Il dramma dell’immigrazione. “Ci indigniamo per poi auto-assolverci”

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La lettera di Corrado Valsecchi, assessore comunale e fondatore di Les Cultures

“Dall’America al Mediterraneo, il fallimento dei nostri Governi”

LECCO – “Una foto, quella di un papà e la sua piccola figlia morti annegati e abbracciati nel Rio Grande, che ha fatto indignare milioni di persone.

Ma quante sono le tragedie di questo genere al confine con il Messico, nel Mediterraneo o durante le traversate nel deserto dei migranti che cercano di raggiungere un approdo per poter partire alla ricerca di un pertugio di felicità .

Quante sono le tragedie non fotografate, vicende analoghe che resteranno sconosciute, storie di martiri anonimi nell’indifferenza di popoli che se non vedono le immagini non credono che queste cose possano accadere e invece succedono ogni giorno.

Corrado Valsecchi

Ci interroghiamo solo quando vediamo un bimbo morto su una spiaggia portato dalle onde del mare, quando guardiamo la foto di quella bimba abbracciata al suo papà con i visi immersi nell’acqua del fiume che continua a scorrere.

Ci interroghiamo per qualche ora, forse qualche giorno, poi torna tutto come prima; abbiamo dedicato troppo tempo per occuparcene ad oltranza.

Non ci interroghiamo a sufficienza sulle cause di politiche restrittive dove a dominare sono gli egoismi, il tornaconto elettorale, i deliri di onnipotenza di omuncoli senza statura etica e morale.

Le morti di questi innocenti che avvengano al confine con l’America o al largo del Mediterraneo è il fallimento nostro e delle politiche esercitate dai nostri Governi.
Abbiamo deciso volontariamente di non dare un futuro a questi esseri umani, di non cercare strade alternative che avrebbero consentito di ascoltare le loro voci.

Siamo colpevoli di non far nulla per fermare un processo in corso che sembra irreversibile e edulcorato da parole come sovranismo, difesa dei confini nazionali, prima gli americani o gli italiani, ma che ci sta portando direttamente in un tunnel, già condannato dalla Storia, che conosciamo molto bene quello del fascismo e del razzismo.

I segnali ci sono e sono evidenti, se una persona riflette e analizza non può non vederli, tuttavia non ci muoviamo lasciamo il compito all’indignazione di assicurare alle nostre coscienze un po’ di pace e di autoassoluzione.

Fra trent’anni il pianeta sarà popolato da dieci miliardi di persone mi fate capire con le politiche attuali quali prospettive intendiamo costruire?

Ci risentiremo probabilmente alla prossima fotografia, più indignati che mai, ma più deboli di prima perché il percorso tracciato da coloro che stanno pianificando le politiche finalizzate all’odio razziale e all’egoismo sovranista avranno fatto altri proseliti e purtroppo il conto, tutti quanti, lo pagheremo molto presto”.

Corrado Valsecchi