Giustizia, 4 mln sfumati. Massaro: “Potevamo discuterne in Consiglio”

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Agnese Massaro (PD)
Agnese Massaro (PD)

 

LECCO – Meglio qualcosa che niente, anche se dilazionato in ‘comode’ rate per trent’anni, eppure per l’amministrazione comunale c’è poco da fare: quei 4 milioni di euro anticipati tra il 2011 e il 2015 per le spese del Palazzo di Giustizia non saranno restituiti dal Ministero se non nella misura  il 30%, ovvero poco più di 1 milione e 400 mila euro (qui l’articolo).

Il Comune ha gettato la spugna respingendo, lunedì sera in Consiglio comunale, la mozione proposta dal consigliere Massimo Riva dei Cinque Stelle che chiedeva un passo indietro della giunta sull’accordo stretto con il Ministero, sospendendo la delibera di giunta.

Era stato proprio il consigliere pentastellato a chiedere lumi sull’ammanco di soldi non rimborsati dall’ente statale, portando il caso, fino a quel momento passato sottotraccia, all’attenzione dei colleghi in consiglio e il comportamento dell’amministrazione ha creato un certo malumore nella maggioranza.

“Sottacendo a questa cosa non si è potuto avere un confronto in aula – ha commentato Agnese Massaro, consigliere del PD – questa situazione non è colpa dell’amministrazione, risale al governo Monti e alla famigerata spending review. La questione andava però posta in Consiglio comunale, si sarebbe arrivati alla stessa conclusione ma con un percorso condiviso”. Massaro, pur delusa, ha comunque annunciato il suo voto contrario alla mozione dei Cinque Stelle, in coerenza con la posizione dei colleghi di partito.

“C’è una competenza in capo al Comune, fin dal dopoguerra, che lo obbliga a garantire spese di giustizia e per gli stabili, chiedendo in cambio un contributo da parte del Ministero, non è un diritto ad ottenere il rimborso, ma un contributo. Non è un accordo che ci soddisfa ma non stracciamoci le vesti se da zero cerchiamo di portare a casa un milione e mezzo di euro” ha spiegato il sindaco Brivio ricordando che il caso era stato accennato nella presentazione del DUP.

“A differenza di altri Comuni – ha proseguito Brivio – noi abbiamo avuto dei finanziamenti per i lavori al tribunale e non era cosa scontata”. Finanziamenti che ammontano praticamente alla stessa cifra, 4 milioni di euro, e pensare che ne mancano altri 3,35 milioni per giungere ai circa 8 milioni totali di costo dell’intervento (vedi articolo). Risorse che il Comune dovrà cercare di recuperare attraverso l’alienazione di altri immobili, per prima via Roma 51.

“Sono soldi che non tornano nelle casse del comune, soldi dei cittadini lecchesi – ha ricordato dai banchi dell’opposizione Filippo Boscagli 4 milioni in meno significa non poterli utilizzare per dare servizi alla cittadinanza”.