Cernusco, stop al progetto di riqualificazione di piazza della Vittoria

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La notizia è uscita durante la seduta di consiglio relativa all’approvazione del Piano di governo del territorio

 

CERNUSCO – “Non andremo a realizzare i sogni e le progettualità che avevamo in programma con questo mandato. Il mondo è cambiato e sono cambiate anche le priorità. Non andare avanti non è dipeso solo dalla nostra volontà ma dalle conseguenze di questo periodo”. Ha scelto queste parole la sindaca Giovanna De Capitani per comunicare all’intero consiglio comunale lo stop al progetto di riqualificazione di piazza della Vittoria, corposo e impegnativo intervento che avrebbe dovuto rappresentare il fiore all’occhiello del suo secondo mandato.

La notizia è emersa settimana scorsa in Consiglio comunale durante la discussione dell’osservazione numero 11 alla variante al Piano di governo del territorio avente ad oggetto l’edificio dell’ex Municipio. Un gruppo di cittadini, sostanzialmente riconducibili al Comitato di piazza della Vittoria, ha infatti richiesto formalmente all’amministrazione comunale di tornare indietro sui propri passi, chiedendo di mantenere la precedente catalogazione dell’intero edificio contenuta nel Pgt. Nel documento di programmazione urbanistica, varato nel 2011, veniva prevista la possibilità di ristrutturazione edilizia dell’ex Municipio senza prevedere però la demolizione delle sue parti ad eccezione dell’aletta di sinistra, quella dove sono allocati gli spogliatoi, per la quale era stata inserita l’eventualità di effettuare una ristrutturazione edilizia anche con demolizione e ricostruzione.

La seduta di consiglio comunale del 14 maggio

Con la variante invece, l’amministrazione comunale ha invece  previsto per entrambe le alette dell’edificio che si affaccia in piazza della Vittoria la possibilità di demolizione, cambiandone così la catalogazione rispetto a quanto previsto nel Pgt. Una modifica che non ha incontrato il favore di alcuni cittadini che, nella loro osservazione, hanno ribadito la storicità dell’intero manufatto. Citando gli atti e i mappali scovati all’archivio di Stato di Como, i firmatari dell’osservazione hanno ribadito che l’edificio e le sue alette, la cui costruzione venne ratificata dal Comune nel luglio 1886, costituiscono un unico blocco voluto e realizzato contemporaneamente e non in epoche diverse.

Un’opinione condivisa anche da parte degli esponenti delle Consulte Ecologia e Urbanistica, guidate da Giovanni Zardoni e Paolo Proserpio, che nell’osservazione presentata, hanno ribadito la proposta di “ripristinare le attuali modalità di intervento, disponendo la demolizione senza ricostruzione per la sola porzione di aletta di sinistra (Nord-Ovest), zona spogliatoi”.

Richieste respinte dall’amministrazione comunale che ha giustificato la modifica rispetto al Pgt parlando di un’evoluzione urbanistica. “Ogni paese e città testimonia la continua evoluzione urbanistica, edilizia, funzionale, di aree ed edifici di ogni epoca- ha dato conto il consigliere con delega all’Urbanistica Mario Oldani leggendo le controdeduzioni -.   Il progetto preliminare approvato per la rigenerazione urbanistica dell’area in cui ricadono le strutture oggetto di osservazione, supera la prospettiva funzionale definita dal vigente Pgt con l’attribuzione della classificazione richiamata dagli osservanti”.

Un parere che ha fatto sbottare il consigliere Salvatore Krassowski (Cernusco Bene Comune), pronto a ricordare anche le quasi mille firme raccolte tra i cittadini contrari al progetto ideato dall’amministrazione comunale: “Bisogna rispettare l’identità di un Comune e tutelare la storicità dei suoi edifici. Più che un progetto di riqualificazione mi sembra un progetto di degenerazione urbana”. Gli ha fatto eco Gennaro Toto,  capogruppo dell’altro schieramento di opposizione: “Il nostro gruppo si chiama Identità e Futuro Nostro Cernusco. E’ ovvio che non possiamo convenire con un progetto che prevede lo stravolgimento architettonico di un edificio che rappresenta l’identità del nostro paese e che è stato tra l’altro la prima sede del nostro Comune”.

Anche la consigliere Renata Valagussa ha voluto chiedere lumi all’estensore del Pgt, l’urbanista Giacomino Amadeo: “Il Pgt del 2011 porta la sua firma. E lei stesso aveva catalogato anche le alette come edifici testimoniali”. Tecnica e diplomatica la risposta del professionista che ha ribadito di aver semplicemente fornito un supporto tecnico all’amministrazione comunale.

La discussione si è chiusa con il respingimento dell’osservazione: la variante al Pgt prevede quindi il declassamento delle due alette dell’edificio dell’ex Municipio che potranno così essere demolite senza ricostruzione.