Emergenza covid 19: il movimento 5 stelle Merate replica alla Lega

Tempo di lettura: 4 minuti

MERATE – Cassaintegrazione, fondi per la sanità, gestione delle Rsa. Sono questi i principali punti trattati dal Movimento 5 Stelle Merate in risposta al comunicato del segretario della Lega Merate Franco Lana.

Ecco il comunicato diffuso dal Movimento 5 Stelle Merate.

Abbiamo letto il comunicato stampa del segretario della Lega meratese Franco Lana pubblicato giorni fa sui giornali locali e non possiamo che aggregarci ai ringraziamenti che nell’articolo vengono elargiti a Regione Lombardia.

Partiamo dal plauso che Lana fa per lo stanziamento di risorse da destinare alle attività economiche del territorio interamente finanziato in proprio dalla Regione.
Lana si è dimenticato di spiegare una cosa importantissima: che la Lombardia è costretta ad anticipare i soldi perché si è dimenticata di fare la richiesta all’Inps della cassa integrazione in deroga. Infatti tocca all’Inps erogare l’assegno della cassa integrazione alle aziende italiane che ne hanno fatta domanda dopo che la pratica è stata istituita dalle Regioni e dopo le verifiche dell’Inps i soldi vengono erogati. Vediamo quando sono state presentate le domande dalle regioni:
Emilia Romagna, Veneto, Basilicata, Campania, Puglia, Toscana, Umbria hanno presentato le domande entro il 10 Aprile favorendo le aziende che lavorano sui loro territori.
La Lombardia solo il 21 Aprile con un ritardo ingiustificato di ben 11 giorni mettendo in difficoltà le aziende che lavorano sul nostro territorio.

Il segretario prosegue nel suo scritto spiegando che la regione Lombardia metterà a disposizione ottanta milioni di euro destinati interamente al personale medico come segno tangibile e doveroso di riconoscenza per tutti coloro che da mesi si prodigano senza sosta anche nel nostro ospedale.
Allora ci preme sottolineare che tutti noi lombardi ci aspettavamo semmai che quegli ottanta milioni fossero stati stanziati i primi giorni dell’emergenza nel momento in cui si aveva bisogno di dispositivi di protezione. Con ottanta milioni si sarebbero potute acquistare mascherine, guanti e camici sia per i medici di medicina generale che per gli infermieri che ne sono stati sprovvisti per tutto il periodo di emergenza e le denunce degli stessi testimoniano che la carenza che ad oggi prosegue.
Nessuno di noi potrà mai dimenticare le immagini che arrivavano dagli ospedali nel momento piena crisi: medici avvolti da sacchi della pattumiera per proteggersi e proteggere i pazienti in mancanza di camici usa e getta, testimonianze di totale assenza di mascherine di tipo ffp2 e ffp3 con la conseguenza di riutilizzo delle poche disponibili con inferiori capacità di filtrare il virus, mancanza di ventilatori che hanno costretto i medici a decidere chi salvare e chi no tra i poveri pazienti.
Scene non degne di una regione che si vantava di essere la più ricca. Tutte queste pratiche di mala sanità e carenza di competenze ad opera della Regione Lombardia hanno contribuito sicuramente alla diffusione del virus nella nostra terra che ha il triste primato di contagi e di decessi rispetto il resto dell’Italia e noi tutti Lombardi ne avremmo davvero fatto a meno. Si parla di 13.772 decessi su un totale nazionale di 27.682, pari al 50% del dato nazionale. Abbiamo tutti nel cuore le immagini dei tantissimi camion militari che trasportavano le troppe bare dei deceduti che non avevano la possibilità di essere seppelliti nei cimiteri di residenza.
Non possiamo ora non parlare della scellerata circolare del 7 marzo nella quale Fontana chiede alle Rsa (Residenze sanitarie assistenziali) di ospitare malati di Covid-19 dimessi dagli ospedali senza preoccuparsi se davvero guariti o ancora infettivi sviluppando la peggiore tragedia che mai ci saremmo potuti immaginare, la strage dei nostri anziani, la nostra memoria storica. 2000 morti in totale nelle Rsa lombarde contro i 700 dello scorso anno nello stesso periodo. Fortunatamente si stanno facendo indagini per capire le responsabilità.

Il segretario della Lega infine giudica in nodo positivo l’ospedale della Fiera fortemente voluto dalla giunta regionale di centro destra.
A fronte di donazioni di privati per un totale di 21 milioni di euro i letti occupati sono soltanto 10 con a disposizione 250 sanitari, 50 a paziente. Struttura pronta soltanto nei giorni in cui la curva dei contagi dei ricoveri e delle terapie intensive inizia finalmente la sua discesa. Noi lombardi, che siamo gente pratica, avremmo preferito spendere nella riapertura di ospedali già esistenti ma in disuso come per esempio l’ospedale di Legnano (c’è un bellissimo video della trasmissione Le Iene che racconta dettagliatamente la questione). Gallera, assessore al welfare ha escluso invece l’ipotesi fin da subito mentre si poteva allestire un ospedale vero in pochissimo tempo e spendere una cifra irrisoria. Investendo su ospedali territoriali esistenti invece che in ospedali che poi verranno smantellati come appunto quello della fiera, si sarebbe puntato sul futuro della sanità Lombarda che, abbiamo purtroppo scoperto, non naviga in buone acque.

Per concludere, ci assoceremmo anche noi ai ringraziamenti ma solo se la Giunta Fontana si dovesse dimettere. Perché siamo davvero preoccupati che gli stessi incompetenti ci possano accompagnare nella fase 2 con gli stessi nefasti risultati.

Gruppo Merate 5 Stelle