I soldi per LC- BG, Brivio: “Non vince chi fa la voce più grossa”

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Il sindaco Virginio Brivio
Il sindaco Virginio Brivio

LECCO – Sulla questione del finanziamento della Lecco Bergamo, quindi del tunnel che da Chiuso raggiungerà Calolzio, i cui lavori si erano bloccati per la mancanza di risorse  (18 milioni quelli richiesti dall’azienda in seguito al cambio di sito per le terre di scavo) interviene il sindaco Virginio Brivio.

L’utilizzo dei ‘tesoretto’ di circa 8 milioni del Patto per la Lombardia, ha rassicurato l’impresa che proseguirà nel suo intervento ma mette a repentaglio altre opere ai cui erano destinati quei fondi.

“Provo a fare chiarezza nella giungla delle infrastrutture, snodo sempre più delicato e crocevia per lo sviluppo del nostro territorio. Il Comune di Lecco è interessato in duplice veste come amministrazione urbana e come capoluogo. E in questo senso il nostro interesse riguarda, per esempio, sia il tema della viabilità attorno al Bione (questa volta non inteso come centro sportivo), sia il Ponte di Annone per le annesse implicazioni viabilistiche, sia lo stato dell’arte della Lecco-Bergamo.

Come premessa vorrei dire, in primis agli interlocutori istituzionali, che a nessuno giova mettersi in competizione così come non sono utili i j’accuse o gli scaricabarile, essendo tutti gli enti pubblici impegnati per perseguire un obiettivo comune. Certo, compiti e finanziamenti fanno capo a singoli organismi che ne rispondono ai cittadini, ma ricordiamoci, senza demagogia, che i soldi sono della comunità nel suo insieme.

In breve, pongo l’accento su tre opere infrastrutturali che mi stanno particolarmente a cuore in quest’ottica.

Bione e Rivabella: c’è la necessità di una riqualificazione viabilistica all’uscita del Terzo Ponte verso Maggianico, che è in capo al Comune di Lecco, così come la realizzazione del sottopasso pedonale di Chiuso, in località Rivabella (sono in ballo complessivamente almeno 5 milioni di euro, quattrini da spendere bene e rapidamente).

Ponte di Annone: le recenti rassicurazioni di Anas e Ministero sembrano confortare rispetto al tema dell’emergenza, ma sono convinto che questo non sia sufficiente, anche perché sarebbe come ammettere che c’è voluto il crollo e una vittima per muovere le acque. Non è possibile che un’area strategica ricca di prospettive come quella lecchese occupi i media nazionali solo sul piano strettamente scandalistico.

Lecco-Bergamo: cominciamo col dire che l’opera ha incontrato inciampi a non finire e che la sua fondamentale realizzazione è in ritardo sulla tabella di marcia. Sappiamo come questa arteria sia essenziale per gli operatori economici, per i pendolari e anche per gli orizzonti che dischiude, in termini di collegamenti rapidi anche sotto il profilo turistico e socio-economico. Ricordiamo che è un’infrastruttura di rilevanza regionale e che le decine di milioni in ballo devono essere coperte da impegni di Stato e Regione, considerando che nel frattempo la Provincia ha fatto già la sua parte con oltre 22 milioni stanziati nel 2010.

E’ chiaro, e la prassi ce lo conferma, che se ci si divide sul piano istituzionale, cala il potere contrattuale e si forniscono alibi a chi deve finanziare l’opera. Così come voglio metter in luce con nitidezza il rischio che attraverso qualche escamotage, i soldi destinati alla viabilità in zona Bione e Rivabella possano venir stornati a favore di altre opere e in particolare sulla Lecco-Bergamo.

Non si tratta di stabilire scale di priorità, perché siamo davanti a interventi allo stesso modo urgenti, alcuni da troppo tempo in agenda, altri figli dell’emergenza. Non vince chi fa la voce più grossa, ma chi sa ascoltare e interpretare coralmente e senza bisogno di sostituire la voce dei cittadini”.