Donato ad Appello: “Non mi dimetto, è un’epurazione”

Tempo di lettura: 2 minuti
L'assessore Ivano Donato
Ivano Donato
Ivano Donato

LECCO- “Non mi dimetto, rimarrò in consiglio e in maggioranza, continuando a lavorare nell’interesse dei cittadini”. Ivano Donato non ci pensa nemmeno a farsi da parte così come è stato invitato a fare da Appello per Lecco, associazione e lista civica che venerdì ha comunicato l’esclusione dell’ex assessore della prima giunta Brivio dal suo gruppo consiliare.

“E’ un epurazione, sul modello soviet” commenta Donato, medico dell’ospedale e politico al secondo mandato al Palazzo Comunale, eletto nel 2010 tra le fila dell’IDV, partito dal quale aveva successivamente preso le distanze.

Distanze che si sono dimostrate evidenti con Appello per Lecco su diversi fronti ed è lo stesso Donato a sottolinearlo: “Nelle scorse settimane ho inviato una mail al gruppo e all’assessore Corrado Valsecchi chiedendo quale fosse la loro posizione su Silea e sullo stralcio dello studio epidemiologico che avrebbe potuto fornire il necessario contributo sul fronte della salvaguardia della salute pubblica e sulla decisione di investire 70 milioni di euro per il potenziamento dell’inceneritore. Ho ricevuto solo una sparuta risposta a fine agosto. Avevo esternato il mio pensiero, non una contestazione, riguardo agli interventi di somma urgenza agli impianti elettrici del Comune. Io credo che Appello per Lecco debba interessarsi a temi rilevanti per la cittadinanza e non solo promuovere restauri di statue e monumenti”.

“Credevo – continua – che una lista civica consentisse ai propri appartenenti di esprimere liberamente i propri pensieri e le proprie posizioni. Questo mi era stato assicurato da Valsecchi quando mi ha invitato ad unirmi alla loro lista, assicurandomi che vi erano diverse anime al suo interno. Questo è venuto meno. Mi chiedo quindi: Appello per Lecco è una lista civica o solo lo spin off del Partito Democratico?”.

Appello per Lecco ha già invitato Donato a dimettersi dal consiglio, escludendolo non solo dal suo gruppo consiliare ma dalla stessa maggioranza: “Io resto in Consiglio ed anche in maggioranza – risponde lui – questo è un tentativo di tapparmi la bocca, continuerò ad operare nell’interesse dei cittadini, oggi più libero di prima. Anche il PD al suo interno ha diverse correnti, lo è anche sul referendum, per il quale Appello per Lecco si è già schiarato apertamente a favore del “sì” senza chieder parere ai suoi associati. Solo per questo io dovrei chiedere a loro di dimettersi”.