Cava di Chiuso, il Comune chiede di sospendere il ‘via libera’ della Provincia e ricorrerà al Tar

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L'ingresso all'ex cava di Chiuso, sede della ditta Pozzi Strade

Brivio annuncia l’opposizione formale all’autorizzazione della Provincia ai lavori nell’ex cava di Chiuso

Il Comune chiede la sospensione in autotutela del provvedimento e ricorre al TAR

LECCO – “Due azioni concrete per tutelare l’interesse dalla comunità ma anche la dignità di un organismo istituzionale chiamato ad esprimersi”.

E’ il sindaco Virginio Brivio, durante il Consiglio comunale di lunedì, ad annunciare come il Comune di Lecco intende muoversi nei confronti del provvedimento della Provincia che ha autorizzato i lavori nell’ex cava di Chiuso, per la realizzazione di un deposito di materiali edili inerti.

Un ‘via libera’ concesso alla Pozzi Strade, proprietaria dell’area, nonostante il parere negativo del Comune sulla richiesta di modificare il piano urbanistico che prevede un futuro sviluppo residenziale della zona.

Il sindaco di Lecco Virginio Brivio

“L’orientamento – ha spiegato Brivio – è quello di addivenire subito provvedimento di sospensione in autotutela della stessa Provincia. Un secondo intervento è la presentazione di un ricorso al Tribunale amministrativo sui provvedimenti adottati sui singoli passi procedurali che richiedono un approfondimento e sull’elemento di fondo il rapporto sulla dimensione urbanistica sulla quale ci era stato chiesto un parere e la sua evanescenza nel momento finale della decisione”.

Azioni che, spiega Brivio, hanno trovato convergenza con tutti o quasi i rappresentanti politici del municipio. Il sindaco ha aggiunto che, oltre all’avvocatura del comune, Palazzo Bovara potrebbe avvalersi anche di consulenti esterni.

Nel frattempo resta aperto il contenzioso con la Pozzi Strade e il municipio, riguardo a difformità edilizie e ambientali riscontrate durante un controllo della Polizia Locale. L’impresa ha fatto ricorso al Tar contro il Comune.