Teleriscaldamento. Cambia Calolzio chiede referendum per coinvolgere i cittadini

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Diego Colosimo e Daniele Vanoli di Cambia Calolzio

Depositato ordine del giorno che anticipi e orienti le decisioni dal consiglio attraverso un referendum

“Non possiamo prendere una decisione di così lungo respiro senza interloquire con i cittadini”

CALOLZIOCORTE – “Vista la presenza nel documento programmatico dell’attuale maggioranza del referendum come strumento da utilizzare per richiamare le persone di Calolziocorte a una partecipazione maggiormente inclusiva, abbiamo predisposto un primo atto di avvio della stagione referendaria attraverso il deposito di un ordine del giorno specifico, sottoscritto da tanti e tante cittadini, che anticipi e orienti le decisioni dal nostro consiglio comunale attraverso un referendum consultivo sul tema del teleriscaldamento”.

Daniele Vanoli, consigliere del gruppo di minoranza Cambia Calolzio, torna su un tema molto sentito a Calolziocorte. Nei mesi scorsi, infatti, la società Varese Risorse ha presentato una proposta di project financing al comune per realizzare in città un impianto di teleriscaldamento. Cambia Calolzio ha presentato un ordine del giorno che invita il consiglio comunale a prendere in considerazione il referendum consultivo proprio in materia di teleriscaldamento.

“Consci del fatto che non possiamo prendere una decisione di così lungo respiro senza interloquire con i cittadini e le cittadine di Calolziocorte, come Cambia Calolzio condividiamo
i principali punti che vorremmo interessassero un serio dibattito pubblico al di fuori dell’aula
consiliare”.

I punti del dibattito individuati da Cambia Calolzio

  1. In questo momento storico in cui si fa sempre più tangibile la necessità di una reale revisione dell’approvvigionamento energetico di tutto il sistema produttivo e civile, temiamo che una concessione della durata di 35 anni risulti poco vantaggiosa proprio per il fatto che, una volta terminata, il concessionario consegnerà al concedente, qualora non ci fosse un adeguato revamping, un impianto obsoleto.
  2. Non riteniamo che reti di cosiddetta 3° generazione (temperatura di esercizio 80/90°) siano in questo momento le migliori soluzioni per lo sviluppo di un’economia circolare dedita alla decarbonizzazione. Operare su temperature “neutre” ossia dai 15° ai 30°, proprio come si evince dagli studi relativi alle reti di teleriscaldamento di 5° generazione, ridurrebbe le perdite e consentirebbe la raccolta di calore residuo a bassa temperatura.
  3. Sull’efficientamento energetico degli edifici pubblici, crediamo si possa e si debba fare di più, anche senza aspettare i progetti di finanza del privato di turno, investendo su sistemi che possano abbattere l’impronta ecologica degli edifici stessi.
  4. Dei n. 740 appartamenti censiti nella proposta di project financing non ci è chiaro quante siano potenzialmente le caldaie che si andrebbero a sostituire, a pieno regime, grazie al TLR. In questo caso, tuttavia, preferiremmo che l’intervento pubblico andasse nella direzione del supporto alla sostituzione degli impianti energivori dei privati, promuovendo una politica di prossimità volta all’avvicinare nuovamente i cittadini alla “cosa pubblica” interpretando al meglio anche il concetto delle comunità energetiche recentemente sbarcato anche sui nostri banchi.
  5. Legarsi, in un orizzonte di vision, al gas non garantirebbe adeguatamente i cittadini e le cittadine che percepiranno nel TLR un’opportunità (magari grazie all’articolo specifico della convenzione che impegna il Comune nelle campagne di promozione che seguiranno il collaudo dell’opera pubblica – ART. 5 comma 1). In primo luogo perché, nel complesso scenario bellico che si staglia poco lontano dal cuore della vecchia Europa, stiamo assistendo anche ad una “guerra per il gas” che fa seguito alle pesanti bollette recapitateci nei mesi scorsi dagli operatori di turno. In secondo luogo perché nella convenzione è stata inserita una postilla (ART. 8 comma 1) atta a garantire una libera scelta di vettore energetico legittima da parte del Comune, non considerando in egual modo i privati cittadini residenti nei condomini censiti.
  6. 6. Se è pur vero “(…)che a regime il sistema funzionerebbe ancora con il 60% di gas ma
    questo significa che se ne potrebbe risparmiare il 40%”, è nel pubblico interesse dei cittadini e delle cittadine predisporre progettazioni a lungo termine che prevedono ancora una dipendenza dalle fonti fossili?
  7. Sempre guardando allo schema di convenzione, l’ART. 14.2 prevede penali per disservizi ad impianti siti in edifici definiti dal committente e/o di interesse pubblico. Pur difendendo il passaggio sopra descritto, si sottolinea il fatto che tutti i privati cittadini che subiranno eventuali disservizi non godranno di quote fisse di penali corrisposte.