Ius soli, Nava e Piazza “contrari, bene il rinvio deciso dal Governo”

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Daniele Nava e Mauro Piazza
Daniele Nava e Mauro Piazza

 

LECCO – Sullo ius soli c’è chi dice no. Pollice verso al provvedimento viene infatti da Mauro Piazza e Daniele Nava esponenti di Energie per l’Italia, che non condividono la legge per la concessione della cittadinanza.

“L’iter legislativo aveva subìto un’improvvisa accelerazione negli ultimi giorni – esordisce Mauro Piazza – Bene il rinvio del Governo. Non potevamo trovarci d’accordo con una legge che gli italiani avrebbero difficoltà a capire: alcuni sondaggi evidenziano come solo un italiano su tre sia d’accordo”.

“Il tema dell’immigrazione è delicato da sempre, con l’Italia in prima linea nell’accoglienza dei migranti. Quello della sicurezza – legittima – lo è altrettanto e i problemi degli ultimi giorni, con l’allarme lanciato ai partner europei, denunciano una situazione di affanno che consiglierebbe maggiore prudenza, come suggerito da Stefano Parisi. Rischiamo che il Paese venga lacerato, non basta una legge a risolvere la questione, rischiamo di aumentare la xenofobia”, aggiunge Daniele Nava.
L’automatismo sulla cittadinanza (basta essere “partoriti” sul territorio italiano per essere cittadini italiani) farebbe sì che l’Italia diventi ancora più attrattiva. Eppure c’è già una forma di ius soli: se nasci in Italia da genitori non italiani al compimento dei 18 anni puoi fare domanda e diventi cittadino italiano, analogamente a quanto avviene negli altri Paesi.
“Il provvedimento in discussione al Senato porterebbe invece sei-settecentomila persone ad avere subito la cittadinanza. Credo sia giusto che per diventare cittadino del nostro Paese uno straniero debba esprimere una sincera volontà di essere italiano”, aggiunge Piazza.
“No agli automatismi, sì alla sicurezza: negli ultimi tre anni il Ministero dell’Interno ha gestito oltre sessanta espulsioni all’anno per motivi di sicurezza nazionale. Davanti a potenziali terroristi adesso esiste la possibilità di espellerli, facoltà che verrebbe meno se fossero italiani”, conclude Nava.