Al via a Varenna il 57° Convegno
di Studi Amministrativi

Tempo di lettura: 4 minuti

Si è aperto ieri, giovedì, a Villa Monastero di Varenna, il 57° Convegno di Studi Amministrativi sul tema del Federalismo Fiscale che proseguirà fino a sabato 24.

Il convegno è organizzato dalla Provincia di Lecco e dall’Istituzione Villa Monastero, con la direzione scientifica della Corte dei Conti, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il contributo e il patrocinio di Unione Province Lombarde, Provincia di Como, Camera di Commercio di Lecco, Comune di Campione d’Italia e Fondazione Cariplo. Il Convegno di Varenna rappresenta un appuntamento tradizionale, la cui eco ha una notevole risonanza negli ambienti più qualificati a livello nazionale della cultura giuridico-amministrativa.

Dal 1955 durante il Convegno autorità e personalità del mondo giuridico, amministrativo, scientifico e istituzionale analizzano i principali sviluppi su questi argomenti e i loro effetti sul futuro delle Istituzioni e dei loro rapporti con i Cittadini e con la società civile.


L’edizione di quest’anno ha come tema Il Federalismo Fiscale alla prova dei decreti delegati, con la direzione scientifica di Gaetano D’Auria, Presidente Sezione regionale di controllo per la Valle d’Aosta, e Luigi Caso, Magistrato della Corte dei Conti addetto alla Presidenza con funzioni di Capo di Gabinetto. Il coordinamento e l’organizzazione sono stati curati dal Direttore Generale dell’Amministrazione Provinciale S.G. Amedeo Bianchi.

La prima giornata ha visto l’intervento di Carlo Molteni (sindaco di Varenna), Marco Valentini (Prefetto di Lecco), Roberto Formigoni (Presidente Regione Lombardia), Luigi Giampaolino (Presidente Corte dei Conti), Bernardino Regazzoni (Ambasciatore Svizzero straordinario e pluripotenziario in Italia) e Daniele Nava (Presidente della Provincia di Lecco).

Nel suo intervento di ieri, Nava ha ricordato come: “rilevata una sostanziale convergenza di tutte le maggiori forze politiche sulla necessità di dare corso al Federalismo Fiscale, resta, invece, aperto e vivo il dibattito circa l’individuazione degli strumenti, dei meccanismi, dei principi e delle regole attraverso i quali concretamente ed effettivamente attuarlo”.

Il presidente ha quindi proseguito: “Il Federalismo Fiscale dovrebbe, per quanto più possibile, mirare all’instaurazione di un rapporto di proporzionalità diretta fra le imposte riscosse in una determinata area territoriale del Paese e le imposte, poi, effettivamente utilizzate da e per quella singola specifica area, individuando, a tal fine, i criteri di assegnazione e ripartizione delle spese e delle entrate tra i diversi livelli verticali dell’amministrazione”.

Secondo Nava “tenuto conto del divario socio-economico di alcune zone d’Italia, specialmente quello tra Nord e Sud e dell’irrinunciabile principio di solidarietà nazionale, è necessario che i trasferimenti in favore degli Enti Locali devono essere, quantomeno in parte, corredati da istruzioni e prescrizioni di spesa idonee a sostanziare un efficace intervento volto a favorire il riequilibrio dell’evidenziato divario. Occorre garantire una maggiore omogeneità alla concreta adesione di tutti gli Enti Locali ai generali processi di razionalizzazione della spesa pubblica in corso, evitando di colpire indiscriminatamente, con meccanismi sanzionatori, anche quelli che, comunque, presentano equilibri di bilancio virtuosi”.

Nava ha quindi concluso: “Il federalismo fiscale, allora, in un’ottica fortemente meritocratica, può certamente essere considerato come un valido strumento idoneo non già ad accentuare le differenze socio-economiche del nostro Paese, bensì a ridurle, attraverso una diffusa responsabilizzazione di tutte le realtà locali e una distinzione di trattamento fra Enti virtuosi ed Enti non virtuosi”.

Nel suo intervento, Luigi Gimpaolino ha sottolineato come il Federalismo Fiscale introdurrebbe nel tessuto dei rapporti economici, sociali ed istituzionali del Paese positive innovazioni, favorendo uno sviluppo equilibrato delle diverse aree del Paese nonchè la coerenza fra la gestione in senso federale degli obiettivi di finanza pubblica nazionale, dell’economia e i vincoli imposti dall’Unione europea. Giampaolino ha quindi sottolineato come gli Stati, nella gestione del proprio bilancio e nello sviluppo delle strategie politiche economiche nazionali, sono obbligati a rapportarsi con l’accentramento di potere- soprattuto in chiave economica – verso l’Unione Europea. Per questo si deve auspicare un assetto federale superstatale.