Intervista al sindaco Brivio: “A Lecco più impresa e turismo”

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Il sindaco Virginio Brivio
Il sindaco Virginio Brivio
Il sindaco Virginio Brivio

LECCO – Il brindisi per il 2016 che inizia è l’occasione giusta anche per fare un bilancio dell’anno appena trascorso e per guardare ai progetti futuri. Per questo abbiamo incontrato il sindaco Virginio Brivio e abbiamo chiesto al primo cittadino lecchese quali obiettivi sono stati raggiunti in questi primi mesi del suo secondo mandato alla guida della città, quali le difficoltà incontrate e cosa dovranno aspettarsi i lecchesi dal 2016 che è stato appena inaugurato.

“Il meglio deve ancora venire” è stato lo slogan della sua campagna elettorale ed in effetti c’è stato notato un cambio di passo rispetto al passato: abbiamo visto ripartire alcuni cantieri, come quello di Piazza Affari e prossimamente quello dell’Ostello della Gioventù, la manutenzione delle strade… Questo dopo cinque anni nei quali è stato tacciato di immobilismo. Perché la svolta è stata possibile solo ora e non prima?
“E’ ingeneroso dire che in passato non è stato fatto nulla, tante cose sono state rimesse in pista: non sarebbe partito il terzo lotto del tribunale se non fosse stato avviato il secondo, il più complesso, e lo abbiamo fatto noi, lo stesso vale per i quattro milioni di manutenzione per gli interventi ai tetti delle scuole. Le opere incompiute erano ferme per contenziosi giuridici e per i vincoli del patto di stabilità. Francesca Rota, il precedente assessore, ha creato le condizioni per far partire le opere questa estate mentre l’apertura del patto di stabilità, quasi 10 milioni negli ultimi mesi, ci ha fornito una capacità di spesa che normalmente avremmo avuto suddivisa su due o tre anni. L’elemento significativo di questi mesi, il vero cambio di passo, non è sulle opere sbloccate, è invece l’integrazione molto più forte tra i settori del Comune che ha permesso di giungere a progettualità nuove, mi riferisco al Bione e alle piste ciclabili, ad una ripresa importante sul tema del porto alla Malpensata. Quel clima di collaborazione interna al Comune, reclamato da cittadini e imprese, è stato il vero cambio di passo”.

Il cambio di Giunta, completamente rinnovata rispetto al passato, ha influito su questo?
“Direi di sì, non perché la Giunta precedente non avesse a cuore la questione, ma perché con più determinazione questo obiettivo è stato messo al centro del lavoro di questi mesi. Vogliamo abolire l’ “io” dei singoli settori e assessori in favore di un “noi” collettivo, perché i risultati non appartengono ad un pezzo dell’amministrazione ma sono frutto di un lavoro più complessivo. Siamo stati un pò sfortunati per le lungaggini nell’individuazione dei nuovi dirigenti, per il blocco delle assunzioni a fronte di una decina di persone che hanno lasciato il Comune, per l’incertezza sul reclutamento dei lavoratori in uscita dalla Provincia. Contiamo di chiudere le nomine e la riorganizzazione complessiva entro la fine di gennaio”.

Avete incontrato altre difficoltà?
“L’altra faccia della medaglia di avere tante persone nuove in Giunta è stata la necessità per molti di approfondire e conoscere meglio il funzionamento della macchina comunale. Però abbiamo lavorato molto bene e sono soddisfatto. Ci sono state tante scelte importanti come quella sulla gestione dell’acqua insieme alla Provincia, quella di Silea sul servizio rifiuti, è in partenza la nuova agenzia del trasporto pubblico che ci vede protagonisti insieme alle province di Como e di Varese. Tre mesi di lavoro che hanno gettato fondamenta importanti. Ora sui trasporti e sui rifiuti tocca a noi dare indirizzi chiari affinché queste realtà siano al servizio delle qualità del servizio ai cittadini. Inoltre abbiamo attivato domande di contributo per circa sei-sette milioni sia a fondazione Cariplo che a Regione Lombardia, al Ministero per i lavori al Tribunale, per alle piste ciclabili oltre che per attività sociali e culturali, il tutto in sei mesi e non è cosa da poco”.

Durante la campagna elettorale aveva annunciato interventi su casa e lavoro nei primi 100 giorni del suo nuovo mandato, cosa è stato fatto?
C’è stata una riattivazione del tavolo sulla casa con la Provincia che ha chiamato tutti gli attori in gioco sui progetti concreti come quello dell’Agenzia della Casa e in primavera ci saranno gli Stati Generali del Sociale. Sul lavoro e sulla casa abbiamo messo un impegno notevole. Riguardo al primo tema partirà anche un ufficio trasversale congiunto tra lavori pubblici e servizi sociali, un tentativo di unificazione della parte di gestione concreta di misure sia strutturali, ovvero le nostre case da sistemare in collaborazione con Aler, sia sul fondo sostegno affitti, ma anche con politiche atte a coinvolgere il privato per rafforzare l’offerta di abitazioni in affitto all’interno di un circuito virtuoso e in una logica di garanzia, quindi con affitti più bassi in cambio della garanzia di solvibilità e di maggiori opportunità. Questo si affiancherà all’offerta tradizionale dell’edilizia popolare pubblica”.

 

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La protesta dei lavoratori dell’impresa Pietro Carsana

 

Per il mondo del lavoro il 2015 è stato un altro anno difficile che si è concluso con la crisi dell’impresa Carsana e del Tubettificio Europeo. Cosa ha fatto e cosa farà nel 2016 l’amministrazione comunale su questo tema?
“Collaboriamo con la Provincia sulle unità di crisi perché è nella Provincia che ci sono quegli strumenti necessari ad affrontare le situazioni di emergenza. Stiamo però attivando un tavolo di confronto che non servirà solo ad affrontare le emergenze ma soprattutto a creare nuove opportunità di lavoro e di fare impresa. Anche in questo caso non servirà solo la competenza dell’assessore che segue la partita, ovvero Riccardo Mariani, ma anche dell’assessore all’Urbanistica, Gaia Bolognini, per affiancare quel principio contenuto nel PGT, la destinazione di alcune zone della città all’impresa, a misure che rendano attrattivo per un’azienda restare e creare lavoro a Lecco”.

Riguardo al PGT, dopo anni di attesa finalmente ne abbiamo visto l’approvazione, quando la sua attuazione?
“Innanzitutto in questi mesi abbiamo incontrato operatori privati che si stanno interessando all’area ex Faini e per la realizzazione di un albergo e centro benessere alle Caviate, così come per le sale cinematografiche. Per ora non ci è stata ancora una concretizzazione ma si stanno palesando importanti interessi da parte degli operatori”.

Recentemente sono stati ottenuti dal Ministero risorse per il completamento del cantiere del Palazzo di Giustizia. Il tribunale tornerà in centro?
“Si assolutamente. Il Ministero è stato chiaro e ha dato come obiettivo l’eliminazione delle spese di affitto e Il trasferimento su immobili di proprietà pubblica. Mancano ancora metà delle risorse necessarie, quattro milioni arrivano dal Ministero e i restanti quattro li dovrà mettere il Comune”.

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Il cantiere del Palazzo di Giustizia

La Grande Lecco è ancora nei suoi progetti? Come si inquadrerà rispetto allo scenario di riordino degli enti locali e delle aree vaste?
Sono due ambiti diversi. C’è una Grande Lecco se intendiamo la Provincia di Lecco che ha ancora un grande futuro se saremo in grado di stare uniti, fare sistema e sinergie. La mia proposta è quella di una sinergia con Como e Monza, l’area omogenea da proporre alla Regione e con la quale competere con l’area metropolitana, pianificare su quest’area il nostro futuro economico che ha un polmone turistico, vicino a quello comasco, ed un polmone imprenditoriale che guarda verso Monza. Ci saranno anche sinergie in altri ambiti, come quello già citato sul trasporto pubblico, oppure penso alla sanità. Ciò non contrasta con la Grande Lecco intesa come città che ragiona in termini unitari con i Comuni vicini. Dobbiamo lavorare insieme alle amministrazioni comunali limitrofe al capoluogo perché ci sono obiettivi importanti da raggiungere come quello infrastrutture, della dislocazione dei servizi e del dissesto idrogeologico che non hanno confini comunali. Due sono quindi le sfide, un’area omogenea attorno a Lecco e un’area vasta con Monza e con Como, non in contraddizione tra loro ma che si rafforzeranno l’una con l’altra”.

Il 2015 è stato anche l’anno dell’emergenza immigrazione e della paura per il terrorismo. Tre le esigenze da coniugare: sicurezza, accoglienza e integrazione. Lecco saprà vincere la sfida?
“La stiamo in parte già vincendo ma abbiamo bisogno di maggiori certezze dal Governo sui tempi di riconoscimento dello status di queste persone , perché una situazione di limbo non fa bene né a chi accoglie né agli stessi migranti. Nel frattempo si sono avviati processi di conoscenza, di rottura di alcune barriere più forti dell’ostracismo. Certo ogni Comune deve fare la sua parte perché l’integrazione può avvenire più facilmente in comunità a dimensione umana, anche per opportunità di lavoro e incontro. Il Governo deve fare la sua parte, le forze dell’ordine la stanno già facendo, le associazioni di volontariato hanno prodotto iniziative che hanno migliorato la qualità dell’accoglienza. Certo è che centinaia di persone nel territorio provinciale senza una prospettiva concreta dal punto di vista dello status giuridico non è una situazione che possiamo tollerare senza appunto una prospettiva.

 

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Il centro di accoglienza allestito al Bione

 

Il centro di accoglienza del Bione chiuderà nel 2016?
Per noi la soluzione del Bione è sempre stata temporanea, chiuderà nella misura in cui la Prefettura riuscirà ad avere un beneficio da quel sistema di accoglienza diffusa che i Comuni hanno in larga maggioranza approvato e che ora devono concretizzare perché non si tratta di un manifesto di buone intenzioni.

Per concludere, cosa ci aspetteremo da questo 2016?
“Mi auguro che ci sia una maggiore attenzione sulla creazione di occasioni per una nuova imprenditorialità. Lecco ha bisogno di allargare lo sguardo e quindi di non fermarsi al settore tradizionale del manifatturiero, che ha ancora molto da dare anche con la collaborazione tra imprese e Politecnico/CNR, ma di aprire verso nuove occasioni nel settore del turismo e della cultura. Expo magari non sarà stato per noi il ‘botto’ che ci si poteva aspettare ma ha fatto capire, in alcuni progetti concreti e in una maggiore consapevolezza, che Lecco è pronta ed è in grado di farcela”.