Enrico Letta a Osnago tocca i temi “caldi” della politica italiana

Tempo di lettura: 3 minuti

OSNAGO– Serata cardine per la Festa del Pd di Osnago, che lunedì ha accolto l’onorevole Enrico Letta, Vicesegretario nazionale del Partito Democratico. In numerosi hanno affollato la sala conferenze dell’area fiere per conoscere da vicino uno degli uomini chiave del centro sinistra italiano, intervistato dal giornalista del Corriere della Sera, Massimo Rebotti.

Abbondanti le tematiche affrontate nell’incontro e offerte da una “generosa” attualità, a cominciare dal dibattito in corso sulla legge elettorale ed il bisogno, ribadito da più parti, di superare il cosiddetto Porcellum, ristabilendo il voto di preferenza agli elettori: “La politica è tratta in scacco dall’attuale legge – ha evidenziato Letta – è necessario quindi ristabilire la legittimità degli eletti ed il reale potere di rappresentanza del Parlamento”.

Ma la questione centrale nel Pd, in vista anche delle prossime elezioni, è senza dubbio rappresentata dalla primarie e quindi la scelta del candidato premier da contrapporre allo sfidante del centro destra; una tappa significativa al punto da “mettere in discussione che cos’è il Pd”, con la sfida tra l’attuale segretario Bersani e il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, oltre alla candidatura di Niki Vendola (leader di Sel) per le primarie di coalizione. Letta ha comunque le idee chiare: “Giorno dopo giorno sono sempre più convinto che Pierluigi Bersani sia il candidato ideale alla nomina di Presidente del Consiglio”.

La discesa in campo di Renzi, però, porta con sé un altro tema caro alla così definita “anti-politica”, ovvero l’infinta permanenza di onorevoli e senatori all’interno delle stanze del potere e la necessità di un importante ricambio generazionale; l’argomento tocca da vicino il Partito Democratico, il quale vanta più di settanta parlamentari presenti alle Camere da oltre un decennio; su questo, Letta rassicura i presenti sulle intenzioni rinnovatrici del partito: “Il nostro statuto stabilisce l’impossibilità di candidare chi abbia già coperto la carica politica in Parlamento per la durata di 15 anni; così alle prossime elezioni, un terzo degli attuali parlamentari non verrà ricandidato”.

Ancora caldissima è la polemica sulle intercettazioni che hanno coinvolto capo dello Stato, Giorgio Napolitano, o meglio sulle telefonate captate dai magistrati che monitoravano l’ex ministro Nicola Mancino, indagato nell’inchiesta sulla presunta trattativa tra Stato e mafia, di cui alcuni giornali ne hanno pubblicate le indiscrezioni; una vicenda vissuta dal numero due dei democratici con “amarezza e profonda arrabbiatura”:

“E’ incredibile voler infangare il nome di Napolitano – ha spiegato Letta – l’uomo che ha salvato il nostro Paese e che è stato in grado di riunire gli italiani sotto il segno dei 150 anni dell’unità. E’ in atto un operazione fortissima, un meccanismo voluto dagli orfani di Berlusconi, sia da quelli che vivevano con l’opposizione all’ex premier, sia da quelli pagati dallo stesso”.

Il discorso ha poi toccato la crisi economica e “il bisogno di una forte politica industriale”, la questione delle Province “gestita malamente dal Governo” e la creazione degli Stati Uniti d’Europa come “obbiettivo per il futuro dei nostri figli”. Non sono mancate alcune frecciatine a Beppe Grillo, guida del Movimento Cinque Stelle, con il quale, da alcune settimane, continua il reciproco scambio di critiche.