Altro che pace: sulla convenzione con le paritarie è ancora scontro

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Il sindaco Mauro Gattinoni e Angela Fortino, presidente dell'Associazione scuole dell'infanzia paritarie di Lecco
Il sindaco Mauro Gattinoni e Angela Fortino, presidente dell'Associazione scuole dell'infanzia paritarie di Lecco

La newsletter del sindaco crea un nuovo caso tra Comune e scuole dell’infanzia paritarie

L’associazione: “Serve un chiarimento pubblico”. Le opposizioni attaccano: “Amministrazione senza credibilità”

LECCO – “Ci troviamo costretti a vincolare la nostra firma sull’accordo a un chiarimento pubblico del Sindaco al Consiglio Comunale e alle famiglie lecchesi”. Sembra cosa fatta la sigla della nuova convenzione (vedi articolo) e invece l’associazione delle scuole dell’infanzia paritarie si è detta costretta a rivedere la sua posizione alla luce dell’uscita pubblica del sindaco Mauro Gattinoni nella sua newsletter dedicata in apertura proprio all’accordo con gli istituti paritari.

“Dopo un percorso che noi sappiamo essere stato lungo e travagliato perché partivamo da posizioni molto distanti, pensavamo di aver chiuso tutti gli accordi in maniera soddisfacente per entrambe le parti – scrivono i referenti delle scuole paritarie – Grande è stato quindi lo stupore e anche l’incredulità nel leggere, al termine della conferenza stampa di ieri convocata per le ore 17.30 dove eravamo in perfetta sintonia su temi e contenuti, la newsletter del Sindaco, pubblicata un’ora dopo”.

Ad aver riacceso le incomprensioni è stato questo passaggio dell’intervento di Gattinoni: “La nuova Convenzione tra il Comune di Lecco e l’Associazione scuole dell’infanzia paritarie di Lecco, il cui finanziamento permetterà di ridurre sensibilmente il costo delle rette degli asili per circa 630 famiglie lecchesi, con un importantissimo risparmio medio a famiglia pari a 2.200 l’anno”.

E, ancora “nella stessa newsletter – scrivono dalle paritarie – si parla di un contributo di 7.000.000 di euro in 5 anni quando ben sappiamo che l’accordo prevede cifre superiori: contributo indicizzato con tutti i tetti massimi e minimi concordati, riconoscimento economico per eventuali sezioni in più, una tantum, aumento fondi disabilità e cioè tutto quanto da noi richiesto per scongiurare l’aumento delle rette. I numeri espressi in questa newsletter non sono corretti e i contenuti non corrispondono né alla realtà né allo spirito degli accordi approvati, interamente fondati sull’esigenza condivisa di poter assicurare il servizio senza aumentare le rette per tutta la durata della Convenzione”.

Un passaggio della newsletter del sindaco

“Precisiamo che . scrivono ancora –  dal primo all’ultimo incontro (cioè da novembre 2021 a luglio 2022), il Sindaco ha sempre dichiarato che l’eventuale abbattimento delle rette ‘non faceva parte delle sue linee programmatiche di mandato’ e che non era disponibile a mettere a bilancio risorse aggiuntive per attuarlo. E’ quindi incomprensibile, fuorviante e, ci permettiamo di dire, anche scorretto, promettere alle famiglie lecchesi una diminuzione delle rette (dandone persino un conteggio che, di fatto, è superiore al costo della retta media pagata dalle famiglie stesse) ed è poco dignitoso farlo dopo pochi minuti dal termine di una conferenza stampa congiunta nella quale si illustrava tutt’altro e ci si impegnava a mantenere un clima di collaborazione costruttiva”.

Il centrodestra e Appello: “Il sindaco ha cambiato versione”

Dopo lo sfogo dell’associazione delle scuole, torno ad accendersi la discussione sul tema anche a livello politico e le opposizioni non risparmiano le proprie critiche all’amministrazione comunale e chiedono al sindaco di chiarire.

“Siamo stupiti e increduli dell’evoluzione insensata che sta riguardando la Convenzione delle Materne. Dopo l’annuncio di un accordo completo il Sindaco comunica tutt’altri contenuti. Che credibilità può avere chi annuncia in conferenza stampa una cosa e poche ore dopo comunica tutt’altro? – scrive Filippo Boscagli dal centrodestra – Come chiede l’associazione si chiarisca subito che quanto previsto e concordato è quanto la città e le famiglie vedranno nei prossimi anni e si chiuda questo capitolo surreale”.

“Il Comune di Lecco è in mano a dei dilettanti allo sbaraglio che vivono di comunicazione e ignorano le regole della democrazia – scrive Corrado Valsecchi di Appello per Lecco – Un Sindaco che cambia versione pochi minuti dopo la Conferenza e l’associazione rappresentativa delle scuole materne Paritarie che legittimamente si indigna. Non è stata la prima volta e temo che non sarà l’ultima in cui vedremo all’opera questa Giunta nel falsificare la realtà, non avere alcuna consapevolezza del ruolo che gli è stato”.

Il consigliere comunale Filippo Boscagli

“Dopo aver infatti detto più volte che non ci sarebbero state risorse aggiuntive in quanto ‘non necessarie’ e che di eventuali aumenti delle rette sarebbe stata responsabile l’associazione delle scuole paritarie, improvvisamente il Sindaco scrive di incredibili diminuzioni delle rette, senza sapere nemmeno di cosa stia parlando in quanto il risparmio dichiarato sarebbe praticamente uguale a quanto oggi spende ogni famiglia per l’intero anno” scrivono Emilio Minuzzo, Simone Brigatti e Gianni Caravia di Lecco Merita di Più-Forza Italia.

“In ogni caso il ‘cambio di passo’ su questa tematica da parte dell’intera maggioranza (in particolare di quella più a sinistra che in passato era sempre stata contraria alla convenzione) ha quasi del ridicolo: siamo passati dalle dichiarazioni imbarazzanti (per giustificare il mancato aumento di fondi) sul fatto che meno iscritti corrispondono a più risorse per bambino (dimenticandosi che i costi fissi si sostengono in ogni caso), per arrivare a impossibili risparmi che azzererebbero le rette annuali pagate, a meno di stanziare molti più soldi di quanto richiesto dall’associazione stessa – aggiungono – Riteniamo sia necessaria una rettifica sul tema da parte del Sindaco e dell’assessore per rispetto delle tante famiglie che leggeranno questa newsletter: è il momento di prestare più attenzione alla sostanza e meno alla forma, senza creare false aspettative ai cittadini e trasformare la newsletter in uno strumento di mera propaganda”.