Lecco. Convenzione paritarie, discussione aperta. Serve un’intesa

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L'assessore Emanuele Torri

Presentata la proposta di convenzione per le scuole d’infanzia paritarie: stesso contributo per altri 5 anni

Dopo la discussione, l’assessore Torri: “Necessario fare un passo l’uno verso l’altro. Ma fino a che punto la risposta può essere solo economica?”

 

LECCO – Contributo pubblico invariato, pur a fronte di un numero in calo di bimbi iscritti, ovvero 1,4 milioni di euro all’anno per i prossimi cinque anni: questa è la proposta di convenzione avanzata dal Comune di Lecco e sulla quale si è già aperta in questi giorni un’aspra discussione con le scuole paritarie della città.

Risorse insufficienti secondo queste ultime, che hanno fatto presente il rischio di mettere mano alle rette a fronte degli aumenti dei costi sostenuti e hanno rimarcato l’importanza del servizio offerto alla città. Del resto, il rapporto percentuale è eloquente: il 71% dei bimbi iscritti alle scuole dell’infanzia frequentano istituti paritari mentre il 29% le statali dove i posti disponibili sono 332 contro gli oltre ottocento offerti dalle paritarie.

Martedì sera, la discussione è approdata in municipio con la presentazione da parte dell’assessore Emanuele Torri: “E’ un percorso che abbiamo iniziato diversi mesi fa, a novembre, quando con il sindaco abbiamo incontrato tutti i presidenti delle scuole per l’infanzia paritarie e la loro associazione. Da subito ci è sembrato importante condividere lo scenario che ci accompagnerà nei prossimi anni, il calo demografico che ha già provocato un decremento significativo nelle iscrizioni, mediamente cento bimbi in meno ogni triennio”

Meno iscrizioni significa meno introiti dalle rette, c’è dunque un problema di sostenibilità del sistema, ha rimarcato l’assessore, “ci siamo chiesti come poter mantenere aperte tutte le scuole, in particolare nei rioni”.

Torri ha fatto sapere di “condividere le preoccupazioni dei presidi che, insieme al loro personale, hanno fatto salti mortali per garantire il servizio, soprattutto durante il periodo del Covid, e ci sono riusciti”.

Venendo alla proposta di convenzione, se è vero che l’importo resterà lo stesso della precedente e mantenuto fisso per cinque anni, “viene in questo modo attribuita una quota maggiore a bambino” perché suddivisa su meno iscrizioni. Rispetto al precedente accordo, la nuova convenzione non prevedrà quote di contributi legate a progettualità presentate e questo, ha precisato Torri, per venire incontro alle richieste delle scuole, in difficoltà nel proporre ulteriori progetti.

“C’è la necessità di fare un passo l’uno verso l’altro – ha aggiunto l’assessore aprendo ad un ulteriore confronto sulla proposta – questo sarà lo spirito con cui cercheremo di portare avanti l’incontro con le scuole paritarie. Ma fino a che punto la risposta può essere solo economica? Se in futuro gli iscritti diminuiranno ancora alzeremo di nuovo il contributo?”

Per Torri deve essere intrapreso “un processo di ottimizzazione e razionalizzazione. Le famiglie pagheranno di più? Questa è una scelta delle scuole, non del Comune, perché il nostro contributo è in crescendo per bambino. Al di la del contributo comunale e regionale, il finanziamento statale a queste strutture dovrebbe essere aumentato, questa è una battaglia che possiamo fare insieme”.

Le minoranze: “Non si vada allo scontro”

Dall’opposizione a più voci è stata rimarcata la necessità di un maggiore confronto affinché si possa trovare un’intesa con le scuole.

“Significherebbe altrimenti mortificare una storia, non avere il senso della comunità, alienare rapporti radicati nella nostra città, creare divisione” è intervenuto Corrado Valsecchi di Appello per Lecco. Da Forza Italia, Simone Brigatti ha chiesto al comune uno sforzo economico maggiore. “Le scuole in questi anni hanno già affrontato aumenti importanti di costi senza chiedere un euro – ha sottolineato – e devono sostenere dei costi fissi che non dipendono dal numero di iscritti”.

“Si sta creando uno scontro di cui nessuno sentiva la necessità con uno dei patrimoni del territorio che sono le scuole materne” ha rimarcato il consigliere Filippo Boscagli.

Giacomo Zamperini di FDI ha inviato l’amministrazione “al rispetto dell’accordo elettorale preso dal sindaco. Immaginiamo che oggi la sinistra si trovi in imbarazzo per il finanziamento alle scuole paritarie ma in tutto questo rischiano di rimetterci le famiglie lecchesi. Le ideologie lascino spazio al buonsenso”.

“Gli asili nei rioni sono punti di riferimento importanti, è tempo che il Comune dimostri attenzione per i quartieri – è intervenuto Peppino Ciresa – La proposta economica del comune è impresentabile: i costi in questi anni sono aumentati per tutti, fissare il contributo per i prossimi cinque anni significa mettere ancora più in difficoltà le scuole. Serve che venga indicizzato, è quello che le scuole chiedono”.

Statali e paritarie: la situazione in città

Secondo i dati diffusi dall’Associazione Scuole dell’Infanzia Paritarie di Lecco sono attualmente 836 i bambini frequentati le 15 scuole paritarie della città, di cui 131 non residenti nel capoluogo e 31 sono i bimbi affetti da disabilità.

Il dato è in lieve aumento rispetto a quello degli iscritti a inizio anno scolastico (erano 825) ma il trend è al ribasso in confronto alle altre annate e le iscrizioni 2022-23, secondo i dati del Comune, saranno ulteriormente al ribasso per un totale di 746 bimbi di cui 614 di Lecco.

Per quanto riguarda le rette variano in base all’Isee famigliare e partono da un minimo di 75 euro fino ai 245 euro mensili e sono uniformi per tutte le scuole paritarie, così come stabilito in sede di associazione. Le famiglie non residenti pagano un supplemento dai 13 ai 35 euro al mese.

Nelle scuole dell’infanzia statali, invece, la frequenza è gratuita e si paga solo la mensa (da un minimo di 2 euro ad un massimo di 4,69 euro in base alla situazione Isee, con tariffa massima unica per i non residenti) ma i posti, come detto, sono ben più limitati, eppure le iscrizioni del prossimo anno scolastico sono per ora inferiori rispetto alle disponibilità, ovvero 306 alunni.

L’incontro disertato e la lettera alle famiglie

Nel frattempo, la frattura tra amministrazione comunale e scuole paritarie rischia di allargarsi: l’ultimo strappo è stato la mancata presenza della maggioranza all’incontro convocato lunedì’ sera dall’associazione che, all’indomani, si è rivolta alle famiglie con una lettera (leggi qui).

“Avevamo ricevuto una richiesta di incontro da parte dei consiglieri di minoranza e avevamo deciso di invitare tutti i consiglieri comunali affinché potessimo spiegare meglio il nostro lavoro e le nostre motivazioni – fa sapere Angela Fortino dall’associazione – con grande rammarico però, non c’era nessun consigliere della maggioranza”

La lettera aperta ai genitori, le scuole spiegano che “con il rinnovo della Convenzione noi non vogliamo mercanteggiare contributi ma chiedere che ci venga dignitosamente riconosciuto il nostro ruolo sussidiario nella gestione dei servizi 0-6 e la libertà di scelta educativa delle famiglie, diritti garantiti anche dalla Costituzione e che si rispetti, davvero, tutto il nostro operato che è professionale, affidabile ed economico per la collettività”.