Elezioni 2020. Primo confronto pubblico (non senza scintille) tra i candidati sindaci

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Sei domande, due minuti e mezzo per rispondere e qualche ‘frecciatina’

Confartigianato ospita il primo confronto pubblico tra i candidati a sindaco di Lecco

LECCO – Sei quesiti per rispondere sostanzialmente ad un’unica grane domanda: “Cosa vuole fare da grande questa città, manifatturiero a parte?” E’ il padrone di casa, il presidente di Confartigianato Daniele Riva, ad aprire con questa domanda generale il primo vero confronto pubblico che si è svolto lunedì sera tra i candidati a sindaco di Lecco organizzato dall’associazione degli artigiani lecchesi.

Peppino Ciresa, candidato del centrodestra, Silvio Fumagalli del Movimento Cinque Stelle, Mauro Gattinoni candidato della coalizione di centrosinistra e Corrado Valsecchi di Appello per Lecco si sono ritrovati allo stesso tavolo per rispondere alle domande sul futuro della città, sulla loro visione di Lecco per i prossimi cinque anni e più. A moderare l’incontro è stato il giornalista Giancarlo Ferrario.

I candidati sindaci insieme a Daniele Riva e Vittorio Tonini di Confartigianato Lecco

“Sappiamo già tutto riguardo l’eccellenza di Lecco sulla lavorazione del metallo e il primato della micro-piccola impresa artigiana – ha proseguito Daniele Riva – Sappiamo che è sangue (e non certo acqua) nelle vene di questa città. Sappiamo del modo in cui l’intero sistema ha saputo uscire dalle crisi più o meno recenti, e sappiamo che uscirà anche dal tunnel di questo drammatico 2020. Ma intorno, cosa accade? Quale direzione deve prendere Lecco? Come può il capoluogo costruire il suo futuro sulle fondamenta DNA socioeconomico?”.

Daniele Riva

Sistema Lecco, ancora utile?

Sei domande, quindi, per capire di più del pensiero dei candidati e delle forze politiche che rappresentano, a partire dal Sistema Lecco, quella capacità di saper fare gruppo tra istituzioni che in passato ha portato allo sviluppo della città su molti fronti e che ora sembra aver perso la sua forza.

“Il mio grande sogno è poter tornare al Sistema Lecco – dice Ciresa – ho avuto modo di vivere di persona quel sistema e in quegli anni si è fatto molto, poi tutto si è fermato. Ci si è limitati a sciogliere i nodi ma Lecco ha bisogno di qualcosa di più. Il mio motto è fare bene insieme, bisogna tornare a quella sinergia”.

Anche per Gattinoni è necessario tornare a pensare ad “obiettivi comuni su cui riconoscerci e lavorare insieme. Un sindaco è chiamato a fare squadra con il presidente della Provincia, la Camera di commercio, le associazioni di categoria” e se l’attualità pone di fronte nuove sfide, “per problemi nuovi servono metodi nuovi, ciò che funziona sempre è lo stare insieme”.

Peppino Ciresa

“Serve una nuova cabina di regia, un network all’altezza del cambiamento – ha risposto Valsecchi – che sia unita e che consenta una profonda condivisione. La Grande Lecco potrebbe consentirci di guadagnare competitività”.

Un ritorno al Sistema Lecco è possibile anche per il Movimento Cinque Stelle, “ma con distinzione tra obiettivi e competenze – ha spiegato Fumagalli – chi ha competenze specifiche, come le associazioni di categoria, può dare il suo supporto tecnico. Compito della politica è fare sintesi e tenere aperto il dialogo e il confronto con tutti”.

Aree dismesse, occasione di rinascita?

Capannoni lasciati a sé stessi, tanti in città restano a testimonianza del passato industriale di Lecco. “E’ stato un fallimento – ha sostenuto Gattinoni – ci sono 14 buchi neri in città, ex fabbriche rimaste vuote, ben poco si è fatto. Colpa di regole scritte male, bisogna riscriverle affinché siano da stimolo per investimenti, non speculativi, ma in chiave di sostenibilità per costruire il nuovo”.

Mauro Gattinoni

“Bisogna avere la memoria lunga, altrimenti si commettono errori – gli ha risposto indirettamente Valsecchi – Quando abbiamo realizzato il Pgt ricordo le battaglie fatte da associazioni sindacali e datoriali per mantenere gli insediamenti produttivi con la stessa destinazione d’uso, un con atteggiamento quasi coercitivo quando si avrebbe dovuto avere più coraggio. Errori li ha fatti il Comune ma non solo, non va buttata la croce addosso a nessuno”.

Per Fumagalli “Lecco deve diventare il luogo ideale dove vivere, le aree dismesse possono diventare luoghi di socialità per giovani e anziani, scuole dell’infanzia di cui la città ha bisogno”.

Anche per Ciresa, gli attuali “ATU, così concepiti non hanno funzionato, vanno ripensati rendendoli più flessibili. Non si può attendere due o tre anni per un cambio di destinazione d’uso”.

Turismo, come incentivarlo?

Uno degli argomenti chiave è sicuramente il turismo e il nuovo lungolago è una delle leve su cui puntare.

“La strada è già tracciata – ha ricordato Valsecchi – con il concorso di idee promosso dall’attuale amministrazione che ci consegnerà il progetto vincente. Faremo un bel lungolago. Sulla questione degli alberghi ci sono delle aree su cui poter puntare come l’area Anghileri vicina all’Isola Viscontea, l’area Icam dove con la proprietà abbiamo immaginato la nascita di un polo turistico e congressuale, andando a liberare l’attuale caserma dei Vigili del Fuoco e la sede di Linee Lecco che potremmo spostare nell’ex area Leuci dove, acquisita dal Comune, potrebbe sorgere la Cittadella dei servizi”.

Corrado Valsecchi

Turismo sportivo o di qualità, per Fumagalli “Lecco ha le opportunità per rilanciare ogni tipo di turismo, dai sentieri di montagna e la loro digitalizzazione ai luoghi manzoniani. Per gli eventi Lecco ha tanti spazi disponibili, Villa Gomes è uno di questi e con il giardino della vicina Villa Ponchielli può offrire un grande parco cittadino facilmente fruibile dai mezzi pubblici”.

Ciresa ha rilanciato l’idea del “distretto del turismo, già istituito altrove come in centro lago tra Menaggio e Bellagio, nell’Alto Lago. Il nostro territorio ha caratteristiche uniche non omologabili ad altri, è uno dei pochi dove poter fare un giro in montagna la mattina e un tuffo al lago nel pomeriggio. Quante altre città hanno questa peculiarità? Dobbiamo poi sfruttare la vicinanza a Milano, offrire alla metropoli tante opportunità a pochi passi da loro”.

Cosa può fare il Comune? “Dare le regole e investire su tre spazi – ha spiegato Gattinoni – il lungolago, la Piccola e i Piani d’Erna. Tre piattaforme che chiedono di essere riqualificate e se strutturate saranno il motivo per cui la gente sceglierà di venire a Lecco. Possiamo proporre la nostra città come la punta di diamante dell’outdoor. Servono imprenditori lungimiranti che sappiano cogliere questa opportunità e il Comune deve incentivarli”.

Quale progetto per cambiare il volto alla città?

La chiusura del lungolago nei weekend, la riqualificazione dell’area Leuci, l’attenzione mirata ai servizi dell’infanzia “per rilanciare la città dal punto di vista demografico”, queste le priorità per il candidato dei Cinque Stelle, Silvio Fumagalli.

Il nuovo volto della “Piccola” è il progetto più significativo sia per il centrosinistra di Mauro Gattinoni che per il centrodestra di Peppino Ciresa. “Mi fa piacere che le nostre idee siano state fatte proprie da un candidato e dall’altro, si vede che sono delle buone idee” ha tirato la sua frecciata Gattinoni verso l’avversario. “Una bugia – gli ha replicato stizzito Ciresa – abbiamo reso noto il nostro progetto fino dal 10 giugno con un comunicato, il vostro programma è stato presentato il 20 giugno”.

Silvio Fumagalli

Entrambi puntano al recupero dell’area da destinare ai giovani, Ciresa ci sposterebbe lì biblioteca e informagiovani, Gattinoni vorrebbe locali e negozi nel vecchio nucleo centrale, riqualificando i parcheggi, “perché diventi un quartiere nuovo, la città dei giovani”.

Anche Appello per Lecco ha pensato alla riqualificazione della Piccola “ma se tre candidati ci lascerebbero il mercato, noi lo sposteremmo in centro, con una nuova area parcheggio negli ex cinema Nuovo e Mignon”. Valsecchi si smarca nella risposta e sul progetto più significativo per Lecco e punta ad una città “più inclusiva, in cui sia possibile la convivenza tra tutte le etnie, nel rispetto delle regole”.

Lecco e la storia dell’artigianato, come rendergli onore?

La Valle del Gerenzone è sicuramente un’icona della storia industriale lecchese, “da valorizzare – per Ciresa – facendo rete anche con altre realtà sul territorio come i musei della seta di Abbadia e Garlate, le miniere dei Resinelli e Cortabbio, il museo della Moto Guzzi”.

“Manzoni, vergella e missultin – sono le parole simbolo per Gattinoni – una cultura elevata, la cultura del lavoro e la cultura popolare. Intorno alla Valle del Gerenzone sono già nate delle realtà come Oto Lab e Laorca Lab, non devono però essere musei da naftalina, dobbiamo rendere viva la nostra tradizione, avvicinarla alle scuole con percorsi didattici e laboratori”.

Fumagalli dei Cinque Stelle aggiungerebbe anche dei micro impianti idroelettrici che potrebbero avere “risvolti economici utili alla città, piccole operazioni che possono dare anche un aiuto all’artigianato locale”:

“Vanno bene i musei, ma credo che gli artigiani siano più pragmatici e guardino al prossimo autunno con preoccupazione” ha detto Valsecchi che ha proposto autocertificazioni in Comune per agevolarne le pratiche.

Cosa farete appena eletti?

Nei primi 100 giorni per Gattinoni è importante “organizzare gli uffici. Da decenni si tenta di mettere mano alla macchina comunale, fatta di lavoratori eccellenti ma che oggi non lavorano sempre nel contesto adeguato. Cento giorni sono il 2% di cinque anni, partire bene significa lavorare poi nelle condizioni giuste per il 98% del mandato”.

Parole che hanno suonato come una stoccata nei confronti di Corrado Valsecchi che da assessore ha fatto della riorganizzazione in Comune una delle sue priorità. “Abbiamo cambiato 7 dirigenti su 8 – ha risposto – il nostro progetto principale è quello della Grande Lecco, lo faremo anche senza il supporto degli amministratori locali. Partiremo da Morterone che ha chiesto di essere parte del Comune di Lecco. Solo da questa operazione avremo 2 milioni di euro l’anno che utilizzeremo per abbassare le tasse ai cittadini e per investimenti in opere pubbliche”

Per Fumagalli la prima cosa da fare “è recedere dalla convenzione per il teleriscaldamento, creerebbe un danno enorme a Lecco”. Promuoverebbe poi progetti legati alla mobilità dolce e ai trasporti pubblici per un centro cittadino più vivibile.

“Lungolago e la Piccola” sono le prime mosse che compierebbe da sindaco Ciresa, “il terzo punto è prepararsi per le Olimpiadi del 2026, sono l’occasione per far ripartire il territorio”.


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