Fiocchi: “Perso mezzo milione di € causa burocrazia”

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fiocchi munizioni

LECCO – Un acceso dibattito ha contraddistinto i lavori al Pirellone con l’approvazione, martedì, di una mozione per chiedere al Governo impegno sulla sburocratizzazione delle pratiche relative all’esportazione di armi. Una questione che non può non riguardare anche Lecco dove risiede una delle aziende del settore più importanti d’Italia: la Fiocchi Munizioni.

Un’azienda che ha chiuso il 2013 con oltre 88 milioni di euro di fatturato solo su Lecco e con una vocazione all’export pari al 60% del venduto.

“Lo snellimento della burocrazia per favorire l’attività del settore delle armi e delle munizioni è una battaglia che dura da anni – spiega Marzio Maccacaro, direttore commerciale di Fiocchi Munizioni – nei mesi scorsi le esportazioni si sono paralizzate ed anche noi abbiamo avuto le nostre difficoltà”.

marzio maccacaroAl centro della mozione approvata in Regione c’è il regolamento europeo n.258 emanato nel 2012 e che ha unificato in tutta l’UE la legislazione in merito all’esportazione delle armi da fuoco, quindi le autorizzazioni e il transito fuori dai confini nazionali per contrastarne il traffico illecito:

“Il problema – denuncia Maccacaro – è che in Italia, al contrario di altri Paesi, questa legge è stata interpretata in modo confusionale ed esasperando gli aspetti più rigidi. Per questo il nostro presidente  e Anpam si stanno muovendo per sollecitare un cambiamento, anche perché siamo uno dei pochi settori che riesce ancora a dare lavoro e non deve essere messo in ginocchio dai burocrati”.

Il nodo principale è quello del trasporto e delle autorizzazioni da chiedere preventivamente ai Paesi che verranno attraversati dai carichi:

“Ci obbligano ad essere autorizzati ma non ci dicono a chi dobbiamo chiedere le autorizzazioni per i transiti. Inoltre, se il trasporto gestito dal cliente, non è sempre facile sapere che percorso farà. Così, quando a settembre il regolamento è entrato in vigore, sono emersi i problemi e sappiamo di altre aziende che hanno dovuto sospendere alcune lavorazioni. Noi dobbiamo ancora stimare quanto la situazione ci abbia danneggiato, qualche commessa è rimasta in sede, si parla di circa mezzo milione di euro”.

Esportazioni che per la Fiocchi guardano in modo particolare agli Stati Uniti, anche per la presenza di una propria sede produttiva a Springfield, ma anche l’Europa, la Turchia, il Medio Oriente e la Russia fornendo principalmente rifornimenti per le locali forze di polizia; nel settore sportivo spiccano le ordinazioni per caccia e tiro che, come sottolineato dal direttore Maccacaro, “vedono l’Italia e la Fiocchi ai livelli di eccellenza”.

L’estate scorsa era emerso il caso delle munizioni “lecchesi” trovate sul campo di battaglia della guerra civile in Egitto, scatenando il dibattito politico sulle esportazioni verso quei Paesi già disastrati dall’instabilità politica e dalle violenze: “In realtà quando si verificano queste crisi vengono automaticamente bloccate le vendite verso quei Paesi e così è stato anche per le nostre verso l’Egitto – spiega Maccacaro – quel bossolo apparso nelle foto poteva arrivare chissà da dove, anche da qualche Stato limitrofo. Noi agiamo totalmente nel rispetto della legge”.

Nel frattempo, dal “fronte” opposto, sono però giunte le critiche del Movimento 5 Stelle che ha aspramente condannato la mozione approvata dal Pirellone, parlando di un provvedimento “chiaramente scritto per favorire le lobby degli armigeri”.