Convenzione paritarie. Fortino difende i ‘numeri’. Don Egidio: “Così non firmiamo”

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L’associazione scuole paritarie rimarca il ruolo degli istituti non statali

Il presidente Fortino: “Calo di iscritti contenuto e servizio di qualità”

LECCO – “La nostra non è una battaglia politica, ma culturale e di valori, affinché possa essere garantito ai cittadini un servizio di qualità”.

E’ Angela Fortino ad aprire l’incontro della commissione comunale di venerdì, sede della discussione sul rinnovo della convenzione tra il Comune e le scuole paritarie dell’infanzia che operano nel capoluogo. Una convenzione triennale che vale 1,4 milioni di euro all’anno, se sarà confermato l’importo del precedente accordo.

La presidente dell’associazione, che le rappresenta, difende l’operato degli istituti non statali e della stessa associazione, fondata nel 1978, “nata per la lungimiranza dei tempi passati della società civile, della politica e della chiesa che hanno unito le forze per garantire alla città un servizio pubblico di elevatissima qualità” ha spiegato Fortino.

Angela Fortino, presidente Associazione Scuole dell’Infanzia Paritarie

La prima convenzione con il Comune di Lecco risale al 1980 e oggi sono quindici le scuole aderenti.

“Siamo presenti in tutti i rioni, anche laddove è difficile essere presenti e questo solo grazie all’associazione che riesce a mantenere in vita questo servizio” con un’attività scolastica di 8 – 10 ore quotidiane e “230 posti per bimbi tra 0-6 anni a fronte di soli 120 posti disponibili negli asili comunali” ha proseguito la referente dell’associazione.

Numeri stabili per Fortino, i consiglieri la smentiscono

Secondo i dati diffusi dalla presidente, complessivamente oggi 899 gli iscritti mentre nel 2016 erano 904. “Cinque bambini di meno – ha sottolineato Fortino, evidenziando un calo limitato degli iscritti – sappiamo che esiste il problema del calo della natalità, ma nelle nostre scuole è questa la situazione”.

Altri numeri, ricordati da alcuni consiglieri comunali, lascerebbero però trasparire la dinamica: 1200 iscritti nel 2011, riferisce Alberto Anghileri (Con la Sinistra Cambia Lecco), 1066 bimbi nel 2013 sottolinea Andrea Frigerio (PD) ricordando che l’importo della convenzione è rimasto pressoché analogo.

I consiglieri comunali presenti

“Se i numeri non sono gli stessi, va fatto un ragionamento” ha esortato Anghileri che ha puntato il dito anche sulla questione dei non residenti, conteggiati nel computo finale degli iscritti. Un tema sollevato anche dal capogruppo del PD, Vittorio Gattari, e dal compagno di partito, Frigerio:

“Risultano 166 non residenti, la metà frequentano il Collegio Volta e gli altri la Maria Ausiliatrice. E’ giusto usare soldi pubblici del Comune di Lecco per cittadini non residenti? – ha chiesto Andrea Frigerio – Non sarebbe più opportuno, invece, usare gli stessi soldi per abbassare ulteriormente le rette?” considerando che la cifra, ha proseguito Frigerio, rappresenta il 50% di budget dell’impianto scolastico del Comune di Lecco (3 milioni di euro).

All’opposto, Emilio Minuzzo di Forza Italia ritenuto i dati non preoccupanti e ha rimarcato il ruolo delle scuole paritarie: “Sono presidi per il territorio e offrono un servizio che le scuole pubbliche non sono in grado di soddisfare. Se dovessero chiudere dove ospiteremo i bimbi, in Comune o nel nuovo palazzo della Prefettura?”

Con lui anche Paola Perossi, consigliere comunale di Noi per l’Italia e preside del Liceo Leopardi: “Si vergogni chi mette in dubbio la trasparenza delle scuole paritarie”

L’associazione e i contributi

Tra le questioni che la nuova convenzione dovrà stabilire c’è anche il ruolo dell’Associazione Scuole dell’Infanzia Paritarie, soggetto a cui il Comune destina direttamente i soldi della convenzione che poi vengono distribuiti tra le singole scuole.

“Un caso unico quello di Lecco” ha sottolineato Angela Fortino; altrove l’ente pubblico si convenziona con le singole scuole ed è la proposta avanzata a Lecco dai Cinque Stelle e che potrebbe trovare il sostegno anche di altri esponenti politici di Palazzo Bovara.

Angela Fortino e il presidente di commissione Luigi Rosci

Ma per Fortino la presenza dell’associazione consente di semplificare le procedure e la ‘normalizzazione’ delle rette. “Lecco è l’unica città in Italia dove le scuole paritarie dell’infanzia, in associazione. garantiscono la medesima retta a tutte le famiglie a parità di Isee” con la minima fissata a 75 euro, la massima a 245 euro e 25 fasce di Isee per stabilirla,

Da Appello per Lecco, Anna Maria Riva ha chiesto all’associazione di confrontarsi con il Comune sui criteri di ripartizione dei fondi alle scuole.

Don Egidio sbotta: “Distribuzione diseguale, vantaggi per le scuole più piccole”

“Il 2 luglio, in assemblea, i presidenti hanno deliberato che l’interlocuzione con Comune prosegue come negli anni precedenti, attraverso l’associazione – ha detto Angela Fortino in aula – non è interesse dei nostri presidenti interloquire direttamente con il Comune”

Don Egidio Casalone

Eppure, uno di loro c’era e ha voluto dire la sua: don Egidio Casalone, parroco di Castello e alla guida della scuola dell’infanzia parrocchiale D.G. Pozzi, ha esternato tutte le sue perplessità sulla convenzione in essere.

“Se la nuova convenzione resterà uguale, io non la firmerò – ha fatto sapere – il Comune dà i soldi e non mette paletti, l’associazione invece mette i paletti che vuole e a me non sta bene”.

Al centro delle critiche del sacerdote la distribuzione dei fondi alle scuole più piccole, troppi, fa intendere don Egidio, rispetto al numero di iscritti: “Ciò che serve per far funzionare una scuola piccola è la copertura dei costi. Una cuoca che cucina per 120 bimbi ed una cuoca che lo fa per 30 costano lo stesso”. Così facendo però “vengono tolte risorse importanti che vanno ad incidere negativamente sulle scuole più grosse, mentre le piccole continuano ad esistere senza cambiamento”.

Anche don Egidio non disdegna una convenzione diretta tra scuole e Comune. “Se scuole piccole continueranno a ricevere gli stessi fondi senza cambiare, se non le accompagniamo verso una gestione più virtuosa – conclude il parroco – chiuderanno comunque e allora avremmo buttato via un sacco di soldi per nulla”.