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LECCO – Il centrosinistra deve fare i conti con i numeri risicati della propria maggioranza in Provincia: lunedì sera in consiglio provinciale, senza l’accordo con le opposizioni, l’amministrazione di Villa Locatelli ha dovuto rinviare l’approvazione del piano triennale anticorruzione che era all’ordine del giorno dei lavori dell’assemblea.
Il contrasto con le minoranze è nato dal mancato inserimento nel procedimento del principio rotazione degli incarichi di funzionari e dirigenti, una richiesta posta attraverso un apposito emendamento da Lega Nord e Libertà e Autonomia. “Senza la rotazione il piano è svuotato del suo contenuto dal punto di vista tecnico, sarebbe una presa in giro” ha sottolineato l’esponente del Carroccio, Stefano Simonetti.
“La rotazione è ciò che consente di evitare il rischio di relazioni privilegiate che possano sfociare in favoritismi – ha rimarcato Antonio Pasquini di Libertà e Autonomia – in enti più piccoli può comportare qualche disservizio nell’erogazione dei servizi, non è il caso della Provincia di Lecco”. Oggi sono cinque i dirigenti di Villa Locatelli, erano otto prima del pensionamento di tre dipendenti.
Il presidente Flavio Polano ha ricordato ai consiglieri che quello della rotazione degli incarichi non è l’unico strumento stabilito dalla legge per contrastare il fenomeno corruttivo. Parole che non hanno cambiato la posizione delle minoranze, in tutto sei consiglieri, lo stesso numero nelle disponibilità della maggioranza. L’ago della bilancia poteva essere l’esponente della sinistra, Sergio Brambilla, che però era assente giustificato dalla seduta. Da qui la decisione di rinviare la votazione.
In modo analogo è stata rimandata anche la nomina del difensore civico di Villa Locatelli, dopo la richiesta di ulteriori verifiche da parte delle opposizioni per un presunto conflitto di interesse rispetto all’avvocato designato, avendo quest’ultimo già un incarico presso un altro Comune lecchese.
