Landini a Lecco per
la festa di Sel attacca
il Governo Renzi

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LECCO – “Non siamo di fronte ad un attacco all’articolo 18, ma al tentativo esplicito di usare questa parte per andare ad un ridisegno complessivo del sistema di relazioni, in cui la contrattazione collettiva viene messa in discussione”.

Maurizio Landini, segretario della Fiom, non risparmia critiche al Governo Renzi nel suo intervento a Lecco, alla festa regionale di Sinistra Ecologia e Libertà che sabato è entrata nel vivo al circolo Arci La Ferriera, ex Circolo Bonfanti, con la presenza del segretario della Fiom e del coordinatore nazionale di Sel, Nicola Fratoianni.

“Fate il lavoro, non fate la crisi” è il titolo dell’appuntamento che ha visto protagonisti il sindacalista Cgil e il politico ed entrambi hanno avuto molto da dire sulle politiche messe in campo dall’attuale esecutivo:

L'arrivo a Lecco di Landini accompagnato dal coordinatore di Sel, Tino Magni
Landini accompagnato dal coordinatore di Sel, Tino Magni

Per poter assumere bisogna licenziare e non è questa la regola per affrontare i problemi – ha tuonato Landini – Il tentativo mettere in discussione articolo 18 è già stato fatto molte volte, l’articolo 18 è già stato modificato e dovrebbe essere chiaro a tutti che non è questa la strada. Mi sembra ci sia un disegno, da un lato una richiesta esplicita dall’Europa ma allo stesso tempo dentro quella delega del Governo ci sono tutte le richieste avanzate da Confindustria. Si va oltre la cancellazione dell’articolo 18, nel documento presentato da Confindustria al Governo si parla anche di un salario minimo diverso dai contratti nazionali di lavoro e addirittura della possibilità che un’azienda possa scegliere se applicare il contratto nazionale oppure no e fare contratti aziendali sostitutivi di quello nazionale. Vi ricorda niente questa cosa?” ha sottolineato Landini riferendosi alla vicenda Fiat.

Per il leader della Fiom tutto questo rappresenta “una risposta di uscita alla crisi in cui la tendenza non è il superamento della precarietà ma la sua stabilizzazione ed è la strada che apre alla riduzione dei salari. E’ l’opposto di quello che hanno dichiarato, non è il modello tedesco, ma un modello peggiorativo del sistema spagnolo. Dobbiamo porre un problema di cambiamento ma quello proposto non rende stabili i diritti, oggi il problema non è che è difficile licenziare  ma che le imprese non hanno lavoro”.

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Un parere simile a quello espresso da Fratoianni che ha aperto l’appuntamento in attesa dell’arrivo del segretario dei metalmeccanici, in ritardo di circa un’ora, neanche a farlo apposta, per un problema di auto.

Nicola Fratoianni
Nicola Fratoianni

Questo è un Paese dei paradossi, si discute ogni giorno di una piaga che cresce, quella della disoccupazione, e l’unica soluzione che si cerca è come fare a rendere più facile il licenziamento – ha spiegato il coordinatore di SEL – nel 2014 solo il 15% tra i contratti attivabili permette l’assunzione a tempo indeterminato, tutto il resto è racchiuso in una delle 44 forme di contratto di lavoro che hanno un’unica caratteristica comune, tutte frammentano il mercato dal lavoro ma insieme tolgono diritti, aumentano flessibilità, precarietà e riducono la qualità del lavoro”.

Per la Fiom di Landini sono altre le soluzioni: “Noi non facciamo quelli che si oppongono ma quelli che vogliono risolverli i problemi. C’è un tema che riguarda gli investimenti ma c’è un tema che riguarda anche il mercato del lavoro. Estendere la cassa integrazione a tutti è possibile se tutte le imprese pagano i contributi. Poi è il tempo di sostituire, così come gli altri Paesi, l’Aspi con un reddito minimo garantito e lo si paga con la fiscalità generale, per dare la possibilità di mantenersi a chi è rimasto senza lavoro e preservare il diritto allo studio, perché oggi i figli di un lavoratore dipendente non hanno la certezza di poter studiare”.

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