Giovani Democratici: “Governo e istituzioni non abbandonino studenti e studentesse”

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Manuel Tropenscovino, segretario del Pd provinciale

“Ignorare l’emergenza educativa non è più tollerabile”

“E’ necessario risolvere questa imbarazzante situazione”

LECCO – L’11 gennaio sarebbe dovuta essere la data di ripartenza in presenza per le scuole secondarie di secondo grado di tutto il Paese. Nonostante il via libera del Governo a un graduale ritorno in classe per il 50% degli studenti, la quasi totalità delle Regioni, ad eccezione di Abruzzo, Toscana, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta, ha deciso di tenere ancora una volta chiuse le porte degli istituti a quasi 4 milioni di studenti e studentesse.

“Crediamo che non sia più tollerabile che gli studenti vengano presi in giro in questo modo: rassicurati prima di un ritorno in classe per il 7 gennaio, poi spostato all’11 e ora, in Regione Lombardia, al 24, ma senza alcuna garanzia che questo termine sarà rispettato – dicono Manuel Tropenscovino, Segretario dei Giovani Democratici di Lecco e Pietro Radaelli, Responsabile Scuola e Università -. Anche in Provincia di Lecco, i nostri studenti e le nostre studentesse hanno aspettato a lungo di avere notizie certe e, insieme agli insegnanti, ai dirigenti scolastici e alle istituzioni locali, si sono preparati a un rientro in classe in sicurezza, con tanto di implementazione del trasporto pubblico locale. Tutto ciò però si è rivelato inutile”.

Questa mattina alcuni studenti e studentesse del liceo Manzoni di Lecco si sono trovati a manifestare seguendo le proprie lezioni in Didattica a Distanza davanti alla propria scuola: “Vogliamo sostenere il più possibile queste iniziative, anche rilanciando sui social l’account @disagioadistanza per far sentire il più possibile la loro voce. La DAD si è rivelata un valido strumento durante le prime fasi dell’emergenza covid, ma ora risulta essere assolutamente insufficiente per i bisogni fisiologici dei ragazzi. Secondo uno studio Ipsos per Save The Children, stiamo attraversando insieme a un’emergenza sanitaria anche un’emergenza educativa. Il 45% di chi frequenta le lezioni online accusa una maggiore fatica a concentrarsi, il 40% ha problemi a seguire a causa della connessione non ottimale propria o del docente e il 33% ha problemi tecnici dovuti al fatto che alcuni docenti non abbiano un alto tasso di digitalizzazione. Inoltre, dopo tanti mesi a distanza, a risentirne sono anche le relazioni sociali tra i compagni, che spesso si rivelano fondamentali per l’apprendimento, oltre che per la maturazione e lo sviluppo del senso critico dell’individuo”.

“E’ venuto il momento per la nostra società di farsi carico di alcuni rischi e siamo convinti che la riapertura delle scuole rientri in questo ambito – concludono i Giovani Democratici -. I giovani si sono già sacrificati fin troppo ed è demenziale che i ragazzi e le ragazze possano ritrovarsi a socializzare nei centri commerciali e non nelle aule scolastiche.  Chiediamo al Governo, a Regione Lombardia e a tutte le istituzioni competenti di risolvere questa imbarazzante situazione. Chi decide oggi di tenere chiusa la scuola è complice dell’abbattimento di un’intera generazione. Una generazione che si prenderà cura dell’attuale classe dirigente, quando sarà vecchia. Una generazione che non si merita di scontare gli errori dei propri genitori. Perché non dare voce al futuro equivale a non avere futuro”.