Inchiesta sui camici anti Covid in Lombardia: indagato Attilio Fontana

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L’inchiesta riguarda la fornitura di 75mila camici anti covid da parte dell’azienda del cognato di Attilio Fontana

Il presidente si è detto certo dell’operato della Regione Lombardia “che rappresento con responsabilità”

 

MILANO – “Da pochi minuti ho appreso con voi di essere stato iscritto nel registro degli indagati. Duole conoscere questo evento, con le sue ripercussioni umane, da fonti di stampa. Sono certo dell’operato della Regione Lombardia che rappresento con responsabilità”.

E’ questo il messaggio pubblicato nella tarda serata di venerdì sulla pagina Facebook del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana dopo aver saputo di essere stato iscritto nel registro degli indagati per l’inchiesta che riguarda la fornitura di camici anti Covid alla Regione Lombardia da parte dell’azienda, la Dama Spa, di suo cognato, Andrea Dini, in cui la moglie di Fontana detiene una quota del 10 per cento.

La vicenda risale al mese di aprile, nel bel mezzo dell’emergenza Covid ed era stata oggetto di un approfondimento della trasmissione televisiva Report che aveva puntato il dito contro la fornitura di 75 mila camici venduti a 6 euro al pezzo alla Regione Lombardia. Una vicenda su cui la Procura ha deciso di vederci chiaro ravvisando un’assegnazione  di una fornitura avvenuta senza gara  e, tra l’altro, in conflitto di interessi.
Ora nell’inchiesta è finito anche il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana con l’ipotesi, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, di frode in pubbliche forniture per i set sanitari “donati” dal cognato. Donati, sì, perché, pochi giorni dalla trasmissione di Report la fornitura, già iniziata e arrivata a 50mila camici,  si trasforma da commessa in donazione. E gli altri 25mila camici? Sembrerebbe che siano finiti sul mercato nel tentativo, affidato a un agente a provvigione, di rivenderli a una Rsa al prezzo di 9 euro l’uno anziché 6.
L’inchiesta sui camici anti covid è affidata ai magistrati milanesi Furno, Scalas e Filippini. Al momento nel registro degli indagati risultano iscritti Andrea Dini, titolare di Dama Spa, Fabrizio Bongiovanni, a capo di Aria Spa e Attilio Fontana. Le ipotesi di reato vanno da turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente a frode in pubbliche forniture.