LECCO – Più che una mozione di sfiducia verso gli assessori comunali Rota e Bonacina, la prima ai Lavori pubblici e l’altra all’Istruzione, quella presentata dalla Lega Nord è stato un atto di accusa a tutta l’amministrazione comunale.
Nel mirino del Carroccio ed anche delle altre forze di opposizione, che pur si sono astenute durante la votazione, non sono finite infatti le responsabilità individuali dei singoli assessori riguardo al crollo avvenuto alla scuola Tommaso Grossi, ma più in generale la decisione, secondo la minoranza, di aver assegnato fondi insufficienti a garantire la sicurezza degli edifici pubblici.
“Una scelta politica” per i leghisti, guidati dalla capogruppo Cinzia Bettega secondo la quale il cedimento del controsoffitto dell’aula di artistica delle medie di via Ghislanzoni rappresenterebbe “la sintesi infelice di un’amministrazione che ha scaricato dalle sue priorità la sicurezza”.
“Noi ci rivolgiamo a chi ha le deleghe ma è l’amministrazione, compreso il sindaco Brivio, responsabile dei tagli delle risorse alla manutenzione ordinaria e straordinaria e quindi alla sicurezza. Dobbiamo parlare del destino, della casualità? Ci sono responsabilità precise e questa volta qualcuno deve ricordarsene”.
Anche il collega di partito, Stefano Parolari, ha fatto ben capire che per il gruppo leghista la responsabilità va oltre la figura dei due assessori: “Chiediamo le vostre dimissioni perché voi prendiate distanze dal sindaco e dal Consiglio, siete state umiliate– ha sostenuto Parolari rivolgendosi a Rota e Bonacina – nel fare il bilancio l’amministrazione ha dimenticato uno dei suoi primi doveri, si è deciso di dare fondi a cose voluttuarie anziché alla manutenzione degli edifici pubblici e delle scuole”.
Una tesi contrastata dalla maggioranza, in primis dall’assessore Francesca Rota, di professione avvocato e questa volta difensore del proprio lavoro in Giunta, che ha ricordato le opere di manutenzione straordinaria riguardanti i locali dell’anagrafe e il pavimento del municipio per complessivi 330 mila euro ma soprattutto i 200 mila euro investiti dal Comune per le verifiche sulla stabilità degli edifici comunali iniziate nel 2013, concluse a giugno di quest’anno e che avrebbero dovuto riguardare in una fase successiva proprio le scuole.
Troppo tardi per il consigliere Alessandro Magni che ha deciso di astersi dalla votazione. Il distacco alla Grossi però, secondo la relazione dei tecnici riportata dall’assessore Rota, non poteva essere previsto “nemmeno con verifiche più accurate” perché il controsoffitto crollato era coperto da un ulteriore intervento di controsoffittatura compiuto negli anni 80. I controlli alle medie sono ancora in corso e venerdì se ne sapranno gli esiti; solo a quel punto si deciderà l’intervento da realizzare.
Rota ha negato che nell’aula di artistica, interessata dal crollo, si fossero verificate ulteriori infiltrazioni d’acqua dopo quelle segnalate a gennaio ed ha voluto fare chiarezza anche riguardo al sistema di intervento nelle scuole, centralizzato negli ultimi anni sulla dirigenza scolastica che raccoglie le segnalazioni dalle scuole e le invia agli uffici comunali, incaricati di classificarle per urgenza. Un metodo che secondo l’assessore avrebbe permesso di dare maggiore ordine al sistema di segnalazioni.
Bonacina, anche lei sul “banco degli imputati”, ha invece relazionato riguardo all’attività didattica che, nonostante l’incidente, ha potuto proseguire trovando spazio altrove: “Un risultato frutto di un rapporto di vicinanza alle istituzioni scolastiche – ha spiegato Bonacina – La sera stessa del crollo abbiamo subito deciso di chiudere la scuola cercando una soluzione che creasse il minor disagio ed è stato possibile solo grazie alla collaborazione con il Politecnico e la De Amicis”.
Un lavoro, quello dei due assessori, lodato dalle forze di maggioranza che hanno confermato la fiducia nei due membri della Giunta: “Il fatto che è accaduto è grave, sicuramente non è colpa degli assessori che ancora oggi stanno operando per il meglio. Altro che la sfiducia, io farei loro un applauso” ha commentato Alberto Inverizzi di Appello per Lecco, trovando d’accordo anche Ezio Venturini dell’IDV.
Per il PD la mozione di sfiducia è “immotivata e fuori luogo”, come sottolineato da Giorgio Buizza, mentre il capogruppo democratico Stefano Citterio e il consigliere Alberto Colombo si sono scagliati contro il Carroccio: “Per capire dove siamo oggi è necessario capire da dove veniamo, ovvero da 17 anni di amministrazione leghista – ha detto Citterio, mentre Colombo ha rincarato la dose – da chi vengono presentate le richieste di dimissioni? Da chi ha rifatto per tre volte il viale Turati? Da chi ha comprato Villa Ponchielli?”.
Dichiarazioni che però hanno acceso le critiche del Nuovo Centrodestra che, astenuto dal voto, ha però rinfacciato al consigliere Colombo di aver sollevato lui il tema della sicurezza delle scuole, circa un mese fa, quando all’istituto Toti di Maggianico due bimbi hanno rischiato di cadere da un cornicione: “A distanza di un mese ora sembra si voglia affermare il contrario – ha commentato Antonio Pasquini –Abbiamo invece preso consapevolezza che servono più risorse da investire sulla sicurezza degli edifici scolastici”.
Per Fratelli d’Italia, rappresentata da Giacomo Zamperini, andrebbe trovata l’azienda responsabile dei lavori “mal fatti” e renderne noto il nome, mentre il sindaco Brivio è intervenuto a sostegno dei propri assessori che “hanno affrontato le difficoltà mettendoci la faccia”. Dopo circa due ore di discussione, la sfiducia è stata bocciata in aula con solo quattro favorevoli, 21 contrari e otto astenuti tra i quali anche Lamberto Bodega.