Ddl Zan, la senatrice lecchese Faggi (Lega): “Mai spingersi oltre la natura perché significa perdere il concetto di essere umano”

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ddl Zan la senatrice lecchese Antonella Faggi
La Senatrice lecchese Antonella Faggi (Lega)

L’intervento dell’ex sindaco di Lecco nella discussione generale sul Ddl Zan al Senato

“Se il Signore ci avesse voluto così molteplici avrebbe fatto in modo che da soli potessimo cambiare il nostro sesso e il nostro modo di fare”

LECCO – “Mai spingersi oltre la natura. Aiutarci, questo va bene; disciplinare, questo va bene, ma non bisogna andare oltre quello che ci è stato consentito perché altrimenti significa perdere il concetto di essere umano”. La lecchese Antonella Faggi, senatrice della Lega, ha concluso così il suo intervento ieri, 20 luglio, nel corso della discussione generale sul Ddl Zan nell’aula del Senato.

La senatrice lecchese, durante il suo intervento, ha detto di aver provato a stendere un disegno di legge chiamato “ethos”, per l’educazione al rispetto degli altri e alla non violenza: “Si tratta di quattro piccoli articoli, nulla di eccezionale, non entra nell’animo umano che deve essere sempre preservato, tutelato e rispettato. Però dà la possibilità di impostare un progetto di etica nelle scuole finalizzato al rispetto del proprio corpo, al rispetto dell’approccio con gli altri e alla non violenza e che non è contrapposto al Ddl Zan che però, secondo me, parte dal rovescio: visto che ci sono tante cose che non vanno bene proviamo a disciplinarle. Questo cozza con il mio modo di sentire, non si possono disciplinare delle sensazioni“.

“Io penso che avere buonsenso significhi legiferare per il rispetto di tutti. L’importante è che sia garantita la sicurezza e la decenza a tutti i cittadini – ha detto la Faggi in conclusione del suo intervento -. Altrimenti creeremo tante piccole nicchie e saremo noi stessi a creare discriminazioni. Se il Signore ci avesse voluto così molteplici, così diversi, avrebbe fatto in modo che da soli potessimo cambiare il nostro sesso e il nostro modo di fare. E invece non siamo così, siamo come Dio ci ha fatto e dobbiamo accettarci. Mai spingersi oltre la natura”.

“La cosa importante è quella di cercare di continuare a considerarci esseri umani con tutte le nostre sfumature. Io ho fatto il sindaco e venivo chiamata sindaca – ha concluso la Faggi -. E dicevo sempre ‘no, sindaco’ perché non è un ruolo di genere, ma è un ruolo di testa e di cuore e sarà sempre così”.