FDI: “I profughi? Ci costano 30 € al giorno, e fanno pure gli ingrati”

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GALBIATE – Lunedì è stata presentata, durante il Consiglio Comunale di Lecco, un’interrogazione dal consigliere Zamperini(FDI-AN) per chiedere chiarezza sui nuovi arrivi di profughi nel lecchese, gli ultimi 30 migranti lo scorso sabato .

Si è scoperto che questi ci costano 30€ al giorno (900€ al mese) e che rimarranno nostri “ospiti” fino alla fine di giugno – ha denunciato Martino Franzini, candidato di FDI/AN nella lista “Patto per Galbiate”- Per giunta, non sono assolutamente vincolati alla residenza e possono muoversi liberamente per il nostro territorio. Possiamo tutti immaginare il pericolo per la sicurezza e la civile convivenza delle persone. Infatti, questi “disperati” vagano senza soldi, senza tetto e senza cibo”.

Franzini ha ricordato i 16 eritrei sbarcati a Lampedusa e giunti sabato a Galbiate, all’eremo del Monte Barro, e che si sono allontanati volontariamente dal luogo destinato alla loro accoglienza.

“Questo atteggiamento deve fare riflettere tutti noi su un grande paradosso che si presenta ai nostri occhi – ha proseguito Franzini – persone che vengono definite bisognose di aiuto, di cure e di accoglienza si permettono di lasciare il luogo destinato alla loro assistenza, manifestando così pretese, puro egoismo ed irriconoscenza verso le persone e la comunità che, volontariamente, si sarebbe presa cura di loro, mettendo inoltre in discussione il loro effettivo bisogno di accoglienza e di aiuto. Questo atteggiamento menefreghista deve farci riflettere ancora di più sul corretto indirizzo delle politiche assistenziali che devono garantire lo Stato ed il Comune”.

“Galbiate – ha sottolineato il candidato di FDI – che da sempre si distingue per l’accoglienza e generosità dei suoi abitanti, dovrebbe pensare in primo luogo a tutti i cittadini che vivono in condizioni di precarietà e difficoltà: giovani, disoccupati, persone che da generazioni e generazioni hanno vissuto ai piedi del Monte Barro ed hanno contribuito a creare la realtà in cui viviamo, dovrebbero essere al centro dei pensieri e delle azioni di governo in modo che vengano garantite risposte concrete, umane e solidali”.

Una sorta di “razzismo al contrario”, lo definisce Franzini, “l’atteggiamento corrente per cui chi viene da lontano è più meritevole di tutela e di attenzione (statale e non) rispetto a chi si trova in difficoltà davanti ai nostri occhi. La fiducia ed il rispetto per le istituzioni si acquisisce anche grazie alle risposte che queste sanno dare a chi si trova in una situazione di disagio e di bisogno: un cittadino non deve mai sentirsi solo”.