”La morte di Bin Laden un riscatto per gli americani”

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Vive a Fiumelatte dal 2004, ma è statunitense. Gli abbiamo chiesto che cosa prova ora che Osama Bin Laden è morto.

“Sono ovviamente felice come tutti, ma mi chiedo come mai si sia aspettato tanto” risponde Brad Mc Ewen, californiano di genitori canadesi, in Italia guida turistica e maestro di sci. “In molti ci chiediamo  perché non si sia procedturo dieci anni fa dopo l’abbattimento delle torri gemelle. Tutti credevamo vivesse in qualche grotta e invece da due anni era in un edificio nuovo e più alto di quelli della zona, come mai nessuno l’ha notato”?

Poi Mc Ewen mostra la sua preoccupazione per i turisti amiericani, se è vero che all’interno dei confini gli Usa sono più sicuri – dice- non è detto che chi è in giro per il mondo non venga preso di mira.

Di certo l’operazione Bin Laden ha emarginato ferite molto vecchie che ancora sanguinavano nell’animo degli statunitensi. Torniamo indietro nel 1980 quando Khomeini in Iran conquistò il potere rovesciando lo shah di Persia Reza Pahlavi, in autunno alcuni studenti fedeli all’ayatollah entrarono nell’ambasciata americana e presero in ostaggio tutto il corpo diplomatico. Ci furono 444 giorni di trattative. L’orgoglio degli americani ebbe il primo e scioccante colpo della storia. Carter perse le presidenziali a favore di Regan. “Gli americani non si sentivano più sicuri con i democratici e quindi si affidarono ai repubblicani”, è la lettura socio politica di Mc Ewen. “Gli inglesi avrebbero risolto la crisi in una settimana, mentre Carter risultò troppo debole”, prosegue.

Ecco quindi il grande sospiro di sollievo dell’America, che con l’esecuzione di Bin laden si sente vendicata anche dell’altra grave lacerazione, gli aerei sul Word Trade Center nel 2001.

E’ un’operazione che per Mc Ewen può valere una vittoria per il presidente Barak Obama alla prossima tornata elettorale, ma soprattutto un messaggio per tutti gli americani: i democratici sono eroi, forti, capaci di cancellare le onte della storia.