Lecco. Nuovo municipio, passa il voto in un’aula semi-deserta

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Il Consiglio vota la vendita dell’ex Politecnico, quindi la scelta di altre soluzioni per il municipio

Ma il Partito Democratico perde pezzi e il centrodestra lascia l’aula per protesta

 

LECCO – Provvedimento approvato ma in una sala consiliare quasi vuota: è il fermo immagine della votazione di martedì sera in Consiglio Comunale, con il centrodestra fuori dall’aula e con pesanti assenze anche tra le fila della maggioranza.

Ai voti c’è la messa in vendita dell’immobile di via Marco d’Oggiono, acquistato dalla precedente amministrazione per diventare la nuova sede del municipio ma ‘scartato’ dalla nuova amministrazione che vorrebbe valutare soluzioni differenti e tra le ipotesi per la futura sede comunale (non è un mistero) c’è l’immobile dell’ex Banca popolare di Lecco in piazza Garibaldi.

Una scelta, quella di rinunciare allo stabile di via Marco d’Oggiono, già sede del Politecnico che ha acceso una forte discussione, evidentemente non solo con l’opposizione ma anche all’interno della stessa maggioranza e in particolare in casa PD: lo testimonierebbe l’uscita di scena del presidente del consiglio Francesca Bonacina, ex vicesindaco della precedente giunta Brivio, e le assenze di Clara Fusi, ex assessore oggi consigliere comunale, non presente al consiglio insieme al collega di partito Giovanni Tagliaferri.

I banchi vuoti dell’opposizione

“La precedente amministrazione aveva intrapreso il percorso per dare una risposta alla necessità di un nuovo municipio che rappresenta tutt’oggi un’esigenza – ha sottolineato il sindaco Mauro Gattinoni – ci siamo chiesti però se lo stabile di via Marco d’Oggiono sia l’opzione più giusta”.

Gattinoni ha ricordato le motivazioni di questo passo indietro: “limitati spazi fisici” per gli uffici e il mantenimento di una seconda sede, quella di Palazzo Bovara, che obbligherebbe ad affrontarne la ristrutturazione per circa 6-8 milioni di euro, per un costo totale (comprendente acquisto e lavori in via Marco d’Oggiono) di oltre 20 milioni di euro. “Nel suo complesso questa operazione ha dei costi importantissimi, non risultando comunque ottimale” ha proseguito il sindaco.

Si punterebbe dunque a “soluzioni alternative, con lo stesso ordine di grandezza economico, tenendo presente – ha aggiunto Gattinoni – delle condizioni uniche di questo frangente storico, ovvero gli incentivi urbani e i fondi che arriveranno per il PNRR. E’ una scelta politica quanto meno doverosa aprire a questo percorso di indagine”.

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Il sindaco Gattinoni

L’ex sede del Politecnico sarà dunque inserito nel piano delle alienazioni ad una base d’asta di 6,2 milioni di euro, come spiegato dall’assessore Maria Sacchi, ovvero il suo prezzo di acquisto (5,7 mln) più le spese già affrontate dal Comune per verifiche e progettazioni. La destinazione d’uso dell’immobile passa da ‘servizi amministrativi istituzionali’ a ‘destinazione mista’ per renderlo appetibile sul mercato. Esce invece dal piano delle vendite la sede comunale di via Sassi (3,5 mln) che per il momento sarà mantenuta.

L’opposizione: “Un gioco d’azzardo”

Ad aprire il dibattito è stato Corrado Valsecchi di Appello per Lecco, ex assessore della precedente giunta Brivio e oggi consigliere di opposizione: “E’ un atto che sconfessa Virginio Brivio, mi chiedo come faccia il Partito Democratico e le persone che hanno avuto modo di affermarsi con Virginio Brivio a non vergognarsi. Questa operazione è un gioco d’azzardo forse condizionato da relazioni recenti e pericolose. Nessuno ne ha mai fatto cenno in campagna elettorale altrimenti Appello per Lecco non vi avrebbe sostenuto e oggi sareste all’opposizione”.

L’immobile in via Marco D’Oggiono

Anche il centrodestra ha rimarcato tutte le sue perplessità e insistito sulle contraddizioni di questa scelta: “Secondo il discorso del sindaco, la giunta precedente avrebbe ‘cannato’ alla grande oppure era miope. La barca è la stessa, cambia il timoniere e cambiano anche le opinioni di chi già era a bordo. Questa è la vostra coerenza” ha commentato Emilio Minuzzo di Forza Italia.

“Le assenze di questa sera parlano più quanto potrebbe fare l’opposizione” ha aggiunto Filippo Boscagli.

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Antonio Rossi

“Questa operazione potremmo definirla il ‘mistero dell’autunno lecchese’ – è intervenuto Antonio Rossi – che sconcerta per il merito e per il metodo. Il sindaco sembra trattare la questione come un affare privato, o meglio di famiglia ma senza lo spirito del buon padre. Più che un cambio di passo è un cambio di direzione che sconfessa la scelta della precedente maggioranza con gli stessi attori, oggi non protagonisti. Ci si prepara ad un investimento che chiuderà per lungo tempo i cordini della borsa del Comune, mentre si assiste ad un balletto delle cifre decisamente incerto. Serviranno molte verifiche, anche dal punto di vista dei parcheggi, per comprendere se l’ipotesi di piazza Garibaldi sia quella giusta”.

“Siete passati dalla rivoluzione proletaria alla rivoluzione immobiliare” ha ironizzato Giacomo Zamperini di Fratelli d’Italia che aveva proposto una mozione per sospendere il provvedimento.

Cinzia Bettega della Lega ha ricordato che la scelta di via Marco d’Oggiono “è stato un lavoro durato mesi che ha impegnato più livelli istituzionali. Già allora si sapeva che Palazzo Bovara sarebbe rimasta come sede istituzionale. Non giudichiamo il fatto che si sia deciso di cambiare scelta ma le motivazioni”.

Al momento del voto il centrodestra lascia l’aula, resta invece Appello per Lecco che esprime voto contrario.

La maggioranza: “E’ nostra responsabilità valutare altre scelte”

“Nel programma elettorale veniva espressa l’intenzione di realizzare la nuova sede del municipio affinché fosse funzionale agli uffici – ha ribattuto Matteo Ripamonti di Fattore Lecco – Ci siamo trovati ad affrontare un’operazione già avviata, con 11 milioni di euro di lavori per lo stabile di via Marco d’Oggiono da mettere in cantiere e altri 6-8 milioni per Palazzo Bovara, perché non possiamo fare finta che questa sede necessiti di ristrutturazione. E’ nostra responsabilità verificare che ci siano altre soluzioni”.

“Il dirigente ha detto pieno giudizio di fattibilità tecnica di questo percorso, le cose che stiamo facendo stanno dentro le regole, poi le discuteremo nel merito” ha detto Alberto Anghileri di Con la Sinistra Cambia Lecco.

Il sindaco Mauro Gattinoni
Roberto Nigriello

Il segretario comunale di fatto ha rassicurato sulla correttezza tecnica ed economica dei provvedimenti al voto, ovvero l’alienazione dell’ex Poli e l’intervento sul bilancio. “Oggi è un atto pianificatorio, non può esserci danno – ha sottolineato Sandro De Martino, precisando – nelle fasi successive, non lo sappiamo”

Per il PD “già nel 2018 si chiedeva un unica sede per il Comune – ha sottolineato il capogruppo Roberto Nigriello – l’acquisto di una nuova sede è finalizzata, oltre che ad ottimizzare l’organizzazione degli uffici comunali ma anche per contenere i costi di gestione. Quando ci saranno manifestazioni di interesse allora bisognerà capire le condizioni degli immobili proposti. Non si vuole scherzare con il fuoco, è una questione di responsabilità”.