Analisi Covid ai depuratori, Lanfranchi: “Utile per monitorare il virus”

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La proposta del consigliere provinciale Paolo Lanfranchi

“Ricerca mirata al virus nelle acque reflue può aiutare a monitorare la situazione sul territorio”

LECCO – “Anche se le possibili tracce del virus nelle acque reflue non implicano di per sè un veicolo di diffusione, una ricerca mirata può rivelarsi preziosa per la sorveglianza del virus”.

Così il consigliere provinciale Paolo Lanfranchi nell’interrogazione presentata mercoledì in Consiglio Provinciale e che propone di analizzare le acque reflue, ovvero gli scarichi domestici collegati ai depuratori, per verificare la presenza di Covid e tenerne monitorata la percentuale rilevata.

Si tratta di un progetto di sorveglianza epidemiologica già avviato a luglio dall’Istituto Superiore di Sanità in alcune località turistiche italiane.

Paolo Lanfranchi

“Ogni dato e ogni informazione possono assumere una funzione importante per la sorveglianza della pandemia in essere – spiega Lanfranchi – Considerato che sul nostro territorio sono attivi ben 29 impianti di depurazione, che servono oltre 97mila abitanti, un monitoraggio del virus nei campioni delle acque reflue prelevati all’ingresso di tali impianti potrebbe supportare meglio le informazioni per una sorveglianza virologica ambientale”.

Il consigliere, nella sua interrogazione, ha quindi chiesto se “Lario Reti Holding, che gestisce gli impianti di depurazione, abbia effettuato delle analisi in merito alla percentuale di coronavirus presente nelle acque reflue del nostro territorio e quale percentuale sia stata riscontrata” e “se l’Amministrazione Provinciale intenda o meno chiedere subito a Lario Reti Holding tali analisi nel caso le stesse non fossero state effettuate”.