Intervista speciale al senatore Lorenzo Bodega (ex Lega)

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Lorenzo-Bodega

LECCO – Intervista speciale al senatore Lorenzo Bodega dopo le sue dimissioni, giunte ieri sera, dal partito del Carroccio.

Senatore Bodega, la sua decisione di abbandonare il partito è stato un vero fulmine a ciel sereno, anche se nei giorni scorsi aveva lasciato intendere che qualcosa si era spezzato. Lei è stato molto critico rispetto a quella che ha definito “giustizia sommaria” verso alcuni esponenti del Carrocio..

“E’ stata per me una decisione sofferta, presa alla luce delle recenti e assai amare vicende che hanno toccato il cuore della Lega e i sentimenti di chi, come me, ha aderito al movimento conoscendo Bossi sin dalla prima ora. La situazione è precipitata, e non posso assistere a queste prese di posizione nei confronti del nostro leader indiscusso, che paga per colpe non sue, senza il quale non riuscirei ad immaginare la Lega. E’ un clima in cui non mi riconosco, si sente aria di resa dei conti, e non me la sento continuare un’avventura troppo lontana da quella che ha caratterizzato molti anni della mia vita. Resto leghista nell’animo, negli ideali, ed ora lascio ad altri il compito di rappresentare la Lega nelle battaglie di ogni gorno, con l’augurio che, superata questa dolorosa fase, si possa tornare a intravedere l’orizzonte federalista, e si rafforzino i valori identitari che hanno distinto la Lega nel panorama politico italiano”.

Ci sono state forti critiche da parte di molti esponenti lecchesi del partito, che le hanno rinfacciato il suo dimettersi dalla Lega ma non dal suo ruolo di senatore. Alcuni, come l’ex ministro Roberto Castelli, le hanno ricordato come quel posto da lei occupato al Senato appartenga alla Lega, che lo ha assegnato a lei in virtù di una legge elettorale che non prevede preferenze..

“Solo alcune brevi considerazioni. Confermo che io e il signor Castelli non siamo mai andati molto d’accordo, sopratutto dopo che, con la consueta arroganza, si è candidato a sindaco di Lecco, compiendo l’impresa di consegnare la città alla sinistra, dopo quattro mandati di guida leghista.  Figuriamoci se mi piace scappare, chi mi conosce sa che le decisioni le ho sempre prese in autonomia, con il cuore e con la mente. In questa fase dolorosa, per ciascuno di noi è meglio evitare lezioni e giudizi, che non ci farebbero altro che male. Io continuo la mia strada, avendo dimostrato, anche con questo gesto, che la carriera personale non mi interessa, e il mio impegno amministrativo non verrà a meno, in qualsiasi posizione mi trovi. Anche perché in questo scenario politico sgretolato, ritengo ci sia spazio per dare il mio contributo di passioni ed esperienza, secondo le modalità che si renderanno praticabili.

Sono stato eletto consigliere comunale per la prima volta nel 1993, in comune a Lecco, nel 1997 sono divenuto sindaco, mettendomi in gioco in prima persona, e nel 2001 sono stato riconfermato alla guida della città. Nel 2006 e nel 2008, infine, ero presente nelle liste della Lega, ma sono stato votato; non è che si possano piegare i risultati in base alle circostanze e alle convenienze. Io finirò il mio mandato, ancora 8 mesi, dopodiché la mia esperienza politica romana finisce li. Quindi le lezioncine non le prendo da gente che occupa gli scragni da oltre 20 anni. Non ho mai avuto auto blu, autisti o scorte, sono sempre stato stato eletto dai cittadini e mai nomitato, rispetto a chi invece, perde le elezioni nel proprio comune e poi viene nominato assessore alla Provincia. Quelle persone che rappresentano attualmente il movimento a livello terrioriale, prima di aprire la bocca, dovrebbero dare dimostrazione di quanto valgono”.

Mi conferma, quindi, che alle prossime elezioni non si presenterà nelle  liste di altri partiti?

“Io sono nato con la Lega di Bossi e ho finito con la Lega di Bossi. Non cerco un altra collocazione al centro o al centro-sinistra. Ribadisco che la mia esperienza politica romana finisce con questa legislatura, a differenza di chi probabilmente cerca collocazioni diverse per tenersi una poltrona sotto il sedere”.

Crede che il suo gesto possa essere seguito da altri esponenti leghisti, al Senato o alla Camera?

“Non saprei dire. So che c’è molto malcontento, ma bisogna chiarire che esistono uomini e quaquaraqua; io penso che nel momento in cui uno manifesta un disagio, se è un uomo passa dalla parole ai fatti, se è un quaquaraqua parla per nulla e le azioni non sono conseguenti”.