aperte”. 8 voti contro 8 hanno, poi, bocciato l’emendamento proposto dal primo cittadino, de facto il passaggio motivazionale mancante nel documento della riforma, e affossato, in ultimo, dopo una pausa in cui, viste le dure critiche, era tornato in auge il ritiro del punto, anche il piano di riorganizzazione dei plessi scolastici, nell’esultanza di mamme e papà.

Tutto da rifare. La “x” rossa che incombeva sull’asilo di Foppenico, lascia definitivamente il posto alle iscrizioni, di fatto mai chiuse, ma da oggi non rigettabili. “Realmente ci sono una serie di problemi, come la natalità e le troppe aule, c’è anche l’esigenza di fare dei risparmi – ha detto Marco Ghezzi, concorde da questo punto di vista con la maggioranza – ma bisogna lavorare per fare in modo che il sevizio sia garantito nel migliore dei sistemi qualitativi. Io avrei puntato nel fare un progetto globale che non si riduca ad un intervento immediato minimo. Sono consapevole che qualcosa va fatto” ha concluso. Della stessa opinione anche Dario Gandolfi, per il quale la maggioranza somiglia a “uno che organizza una gita senza dire dove si va a finire, fissando la meta finale, ma senza avvisare i componenti. Questa è la peggiore cosa mai vista: amministratori che conoscono il sistema scolastico che cadono nel loro campo nel quale dovrebbero essere competenti. La politica ha bisogno di maturazione, la scelta finale deve seguire un percorso di conoscenza e confronto, chi amministra ha il dovere di far partecipare”.

Eleonora Rota

 

Una riforma che manca di “un piano economico finanziario, con risparmi che non vengono previsti, nessuna spesa ipotetica, nessuna previsione dettagliata degli investimenti – questo il quadro tratteggiato dal consigliere in minoranza Eleonora Rota– viene ridotta l’offerta formativa, questo è un intervento mirato di  discriminazione verso alunni e famiglie che hanno scelto un’offerta formativa specifica” ha continuato sottolineando come in città ci siano anche “diversi immobili vuoti, è il caso di crearne altri per non sapere cosa farne?” riferendosi all’ipotesi della sala civica che occuperebbe gli spazi della palazzina che oggi ospita i bambini di Foppenico.

“Stiamo parlando di un’eccessiva offerta di spazi e calo della popolazione scolastica, una delle nostre preoccupazioni era levare l’incertezza alle iscrizioni- così l’assessore Paolo Cola, in risposta alle dure critiche sollevate dai banchi della minoranza, concentrandosi, soprattutto, sulla scuola dell’infanzia di Foppenico-  Se non facciamo una scelta a priori, verrà fatta a posteriori una volta che si avranno i dati delle iscrizioni, da parte del provveditore e della dirigenza scolastica, la decisione di chiudere Foppenico è perché c’è un’altra scuola di pari grado poco distante, con la bocciatura del piano potrebbero rischiare le scuole di Sala o Lorentino” ha concluso.

È stato messo, quindi,  un punto fermo alla riforma delle scuole, in merito alle quali si dovrà voltare pagina e ricominciare nella stesura di una nuova riforma, necessaria, ma è lecito chiedersi se la giunta Valsecchi dopo il colpo violento continuerà nel proprio governo.