Intervista al sindaco Brivio: “Lecco è cambiata, in meglio”

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Il sindaco Virginio Brivio
Il sindaco Virginio Brivio
Il sindaco Virginio Brivio

 

LECCO – Eletto nel 2010, Virginio Brivio festeggia il sesto Capodanno da sindaco di Lecco. A suo parere come è cambiato il capoluogo in questi sei anni? Il Comune ha saputo dirigere questo cambiamento?

“La città ha vissuto un cambiamento almeno sotto due profili, economico e demografico. Gli effetti della crisi hanno provocato la chiusura e il riposizionamento di diverse aziende, altre realtà dell’artigianato hanno vissuto una trasformazione. Comprendere questo cambiamento e accompagnarlo con misure adeguate è stato importante. Il Comune ha partecipato ai tavoli territoriali di crisi attivati dalla Provincia e aperto una discussione sul futuro  della città, rispetto al quale noi abbiamo un’idea chiara: la diversificazione della nostra tradizione manifatturiera, e qui si colloca la convenzione rinnovata con il Politecnico che rappresenta un investimento sul capitale umano fondamentale per lo sviluppo delle imprese, e il turismo. Per la prima volta il Comune si è dotato di personale dedicato che, in sinergia con altre realtà, sta lavorando affinché lo sviluppo turistico della città sia un processo continuativo.

La partecipazione ai progetti regionali su Expo e CultCity hanno migliorato la promozione della nostra città, l’altro fronte di intervento è la sistemazione del patrimonio culturale e l’implementazione di infrastrutture, come le piste ciclabili e il futuro porticciolo alla Malpensata, che daranno un contributo fondamentale alla fruizione del territorio. Insieme a questo, il potenziamento del servizio di navigazione che dal prossimo anno andrà in autosufficienza economica; ci abbiamo creduto, investendo risorse della tassa di soggiorno, e dimostrato che l’utenza c’è. Dobbiamo insomma perseguire con più forza questa vocazione turistico culturale”.

C’è già stata, nel concreto, questa svolta?

“Sicuramente alcuni processi sono partiti. C’è vivacità, molte attività sono nate, a volte di tipo volontaristico, in altri  casi vere e proprie imprese;  abbiamo conosciuto un rinnovato interesse degli operatori economici che vogliono venire a Lecco per aprire alberghi e strutture ricettive; interessi che non si sono ancora concretizzati e che speriamo possano esserlo presto.

Il cambiamento, però, non è stato solo economico ma anche nella composizione del tessuto demografico della città. Abitano a Lecco molti più stranieri rispetto al passato, non parliamo di profughi ma persone venute qui a lavorare e che oggi si trovano in difficoltà come noi, è una città che invecchia sempre di più e manca un ricambio generazionale. Allora dobbiamo insistere sulle politiche di sostegno alla famiglia, alla prima infanzia e progetti per far sì che la città sia attrattiva, non solo per il fine settimana ma da abitare.

Dentro questo cambiamento, vi deve essere un’attenzione maggiore alle condizioni degli anziani, questo non significa solo guardare a politiche socio assistenziali ma anche di aggregazione per combattere la solitudine, recuperare i legami nei quartieri e diversi progetti territoriali (ABC, Living Land, Buongiorno Germanedo) sono riusciti in questo obiettivo, consolidandosi. Lecco è cambiata in meglio da questo punto di vista, è una città migliore, attiva nel rafforzare i legami di comunità”.

Un esempio del molo che potrebbe essere realizzato alla Malpensata
Un esempio del molo che potrebbe essere realizzato alla Malpensata

Il 2017 sarà l’anno giusto per dare alla città un nuovo lungolago? La Confcommercio ha lanciato un concorso di idee per la sua realizzazione, porto compreso…

“Le idee vanno benissimo ma noi stiamo lavorando su progetti concreti: nella zona delle Caviate il privato sistemerà un primo pezzo del lungolago; mi auguro che il 2017 sia il momento di approvazione di questo ambito di trasformazione che ha al proprio interno un albergo, un centro benessere, un ristorante, degli appartamenti e un parcheggio all’ingresso della città. Il secondo tratto di lungolago riguarderà la riqualifica del parco della Malpensata e la realizzazione del porto”.

Quindi la vostra visione si scontra con quella dell’associazione dei commercianti che vorrebbe sì il porto, ma alle Caviate, bocciando la Malpensata poiché ritenuta troppo ventosa e inadatta a questo scopo?

“La verifica dei venti che l’Autorità di bacino ha realizzato non ha portato a quelle controindicazioni che sono state un po’ sommariamente evidenziate. L’Autorità di bacino ha confermato che quella localizzazione non è del tutto erronea, c’è stata anche una conferenza di servizi e noi stiamo andando avanti su questa progettazione. Nel 2017 ci sarà l’accordo che conferirà all’Autorità di bacino, per conto del Comune e in sintonia con il partener privato, l’incarico di portare a termine questa operazione”.

L'area degli spettacoli viaggianti del Bione
L’area degli spettacoli viaggianti del Bione

Il prossimo anno dovrebbe essere posata la prima pietra della nuova caserma dei Vigili del Fuoco. Pace fatta con i pompieri? E’ stata trovata un’alternativa a quell’area per i grandi eventi cittadini?

“La pace è stata fatta un anno fa, non c’era però una guerra ma una visione diversa sulla dislocazione della caserma. Da parte nostra c’è la massima disponibilità e il supporto affinché il progetto venga realizzato. Invece cerchiamo ancora nella zona del Bione, tra le aree demaniali disponibili, un’altra sede per che possa servire per gli eventi. Oggi dobbiamo accontentarci dell’area dei posteggi dinnanzi ai campi del centro sportivo. E’ in corso però un approfondimento per individuare una nuova area, sempre al Bione. Difficilmente ne troveremo una con le caratteristiche idonee quanto lo era quella destinata alla caserma”.

Oggi quell’area è occupata dal centro di accoglienza per i migranti, è confermato il suo smantellamento?

“C’è un problema di fondo, Lecco ha un numero troppo alto di profughi e in queste condizioni è difficile mettere in atto politiche efficaci di integrazione. Al più presto devono essere quindi trasferiti, seguendo il principio di distribuzione territoriale  voluto anche dall’Anci,  consentendo di attivare quei progetti che sono presupposto per una reale integrazione, tramite lavoro e formazione. Non è solo un problema di numeri ma di dignità”.

Il sindaco Brivio
Il sindaco Brivio

Cambierebbe qualcosa di quanto fatto in questi sei anni nella veste di sindaco?

“Sarei più determinato , anche a costo di sforare il patto di stabilità, nella messa in sicurezza di edifici e strutture pubbliche perché, come aveva intuito il premier Renzi, ci sono delle cose che non possono sottostare alle norme. Nuove opere possono stare dentro i vincoli di bilancio ma la sistemazione degli stabili, che siano sportivi, culturali o scolastici, vale bene una forzatura dei bilanci”.

C’è anche la problematica relativa alle condizioni degli immobili comunali, oltre a quella di un complessivo riordino degli uffici, tra le cause che hanno aperto la discussione sull’eventuale cambio di sede del municipio. Sarà nel 2017 il trasloco del Comune nella sede dell’ex Politecnico, in via Marco d’Oggiono?

“Solo di una parte, quella già annunciata – gli uffici dei servizi sociali e l’archivio – perché la Regione, prima di concedere spazi maggiori vuole capire quale sarà futuro dei propri uffici presenti in città”.

Dopo anni di crisi, finalmente si intravede una ripresa. Cosa dovranno aspettarsi i lecchesi per il prossimo anno?

“A mio parere sarà migliore rispetto al passato, basta non dare sempre ascolto  alle sirene negative dei piagnistei, perché c’è una città che si muove e fa tanti progetti positivi. Lecco è migliore di come certi ‘opinion leader’ la descrivono”.